Autore: Graham Swift
Pubblicato da Neri Pozza - Giugno 2016
Pagine: 139 - Genere: Narrativa Contemporanea
Formato disponibile: Brossura
Collana: I narratori delle tavole
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Un giovane esponente dell'aristocrazia londinese, una cameriera sveglia e disinibita, una storia d'amore vissuta nel periodo a cavallo tra la Prima e la Seconda guerra mondiale quando le perdite affettive ed economiche subite annullano le differenze tra le classi sociali e si è portati a godere pienamente di ogni singolo giorno di festa.
Come poteva la vita essere al tempo stesso così crudele e così magnanima.
È il giorno della festa della mamma, una bella domenica soleggiata di fine marzo nel periodo a cavallo tra le due guerre, quando usanza vuole che ci si intrattenga con amici e familiari in allegri e spensierati pranzi all’aperto, dimenticando per un giorno le perdite causate dalla guerra appena terminata e la paura per quella all’orizzonte.
Così alcune delle più illustri famiglie del Berkshire, nella campagna inglese, approfittando dell’evento si riuniscono per organizzare l’imminente matrimonio tra due dei loro rampolli: Paul Sheringham ed Emma Hobday.
Nel frattempo, in una dimora signorile proprio quel rampollo prossimo alle nozze passa il suo tempo con la giovane cameriera della famiglia Niven, la piccola Jane, che rimasta precocemente orfana impara l’arte dell’arrangiarsi, prima come prostituta, poi come cameriera, ma anche come intellettuale e scrittrice proseguendo così in una ascesa sociale dovuta alla sua mente brillante che le permette di studiare pur mantenendo sempre rispettosamente il suo posto agli occhi del padrone di turno.
Il giovane Paul, in linea con il suo ruolo di uomo illustre e facoltoso è solito dedicare il proprio tempo, oltre che alla giovane cameriera, anche a tutte quelle attività che gli permettono di mettere a rischio e dilapidare il patrimonio di famiglia, da qui la necessità di contrarre un matrimonio d’interesse con la famiglia Hobday che con grande generosità si sarebbe fatta carico dei suoi debiti.
Jane avrebbe dovuto trascorrere quella domenica libera in modo diverso, tutti i suoi colleghi a servizio nelle grandi case signorili diligentemente sarebbero andati a far visita alle proprie madri, ma la protagonista di Un giorno di festa non ha una famiglia da cui far ritorno, così decide di godere della giornata di sole leggendo un libro all’aperto. Una telefonata però sconvolge i suoi piani: il giovane Paul la invita a tenergli compagnia trascorrendo la mattinata nella sua casa rimasta vuota.
Così Jane, consapevole della propria posizione e dei meccanismi che regolano i rapporti sociali nel 1924, per la prima volta entra nella casa di un padrone dalla porta principale, non come donna di servizio, ma come gradita ospite. Si ritrova a osservare ogni ambiente da una prospettiva diversa, conservando però il giusto distacco quasi temesse di contaminare quei luoghi con la sua oltraggiosa presenza.
La piccola Jane assapora profondamente la libertà concessale per un giorno, libertà dagli obblighi lavorativi, ma anche morali con il presentimento, rivelatosi in seguito una profezia, che quella giornata la avrebbe divisa per sempre dal suo amato Paul.
La cronaca dettagliata degli eventi accaduti quella domenica e dei sentimenti provati da Jane vengono narrati dalla stessa protagonista ormai adulta quando mettere per iscritto i suoi pensieri è diventato il suo mestiere.
Approfondimento
Un giorno di festa è il resoconto di una giornata narrato dalla protagonista momento per momento, proprio a voler disegnare nella mente del lettore un confine tra un prima e un dopo. La stessa Jane nel romanzo dice di essere venuta al mondo proprio nel pomeriggio di quel 30 marzo quando, di ritorno dalla casa di Paul comprende di dover cambiare la propria vita, togliere quel grembiule e l’atteggiamento di sottomissione a esso collegato per dedicarsi alla sua passione, a quell’amore per la lettura che la porterà a lavorare con i libri prima come commessa in una libreria e poi come scrittrice per condividere con i suoi lettori quelle esperienze che da giovane cameriera non avrebbe osato raccontare a nessuno.
La minuziosità usata da Graham Swift per descrivere ogni aspetto della domenica di festa appesantisce un po’ la lettura: per quasi la metà del libro ho avuto l’impressione che la storia fosse bloccata nello stesso punto senza raccontare niente di nuovo (l’autore torna di consueto su eventi già trattati) per poi proseguire spedita verso la conclusione dove si comprende pienamente ogni aspetto della vita travagliata della protagonista.
Il motivo principale che non mi ha permesso di assegnare un maggiore gradimento a quest’opera è l’uso di una terminologia a tratti eccessivamente esplicita, della cui mancanza, a mio avviso, la storia non avrebbe risentito assolutamente.
Graziana Mattei