Autore: Naomi Ishiguro
Pubblicato da Einaudi - Febbraio 2021
Pagine: 207 - Genere: Racconti, Narrativa orientale
Formato disponibile: Copertina Rigida, eBook
Collana: Supercoralli
ISBN: 9788806247157
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In "Vie di fuga" Naomi Ishiguro racconta di persone normali che lottano per liberarsi da vincoli reali e mentali. Le loro storie, come quelle di Angela Carter prima di lei, hanno però anche qualcosa di fantastico, che si manifesti in un dettaglio – come un enorme orso giocattolo che con la sua muta ed enigmatica presenza ha il potere di scuotere un matrimonio – o in una conclusione che la razionalità non può spiegare. In una lingua controllata e precisa, economica ma capace di tocchi poetici, Naomi Ishiguro racconta di persone in trappola, ma offre a loro, e ai lettori, la libertà del volo.
Forse soprattutto così, da solo, con il mare davanti come una porta, una soglia magica che bastava varcare per trovarsi in un posto dove le cose da temere erano chiare, mostruose, come animali fantastici ed eserciti nemici, e uno le poteva sconfiggere con le armi, le urla e un’eroica determinazione. Si sentiva molto più adatto a una vita simile che a quella che gli era toccata in sorte.
Vie di fuga è il libro d’esordio di Naomi Ishiguro, figlia del premio Nobel Kazuo Ishiguro, tradotto in Italia da Margherita Emo, edito da Einaudi.
Se è molto complesso scrivere un libro, lo è in misura maggiore una raccolta di racconti, dove in poche pagine bisogna concentrare il messaggio che dovrà poi arrivare ai lettori.
Il fil rouge che lega i sette racconti contenuti in Vie di fuga è l’incertezza riguardo ogni aspetto della vita che crea un senso di destabilizzazione generale nell’uomo. Un tema difficile da raccontare, da spiegare, ma l’autrice tenta di farlo tramite i suoi personaggi che vagano incerti tra realtà e surrealtà.
Nel primo racconto intitolato Maghi, il mio preferito della raccolta, troviamo un bambino, Alfie, che spera fortemente di diventare un mago quando compirà undici anni (chiaro omaggio alla Rowling). Per questo bambino la magia è la via attraverso la quale emergere da una solitudine soffocante e allontanarsi da una mamma chioccia che non gli permette di vivere spensierato come un bambino della sua età. Troviamo anche un lettore di tarocchi, impegnato a tentare di sedurre una cliente. Quando i loro mondi si scontrano, si giunge a un risultato devastante. Infatti quando Alfie verrà scacciato in malo modo da quell’uomo, che credeva essere il mago venuto a salvarlo capisce che quella che doveva essere la sua via di fuga da una realtà troppo stretta e solitaria non esiste, e ne cerca subito un’altra, terribile. Così come fa il presunto mago che, trovandosi di fronte a due scelte importanti, è schiacciato dal sentimento d’incertezza tra il volere e il non volere, che gli impedisce di prendere una posizione e di cambiare le sorti della sua esistenza e non solo.
Anche nel secondo breve racconto, intitolato Orsi, ci troviamo di fronte a un uomo che dopo anni di serena vita coniugale, mette in dubbio le sue sicurezze e lo stesso sentimento maritale solo perché la moglie ha comprato un enorme orso impagliato che porta sempre con sé, perfino in camera da letto.
Un altro racconto che ho trovato di estrema delicatezza e poesia è Il tetto piatto, in cui una donna si rifugia sul tetto della propria casa e confida il suo dolore per la perdita di una persona cara agli uccelli. Gli uccelli rappresentano la sua via di fuga dalla sofferenza che la invade, con le loro ali spiegate possono volare via dalle brutture del mondo e cercare altri nidi, altri luoghi.
Fino a qui ho creduto e sperato di leggere ancora storie di questo tenore, così delicate e intime. Così non è stato. Purtroppo il libro si è proiettato a una rapida discesa. Gli altri racconti, infatti, sono quasi del tutto facilmente dimenticabili perché non sviluppati a livello di trama e sembrano interrompere quel fil rouge di cui parlavo all’inizio. Come L’acchiapparatti, racconto che l’autrice, inspiegabilmente, divide in tre parti; è una storia caratterizzata da un’atmosfera gotica che mi ha subito portato alla mente le trame di Shirley Jackson: un acchiapparatti ingaggiato dal re di un castello per compiere una disinfestazione generale, ma si ritrova immischiato in una storia familiare inquietante e grottesca. Non mi è dispiaciuta in sé, ma l’ho trovata del tutto disancorata dalle altre. Inoltre i finali inconcludenti e inefficaci rendono il tutto davvero poco concreto.
Nonostante abbia apprezzato il suo stile di scrittura, apparentemente semplice, ma in realtà molto ricercato e intriso di lirismo, non posso dire che i contenuti dei racconti mi abbiano entusiasmato favorevolmente. Si fa un po’ fatica a comprendere e analizzare gli interessanti temi affrontati, come l’incertezza, l’inadeguatezza, l’alienazione, il rapporto con l’altro, perché il contenuto stesso dei racconti, connaturato da una sorta di realismo magico, li copre nascondendoli al lettore. I temi centrali dovevano venir fuori più esplicitamente e più facilmente perché “L’incertezza è l’habitat naturale della vita umana”, come scrive Bauman, sociologo e filosofo polacco di origini ebraiche nel suo saggio “L’arte della vita”.
Approfondimento
Naomi Ishiguro ha scritto anche un romanzo, Common Ground, non ancora tradotto in Italia, in cui descrive l’amicizia di due ragazzi di diversa estrazione mentre si liberano dalla loro infanzia in una piccola città per forgiare nuove identità a Londra. Ishiguro ha orrore per le persone che danno per scontato che la sua narrativa sia autobiografica, motivo per cui i suoi protagonisti sono maschi. Detto questo, è consapevole che “non ci sono ancora abbastanza personaggi femminili forti”.
Mi piacerebbe scriverne alcuni perché abbiamo bisogno di più, quindi perché sto scrivendo tutti questi uomini? Ma siamo tutti umani, no, cerco di rendere i miei personaggi universali.
Rosaria Faeta