Autore: Maurizio de Giovanni
Pubblicato da Einaudi - Settembre 2020
Pagine: 280 - Genere: Gialli
Formato disponibile: Brossura
Collana: Stile libero big
ISBN: 9788806246334
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Un anziano professore viene ritrovato senza vita; ma nella sua morte c'è qualcosa di sospetto. Dormiva in una fredda soffitta, nessuno si occupava di lui tranne la nipotina di 10 anni.
È una fredda mattina d’inverno quando l’ex insegnante Giacomo Gravela viene trovato senza vita nel sottotetto del condominio dove abita il resto della sua famiglia.
Blasi, il medico legale, ipotizza una probabile intossicazione da monossido di carbonio vista la presenza di una stufa, che però non quadra con il ritrovamento di un cadavere piuttosto insolito, quasi sereno sotto le coperte, vestito di tutto punto e con ancora le scarpe addosso. Anche il magistrato De Carolis e il maresciallo Gargiulo, presenti sul posto, non sono totalmente convinti si tratti di una morte naturale e rafforzerà la loro sensazione il ritrovamento nella canna fumaria di un nido in pieno gennaio.
Con l’avvio delle indagini, scopriamo che proprio il giorno prima, è uscito di prigione Rosario Contini, ex alunno che in breve tempo diviene l’unico sospettato della morte di Gravela, il cui movente potrebbe essere una doverosa regolazione dei conti, a causa della precedente denuncia mossa dal professore che lo fece finire in carcere, allontanandolo per diverso tempo da moglie e figlio.
L’accaduto sprona la madre di Contini, fermamente convinta dell’innocenza del figlio, a cercare l’aiuto di Mina, assistente sociale che lavora presso il consultorio nei quartieri spagnoli. Inizia proprio qui, l’intreccio di una doppia indagine, la prima volta ad incastrare a tutti i costi l’unico che possa essere ritenuto colpevole e la seconda che invece vuole salvare un giovane laureato con sforzi enormi, con un figlio piccolo ed una moglie, che non vorrebbe arrendersi al destino criminale confezionato da qualcun’altro per lui.
È che a noi le persone di fuori che vengono a fare domande sulle cose nostre non ci piacciono. Tutto qui.
Approfondimento
Troppo freddo per Settembre è un romanzo molto piacevole alla lettura e frizzante, l’alternarsi della narrazione che intreccia le vicende dei protagonisti lo rende assolutamente scorrevole, incalzando il lettore a proseguire con la storia per scoprire il finale e tutti i retroscena.
Fin dal principio è impossibile non notare il rapporto esilarante tra De Carolis e Gargiulo, che non nascondo mi hanno strappato più di una risata durante la lettura, il primo non perde occasione di canzonare ironicamente il maresciallo e di conseguenza il povero Gargiulo lotta contro l’istinto omicida verso il magistrato, rendendo il tutto molto comico.
Non è da meno il personaggio di Mina, donna forte, idealista, che proprio a causa del suo essere continua a trovarsi in guai seri per aiutare i più bisognosi, motivo per il quale ha scelto di lavorare nel consultorio pur venendo da una realtà completamente diversa. Al suo fianco troviamo Mimmo, ginecologo sexy, che aiuta Mina ad accettare finalmente la sua fisicità e femminilità.
La possibilità di un cambiamento è il tema principale di questo romanzo, che ci racconta come un cognome o un luogo di nascita non debba per forza determinare la nostra intera vita. Con la giusta spinta e la volontà può essere cambiato il corso di qualsiasi storia.
Dottò, forse non mi sono spiegato: se insistiamo su questo argomento le patologie ce le avremo tutti, e non solo cerebrali. Qua stiamo parlando di gente che fa forniture di patologie a domicilio in quantità industriale, credetemi.
Maurizio De Giovanni lancia infine una critica al mondo dimenticato dei nonni e delle persone anziane, che pur avendo sacrificato una vita per costruire delle basi solide per gli eredi, vengono spesso visti come un peso dalle famiglie anziché fare tesoro della saggezza ed esperienza di vita accumulata. Possiamo chiaramente leggere tra le righe, anche un piccolo rimprovero che riguarda il rapporto genitore-figlio contemporaneo, dove manca un’educazione e rispetto reciproco. Chi li guarda i vecchi e i bambini?
Michela Pavanello