Autore: Derek B. Miller
Pubblicato da Neri Pozza - Dicembre 2014
Pagine: 315 - Genere: Thriller
Formato disponibile: Brossura
Collana: I Neri
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Sheldon Horowitz. È americano. Ebreo. Ha ottantadue anni. È un vedovo in pensione, impaziente e impertinente. È malato di Alzheimer. È un ex marine, è stato un tiratore scelto in Corea e mastro orologiaio. La notizia della gravidanza della nipote gli fa fare le valigie e lo fa salire sul primo aereo per raggiungerla.
«Cosa ci verrei a fare? Sono americano. Ebreo. Ho ottantadue anni. Sono un vedovo in pensione. Un marine. Riparo orologi. Ci metto un’ora per fare pipí. Laggiú esiste un club di cui non sono a conoscenza che mi vuole tra i soci?».
«Non voglio che tu muoia solo».
«Santo cielo, Rhea».
«Sono incinta. Da poco, ma è vero».
A quelle parole, in quel giorno cruciale, Sheldon prese la mano della nipote e la portò alle labbra, chiuse gli occhi, e si sforzò di percepire la nuova vita nelle sue pulsazioni.
Sheldon Horowitz non vuole lasciare New York per trasferirsi a Oslo, in Norvegia, a casa della nipote Rhea e di suo marito Lars. Tuttavia, quando viene a sapere che la nipote aspetta un bambino, si decide a fare le valigie e salire sul primo volo per la Norvegia.
A Oslo se ne sta a casa della nipote a smontare i suoi orologi e ad ascoltare, senza capire, i litigi della coppia di kosovari che abita nell’appartamento di sopra. Durante i giorni di solitudine iniziano anche i suoi ricordi, giorno dopo giorno, sempre più vividi, del periodo della guerra, facendogli ricordare la morte di suo figlio e la nascita di Rhea, sua nipote, fino alla semplice e spensierata vita con Mabel. I contrasti della sua mente lo portano a confondere i ricordi, a distorcerli, a mescolarli con la realtà, di cui fanno parte anche i fantasmi del suo passato.
Poi un giorno in cui Sheldon è solo in casa, gli inquilini del piano di sopra iniziano a litigare. I rumori però iniziano a farsi sempre più violenti fino a sentire una porta sbattere, una corsa frenetica giù per le scale e poi il silenzio di fronte la porta d’ingresso del suo appartamento. Sheldon guarda dallo spioncino: vede una donna, Vera, la vicina kosova che abita al piano di sopra, che si guarda intorno. Senza sapere neanche il perché, Sheldon apre la porta e la lascia entrare. E in quel momento che si accorge che non è sola: al suo fianco c’è un bimbo, silenzioso e impaurito, di circa otto anni. Non passa molto tempo e la situazione precipita: Sheldon e il bambino si nascondono in un armadio, mentre Vera va incontro ai suoi assassini, dopo aver pronunciato delle parole incomprensibili.
L’istinto di sopravvivenza prende il sopravvento e Sheldon fugge con il bambino, mentre Rhea, sempre più preoccupata dopo essersi resa conto della sua scomparsa, cerca di anticipare le mosse del nonno e prevedere i luoghi in cui potrebbe nascondersi.
Oslo si trasforma quindi quasi in uno scenario di guerra dove bisogna nascondersi, dove vige la legge del più forte. Un bigliettino lasciato sul comodino è l’unico indizio per Rhea per ritrovarli….
Approfondimento
Sheldon Horowitz, il protagonista di Uno strano luogo per morire, reduce dalla guerra in Corea, ha perso suo figlio Saul nella guerra del Vietnam e la moglie Mabel a causa di una malattia. Vive perennemente nei sensi di colpa, per non essere riuscito a salvare il figlio dagli ideali che lui stesso gli aveva trasmesso, partendo per il Vietnam dove ha perso la vita. Confonde la realtà, con i ricordi per colpa della sua demenza senile.
Poi all’improvviso gli si presenta un’altra avventura, un’altra occasione di riscatto da una morte della quale si sente colpevole: la possibilità di salvare la vita a un bambino.
Uno strano luogo per morire è il romanzo-thriller di esordio di Derek B. Miller, con una trama ricca di colpi di scena, carico di suspense e con un finale geniale. Tuttavia in alcuni punti, ho riscontrato un po’ di difficoltà a destreggiarmi tra passato e presente, a capire dove finivano i ricordi e iniziava la demenza senile. Nel complesso resta comunque un thriller eccezionale e in alcuni momenti anche commovente.
Rosanna Cirma