Autore: Hanya Yanagihara
Pubblicato da Feltrinelli - Gennaio 2022
Pagine: 768 - Genere: Narrativa, Romanzo di formazione, Romanzo distopico
Formato disponibile: Brossura, eBook
Collana: I narratori
ISBN: 9788807034817
ASIN: B09M8P52JC
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La storia si svolge in tre periodi storici diversi, o meglio tre secoli diversi, ma ognuno di essi affronta le stesse tematiche legate al riscatto sociale e al senso di appartenenza, all'integrazione, all'omosessualità e alla libertà da ogni forma di controllo o paura. E anche alle malattie.
Come può saperlo Dio che cosa vuole ogni persona? Come poteva essere sicuro di averli portati nel posto che avevano sognato?
Tre secoli diversi per raccontare tre storie diverse: nel 1893 David Bingham deve decidere cosa fare della propria vita, vorrebbe lasciare la facoltosa famiglia e la protezione del nonno per avventurarsi in un viaggio in California, senza alcun tipo di certezza, per affermare il proprio desiderio di autodeterminazione e anche perché pensa di avere trovato l’amore nella persona di Edward, un ragazzo di umili origini che secondo il nonno di David altro non è che un truffatore.
Un secolo dopo un altro protagonista vive una storia d’amore con un uomo più maturo ed esperto di lui e nel contempo subisce un conflitto interiore per il rapporto con suo padre, con il quale non ha più contatti da molti anni. Suo padre ha sprecato la propria esistenza, lasciando passare i giorni, fino all’incontro con un suo vecchio amico ossessionato dal ritorno alle origini che lo convince a adottare uno stile di vita “libero” ma alla luce dei fatti peggiore di prima.
Il figlio lo abbandona appena possibile per sfuggire a una vita di degrado e al controllo ossessivo del suo amico.
In un futuro distopico, un secolo dopo, viene raccontata la vicenda di Charlie. La storia è ambientata in una città dove ormai il controllo del governo invade ogni settore della vita delle persone: è severamente proibito dissentire a qualsiasi regola. Il cibo e le altre risorse sono scarsi, il clima è molto cambiato e le persone vanno in giro con particolari tute che servono a stabilizzare la temperatura.
Ma la cosa più inquietante è il susseguirsi di malattie terribili e altamente contagiose, nel corso del secolo si sono diffuse diverse epidemie, dovute anche ai comportamenti irresponsabili dell’uomo. Migliaia di persone sono rimaste uccise o hanno subito conseguenze tremende.
Il libro Verso il Paradiso affronta nel complesso tematiche sempre attuali come il senso di appartenenza a una nazione, la ricerca del proprio posto nel mondo e la libertà in senso fisico ma anche intesa come possibilità di decidere in autonomia della propria vita senza il controllo ossessivo da parte di nessuno.
Si parla tanto anche di omosessualità (questo tema è talmente presente da far pensare che per l’autrice sia di primaria importanza), ma in maniera insolita, non come un problema o un tabù ma come stile di vita abituale senza discriminazioni o critiche.
Ho potuto notare che l’autrice Hanya Yanagihara utilizza un duplice stile narrativo: riesce spesso a compiere in maniera molto convincente e concisa un’indagine sullo stato d’animo delle persone mentre si dilunga eccessivamente su altre parti, rendendo la lettura un po’ pesante.
Verso il paradiso è un testo molto voluminoso e a mio parere molte parti potevano anche essere omesse. Conoscevo già la Yanagihara e ho avuto la stessa impressione anche dopo la lettura di un’altra sua opera.
Approfondimento
Verso il paradiso è strutturato in tre parti, ciascuna delle quali è ambientata in tre secoli diversi.
La prima parte, siamo nel 1893, racconta la storia di David un giovane che ha sempre vissuto sotto la protezione di suo nonno e del resto della famiglia, potendo contare su un immenso patrimonio. La vita di David segue sempre lo stesso schema, non ha un vero lavoro ma solo un’occupazione di facciata che suo nonno ha pensato per lui, cena tutte le sere col nonno e pranza tutte le domeniche con i fratelli che non perdono occasione per infastidirlo, insomma si sente più o meno un soprammobile.
Ma un giorno conosce un giovane insegnante e, nonostante sia combattuto tra il dispiacere che causerà al nonno e la voglia di tornare vivo e spericolato, decide che è arrivato il momento di cambiare.
Dopo un secolo, un altro giovane protagonista vive la sua vita, affettiva e professionale, con un uomo molto più vecchio di lui, che infonde nel ragazzo un profondo senso di protezione e di sicurezza, quasi fosse suo padre, dandogli sollievo dal senso di abbandono che prova.
In effetti la madre del ragazzo l’ha abbandonato molto presto mentre il rapporto col padre si è interrotto molto tempo prima. Suo padre era incapace di decidere in autonomia ed era quindi facilmente influenzabile.
Quando un vecchio amico dell’università si ripresenta, con idee politiche radicali in merito all’annessione delle Isole Hawaii agli Stati Uniti, il padre del ragazzo si lascia convincere ad adottare uno stile di vita primitivo e frugale, proprio come gli antenati hawaiani, ma non per questo migliore.
La terza e ultima parte, la più consistente e strutturata in parte come epistolare, è ambientata in un futuro inquietante e dittatoriale: la giovane Charlie vive a New York che è diventata una città sotto il totale controllo dello stato, che si serve di spie infiltrate tra la popolazione per stanare eventuali oppositori. Le letture, il tempo libero e le conversazioni sono controllati dal governo. Il cibo è scarso e quindi razionato, così come le altre risorse.
Una serie virus sconosciuti hanno provocato devastanti epidemie, che il governo cerca di contenere, nel massimo riserbo, ciononostante sono morte migliaia di persone ed altrettante portano addosso i segni delle malattie. Nell’affrontare le epidemie, coloro che sono utili al governo, scienziati e tecnici, vengono tutelati e privilegiati, ma non appena l’utilità viene a mancare vengono accusati e puniti.
Tutte le tre parti del libro hanno in comune spunti di riflessione legati a tematiche attuali come la libertà di pensiero e di opinione, l’ambiente e il ruolo dell’uomo nello sfruttamento eccessivo delle risorse, il condizionamento che tutti i giorni subiamo da chi ci governa, le malattie, che mai come ora hanno cambiato le nostre vite e infine l’omosessualità che pare avere particolare importanza per l’autrice. Ne scrive diffusamente.
Essendo la Yanagihara americana, credo abbia voluto in questo modo dipingere un ritratto del suo Paese, nel bene e nel male, ma credo che questo ritratto si adatti molto bene anche ad altri Paesi, compreso il nostro.
In alcune parti mi ha colpito la capacità dell’autrice di indagare in modo significativo e mirato le emozioni e gli stati d’animo dei personaggi, in altre invece avrei desiderato leggere di meno, altre ancora avrebbero invece meritato più spazio. Non c’è quindi equilibrio nel suo modo di esporre la storia.
In conclusione i temi trattati sono molto interessanti e degni della massima attenzione, ma il modo in cui sono stati esposti mi ha lasciato un senso di insoddisfazione.
Angela Atzeni