Autore: Virginia Baily
Pubblicato da Nord - Gennaio 2016
Pagine: 407 - Genere: Narrativa Contemporanea
Formato disponibile: Copertina Rigida
Collana: Narrativa Nord
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Chiara Ravello è una giovane donna che prende una decisione rivoluzionaria, e certamente non comune, durante il rastrellamento del Ghetto Ebraico di Roma: salvare un bambino ebreo e crescerlo come se fosse suo figlio. Questo intento cambierà definitivamente la vita della protagonista, che si troverà a fare i conti con il destino del piccolo Daniele anche dopo trent’anni da quel giorno di ottobre.
Mi capita spesso di pensare che gli uomini siano come le spezie. Per sentirne tutto l’aroma bisogna schiacciarli.
Ritrovarsi nel bel mezzo del rastrellamento del Ghetto Ebraico di Roma, avere paura per se stessi, per la propria famiglia e per le proprie scelte, ma anche cercare la speranza e tentare di sopravvivere, magari regalando una seconda possibilità a chi sembra destinato a finire in un campo di concentramento. Questo è ciò che fa Chiara Ravello, la protagonista di Una mattina di ottobre, libro che si snoda attraverso i decenni, dal 1943 sino agli anni Settanta, per raccontare una storia che potrebbe essere vera e che consente a Virginia Baily di presentare al lettore uno spaccato della società italiana dell’epoca. Un’Italia messa in ginocchio dalla guerra e connotata dalla povertà, ma anche dalla necessità di ricominciare da capo.
Chiara non vede Daniele da anni, ma la sua presenza torna a imperare nella sua vita quando una ragazzina di nome Maria la chiama, indicandole di essere proprio la figlia di quel bimbo che la protagonista ha cresciuto e che le ha regalato gioia e sofferenze insieme, durante la sua adolescenza e l’approccio alla vita adulta. La donna di mezza età si ritrova a dover fare i conti con questa giovane proveniente dall’Inghilterra che vuole sapere qualcosa di più di suo padre e vuole anche conoscere da dove lui sia venuto e quali fossero i suoi sogni e le sue speranze, con il candore tipico di chi, a sedici anni, scopre che la sua vita non è quella che sembrava. Chiara, allo stesso tempo, dovrà riuscire a comprendere che cosa sia accaduto a quel Daniele Levi che le ha spezzato il cuore e che ha potuto, però, generare una nuova vita in maniera quasi inconsapevole, sfuggendo dalle sue mani e ribellandosi all’amore che lei gli aveva offerto sin dal primo sguardo, in quella mattina di ottobre.
Una mattina di ottobre tocca temi differenti e lo fa continuando a rimbalzare da un’epoca all’altra, seguendo il filo dei ricordi della protagonista, con uno stile snello e mai noioso. La Baily parla d’amore, di lotte, di gioventù e vecchiaia, e lo fa in modo snello e schietto, utilizzando anche la bellezza della Città Eterna come cornice perfetta per un libro che ha incantato i lettori di tutto il mondo.
Approfondimento
Una mattina di ottobre è certamente un romanzo adatto a un pubblico variegato e curioso. Variegato perché in esso si prendono in considerazione tematiche “trasversali”, che tutti sono in grado di comprendere e apprezzare (il rapporto problematico tra le generazioni, i legami di famiglia, la paura del futuro); curioso perché l’autrice è in grado di interessare il lettore, pagina dopo pagina, alle vicende della protagonista e degli altri personaggi presenti tra le sue pagine.
Lo stile scorrevole, la presenza di molti dialoghi e le belle descrizioni relative alla città di Roma, che si rivela pian piano in tutta la sua maestosità, sono in grado di non rendere mai noiosa la lettura, e di mantenere vivo l’interesse anche per più di quattrocento pagine. Questi elementi, insieme all’indubbia attualità dei temi trattati, rendono questo romanzo consigliabile a molti lettori.
Allo stesso tempo, la dovizia di particolari con la quale l’autrice descrive gli ambienti, i pensieri dei personaggi e le vicende che si susseguono, potrebbe non essere gradita agli amanti di uno stile più sintetico e meno “romanzato”. Ecco perché nel decidere di leggere questo libro è necessario tenere in considerazione tutti questi elementi e comprendere se possa fare, davvero, al caso proprio.
Stefania D’Ammicco