Autore: Zeruya Shalev
Pubblicato da Feltrinelli - Novembre 2020
Pagine: 320 - Genere: Romanzo di formazione
Formato disponibile: Brossura, eBook
Collana: Universale economica
ISBN: 9788807894312
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Yaara ha sposato Yoni perché lui le ha detto che l’avrebbe amata per sempre, ma nel loro giovane matrimonio forse quest’amore manca. Ma Yaara riesce a distinguere l’amore vero dalla mera passione carnale? La sua mente perde lucidità quando il magnetismo di Arieh l’attrae come un buco nero, dentro il quale la sua vita comincia a sprofondare.
Amando chi ti odia e odiando chi ti ama.
Nella Gerusalemme degli anni ‘90 si svolge la storia di Yaara, una giovane donna alle prese con una tesi di laurea che non riesce a concludere, un lavoro come assistente all’università dove inizia a mancare troppo spesso la sua presenza, e un matrimonio di soli cinque anni con l’adorabile Yoni, nel quale si fa strada la noia. I genitori amano la loro figlia, ma il loro affetto manca di qualcosa, dal loro rapporto traspare un rimpianto o un pentimento. Il fratellino di Yaara è morto dopo pochi mesi dalla nascita lasciando la sua famiglia in un dolore latente e inconsolabile che giace nascosto come la bella treccia di capelli che la madre si è tagliata alla sua morte, rinunciando per sempre alla sua bellezza e femminilità. Questo sentimento di incompletezza pervade la vita di Yaara; forse nel suo orizzonte c’è qualcosa che sfugge allo sguardo e alla sua comprensione. Ma cosa?
È in questo strano clima famigliare che Yaara un giorno bussa alla casa dei suoi genitori, ma uno sconosciuto le apre la porta. Un uomo alto e imponente, di pelle scura, con i capelli bianchi e il volto rugoso sul quale spiccano carnose labbra violacee e denti ingialliti dalle mille sigarette. Yaara spalanca la porta e corre in camera temendo per la salute della madre, immaginando che quello fosse il medico accorso per una visita urgente. Ma la madre si sente bene, non è la sua salute fisica ad avere un problema, piuttosto è l’insofferenza verso quell’uomo, Arieh Even, un amico del marito Shlomo, ritornato in Israele dopo tanti anni vissuti in Francia con la moglie Josefine. Yaara non comprende, non aveva mai sentito parlare di questo amico. Sbircia dalla porta della camera i due uomini dialogare dei ricordi di un tempo, immersi nella nuvola di fumo delle sigarette di Arieh. Inizia ad osservare le sue belle mani affusolate, lo sguardo magnetico, il suo muoversi elastico, più giovane di un uomo della sua età. Yaara si sente in un certo modo attratta da lui, ma allo stesso tempo è frenata dall’odio palese della madre nei suoi confronti. Possibile che le stia nascondendo qualcosa?
Una relazione intima tratta un tema nient’affatto originale: l’inspiegabile attrazione di una donna giovane e bella per un uomo maturo che gioca con lei come il gatto con il topo. Arieh accortosi dell’interesse decisamente palese di Yaara nei suoi confronti, approfitta della situazione attraendola nella sua trappola, per poi respingerla e reclamandola a fasi alterne, legandola a sé stesso come un brandello di gioventù che gli ricorda un passato dal quale ancora non è riuscito a sfuggire. Yaara inizia ad agitarsi nella rete di sesso e gusto del proibito, avviluppandosi sempre più in un susseguirsi di errori che porteranno a far luce sul passato della sua famiglia, ma al caro prezzo di far crollare quel mondo che aveva appena iniziato a costruirsi.
Approfondimento
Il personaggio bieco e repellente di Arieh Even, il tormento interiore misto al distacco emotivo, permea dal torbido velo attraverso il quale l’autrice ci porta nel suo mondo onirico e inverosimile. Spesso, durante la lettura di Una relazione intima si ha l’impressione soffocante di vivere un sogno nel quale devi correre, ma non riesci a muoverti. Yaara è solo apparentemente una donna giovane ed emancipata, ma ricopre piuttosto un ruolo di completa sottomissione maschilista da parte di Arieh, rinunciando all’amore tenero e fedele di Yoni che le lasciava la libertà di intraprendere la sua carriera universitaria.
La paura che mi incuteva lui, scacciava quella che mi ispirava il mondo, dice Yaara, che forse della sua emancipazione non sapeva che farsene e avrebbe scelto un modello femminile sottomesso, di tradizione antica, ma che le trasmettesse il senso di protezione e la guida che le manca. Sullo sfondo, fra ricordi storici e citazioni bibliche, l’inevitabile triangolo amoroso giovanile fra “la bella ragazza con la treccia” che si impadronisce del cuore di Schlomo, schivo e mite, e Arieh bello e affascinante, ma penalizzato fisicamente da una ferita subìta nella guerra con la Siria, che compromette il suo intero futuro. Fra gli altri personaggi di rilievo la saggia zia Tirzha e la moglie di Arieh, la francese Josefine, le quali dividono la stessa stanza di ospedale aspettando purtroppo la fine; quella stanza dove Yaara non smette di andare, attratta dalla solita gelosia e curiosità che si nutre nei confronti della moglie dell’amante.
Yaara è un personaggio completamente fuori dagli schemi, privo di ogni senso di logica morale e intellettuale, che a mio avviso provoca antipatia dall’inizio alla fine del romanzo. Arieh è forse scusato dai tormenti del suo passato, ma alla fine della storia, di lui si imprimono nella memoria, solo le descrizioni sordide e repellenti del sesso fra di loro, come la sua forfora sul maglione nero attraeva più di ogni altra cosa lo sguardo di Yaara durante l’amplesso.
Chi sbaglia lo sa in anticipo che sta per sbagliare, ma non può fare altrimenti, non può impedirselo.
Forse è questa l’attrazione fatale provocata dal romanzo.
Francesca Balacco