
Autore: Jean-Luc Seigle
Pubblicato da E / O - Agosto 2016
Pagine: 173 - Formato disponibile: Brossura
Collana: Dal mondo

📗 Acquista scontato su ibs.it
📙 Amazon (spedizione gratuita)
📙 Versione Kindle
📙 Acquista online
✪ Le recensioni dei lettori su Goodreads
Parigi 1953. Pauline Dubuisson ha 21 anni. Dopo aver assassinato il suo fidanzato perché ha smesso di amarla, viene condannata a 9 anni di galera, ma dopo 6 anni, nel 1959, viene rilasciata per buona condotta. Riuscirà ora a iniziare una nuova vita o il passato continuerà a tormentarla?

Pauline Dubuisson ha 21 anni quando viene giudicata colpevole dell’omicidio del suo ex fidanzato e condannata a 9 anni di prigione.
Grazie alla buona condotta viene rilasciata dopo soli 6 anni, e decide di cambiare nome e di ricominciare gli studi medici, ma l’uscita del film La verità con Brigitte Bardot che narra la sua storia e il moralismo della madre la spingono a lasciare la Francia e rifugiarsi in Marocco.
Qui incontra Jean, un uomo meraviglioso che la vuole sposare, lei accetta spinta dall’amore che lui è riuscito a far rinascere in lei, ma si troverà davanti a un grande dilemma: deve dire a Jean del suo passato o continuare a mentirgli tutta la vita?
Se non ci fosse stato quel film non avrei mai lasciato la Francia. Nei primi tempi mi terrorizzava l’idea di abbandonare il paese in cui era sepolto mio padre, affrontare una fuga infernale e folle per trasferirmi in un altro paese con la speranza di sfuggire a un destino che mi tampinava senza requie, come un occhio dietro l’obiettivo della macchina fotografica determinato a non mollare la sua preda. Oggi benedico ogni giorno il film per avermi spinta a partire, perché qui a Essaouira ho la sensazione di ritrovare una vita.
Poche righe, ma con un significato immenso. La decisione di cambiare totalmente la propria vita, una decisione sofferta ma obbligata da fattori esterni. Fattori che comprendono l’incomprensione della gente e l’abitudine di questo di stravolgere i fatti senza conoscerli. Righe semplici, senza paroloni o giri di parole che dimostrano la bravura dell’autore a trasmettere l’anima della protagonista.
Avrei preferito uno schiaffo. Era riuscita a fare un collegamento feroce tra il tempo libero delle donne moderne e il mio delitto, convinta che a forza di essere abbandonate a se stesse, come riteneva fossi stata io, e preoccupate dalla quantità di pensieri che ronzavano loro in testa mentre stavano lì a fumare sigarette, esattamente come io fumavo le Royale, le donne rischiavano di diventare criminali, permettendo ai loro più bassi istinti di salire in superficie.
Jean-Luc Seigle riesce a spiegare alla perfezione, in una sola frase a spiegazione del dialogo tra madre e figlia, la differenza di pensiero tra una generazione e l’altra. Siamo nel 1953 subito dopo la Seconda Guerra Mondiale, iniziano a entrare in casa i primi elettrodomestici, le donne hanno più tempo libero e l’emancipazione femminile è sempre più frequente nelle generazioni più giovani, creando dei baratri generazionali con i genitori ancora legati alle vecchie tradizioni e che vedono il futuro come qualcosa di maligno.
Non ho mai avuto un’immagine di me, forse perché nella casa in cui sono cresciuta non c’erano specchi grandi e quindi ho visto sempre e soltanto pezzi di me. Le mani di Jean hanno più potere degli specchi. Non credevo di poter amare di nuovo. Tutti questi anni ho pensato che l’amore mi fosse vietato.
Il messaggio trasmesso da Jean-Luc Seigle, pur se detto con parole semplici e con un tono quasi poetico, è un molto forte: trasmette come un omicidio e nove anni di prigione possano cambiare e indurire una persona a tal punto da non credere più in niente, nemmeno nell’amore, ma allo stesso tempo il trovare una persona che non ti giudica e ti sa accettare per quello che sei, senza continuamente ricordarti un passato doloroso, possa far rinascere sentimenti di dimenticati e far cambiare le persone in meglio.
Approfondimento
Vi scrivo dal buio è un romanzo ben strutturato che descrive alla perfezione sia il moralismo delle persone, specialmente durante gli anni del dopo guerra quando il moralismo era al suo vertice, che l’animo umano, portando il lettore in un viaggio introspettivo della protagonista, ma anche in un viaggio introspettivo personale, invitandolo continuamente a porsi domande importanti su come avrebbe reagito lui, come avrebbe affrontato determinate scelte.
Un romanzo che nonostante il suo ritmo veloce e il suo stile semplice non è una lettura facile per la profondità che racchiude nelle sue pagine.