Autore: Dörte Hansen
Pubblicato da Fazi - Giugno 2020
Pagine: 439 - Genere: Narrativa
Formato disponibile: Brossura, eBook
Collana: Le strade
ISBN: 9788893255912
📗 Acquista scontato su ibs.it
📙 Amazon (spedizione gratuita)
📗 eBook su ibs.it
🎬 La video recensione su Youtube
Una storia semplice, piena di malinconia, che racconta la scomparsa del mondo rurale con i suoi tratti distintivi e i suoi rituali, di cui una vecchia locanda, con la pista da ballo cigolante, racchiude tutti i segreti. Il racconto della vita di pro-vincia, nell’immaginario paese di Birkenbüll, che diventa l’emblema tutti i meravigliosi piccoli centri rurali del tempo che fu.
La prima estate senza cicogne fu un segno, e quando in autunno gli spinarelli dal ventre bianco presero a galleggiare nell’acquitrino, anche quello fu un segno. “È la fine del mondo” diceva Marret Feddersen e ne vedeva i segni dappertutto.
Inizia così l’ultimo romanzo di Dörte Hansen, che racconta del cambiamento in un piccolo villaggio della Germania del Nord- che potrebbe tuttavia rappresentare qualsiasi villaggio o borgo tedesco o, addirittura, europeo- nel periodo che va dal dopoguerra ai giorni nostri ed utilizza, per mostrare come tali cambiamenti sociali influenzino la vita intera del villaggio, la famiglia Feddersen, simbolo di una società prettamente rurale.
Sönke ed Ella gestiscono una locanda ed hanno una figlia, Marret, affetta da un ritardo mentale, che la rende alquanto singolare: “Marret con gli zoccoli e l’opuscolo “SVEGLIATEVI!” tutto sbrindellato apparteneva alla gente del villaggio, alla cerchia dei vicini e conoscenti… A volte…Marret cantava pure una canzone…Nelle canzoni di Marret tutti volevano avere diciassette anni. A diciassette anni si sogna… poi arriva un bambino, e allora si diventa pazzi. O forse si era pazzi già da prima e il bambino era venuto dopo, nel caso di Marret l’ordine non era chiaro.”
Marret quindi ha un figlio, Ingwer, ma non può occuparsene, non è in grado di farlo. Saranno i nonni a prendersi cura del bambino e a farlo vivere la loro stessa vita, in un villaggio che sta pian piano cambiando abito, ma nel quale la locanda- quella locanda i cui fin da piccolissimo Ingwer viene messo in piedi su una cassa posta dietro il bancone a spillare birra- continua ad essere punto di incontro per tutti.
Ingwer è un bambino sveglio, ha ottime qualità, i nonni gli permettono di studiare ed è così che il ragazzo, dopo l’università, diventa a sua volta professore universitario e, in un gesto che viene vissuto quasi come un tradimento dai più, abbandona tutto e tutti, lascia il villaggio e se ne va a Kiel. E ci vorranno anni prima che Ingwer si decida a tornare nuovamente a casa, a lasciare un lavoro che non lo soddisfa pienamente ed un rapporto personale alquanto ambiguo. Ha quasi cinquant’anni quando rimette piede a Birkenbüll, che nel frattempo ha assunto un aspetto completamente diverso e nel quale è modernità a dettare legge. Ora un uomo adulto, che forse non è ancora completamente maturato, deve prendersi cura dei nonni, che sono invecchiati e portano sulle loro spalle e sulle loro vite ogni segno lasciato dal tempo.
La convivenza non è facile, ci sono vecchi rancori e problemi irrisolti nascosti sotto le tavole cigolanti della pista da ballo della locanda; ci sono nuove definizioni di ruolo da attuare e ci si deve in qualche modo riscoprire.
Il destino di Ingwer, della sua famiglia e degli abitanti del piccolo villaggio si evolvono pari passo con l’evolversi della società ed ogni cambiamento nell’ambiente riflette un cambiamento necessario nei rapporti, nei comportamenti, nelle relazioni tra le persone.
Con estrema dolcezza, con una buona dose di ironia, che spesso strappa un sorriso durante la lettura, Tornare a casa fotografa con grande accuratezza la storia di una perdita e di un addio, che è anche la storia di un nuovo inizio.
Approfondimento
La Hansen è molto abile nel descrivere e connotare i personaggi di questa comunità immaginaria con estrema delicatezza, senza cadere nel kitsch o nello stereotipo.
Con un linguaggio ruvido e sobrio, ma allo stesso tempo estremamente poetico, riesce a presentare al lettore figure stravaganti e peculiari, senza renderle ridicole.
Mentre si scorrono le pagine del libro, si prova il desiderio di andare a visitare il villaggio di Birkenbüll, di guidare comodamente i trattori in mezzo ai campi e di ascoltare le canzoni di Marret Feddersen, di sera, nella locanda del paese.
In ogni capitolo viene citato il titolo di una canzone: alcuni sono brani meno noti, altri sono enormi successi di cantanti famosi, tra cui Neil Young e Tracy Chapman. Tali citazioni rappresentano un valore aggiunto al romanzo, lettura assolutamente consigliata.
Connie Bandini