
Autore: Donato Carrisi
Pubblicato da Longanesi - Novembre 2022
Pagine: 432 - Genere: Gialli, Thriller
Formato disponibile: Copertina Rigida, eBook
Collana: La Gaja scienza
ISBN: 9788830453524
ASIN: B0BHV5STV7

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In una grande casa vive una bambina di dieci anni con un amico immaginario. Maja Salo, la sua tata, decide di contattare Pietro Gerber, l’addormentatore di bambini. Sarà proprio l’amico immaginario della bambina a farlo ritornare nel proprio passato, a quando, ad undici anni, Pietro Gerber è morto.

Sono convinto che ci sia qualcosa d’inesplorato nell’esistenza umana e che agli uomini è toccato il grave compito di cercarlo.
Pietro Gerber ha ormai la reputazione rovinata, gli sono rimasti pochissimi pazienti e neanche gli importa più. Chi ha letto i primi due libri della saga, ovvero La casa delle voci e La casa senza ricordi, sa benissimo il perché della sua rovina. Pur non avendo letto i libri precedenti, però, è facilissimo seguire la storia. Tutto parte con una strategia di confusione del lettore, in quanto Pietro Gerber racconta di come, durante l’estate del 1997, è morto giocando con i suoi amici nella tenuta di Port’Ercole. Ma Pietro Gerber non è morto ad undici anni, quindi perché dice di essere morto? Questo è il primo dei tanti quesiti che il lettore si pone nelle prime pagine del libro. Ciò che è importante, forse più della morte – o presunta tale – di Gerber, è il gioco a cui lui e gli altri bambini stavano giocando durante quell’estate, ovvero il gioco degli omini di cera. Pur essendo, infatti, un gioco innocente alla pari di nascondino, sarà la chiave per risolvere un mistero ritenuto ormai sepolto, ma che verrà riportato alla luce da una bambina molti anni dopo.
È la parola Arimo, apparentemente priva di significato, a chiudere il cerchio. È interessante notare come il termine usato dai bambini, portatori di vita e di innocenza, derivi dal latino arae mortis, ovvero gli altari della morte costruiti per celebrare i caduti al termine di una guerra. Questo accostamento continuo dei bambini alla morte è il fil rouge che collega tutto il libro, ma mai come ce lo aspettiamo.
Niente in La casa delle luci è prevedibile, tutto prende una direzione opposta esattamente quando siamo sicuri di aver capito tutto. I capitoli brevi servono a creare un ritmo serrato e ricco di suspense, il lettore diventa incapace di distogliere lo sguardo dalle pagine.
Approfondimento
Ciò che più mi sento di lodare Donato Carrisi è la capacità di caratterizzazione dei personaggi. Per tutto il romanzo è impossibile capire le loro intenzioni, se sono personaggi positivi o negativi, se mentono o se sono sinceri. Possiamo affermare con certezza che niente è quello che sembra. Complice anche il pensiero di Gerber, narratore quasi inaffidabile, se possiamo dirlo, pieno di contraddizioni e ormai disilluso, incapace di fidarsi delle persone, incapace di fidarsi di sé stesso.
Ho sempre pensato che nella mente di chi è ancora piccolo ci sia qualcosa di primigenio, un’autenticità non ancora corrotta, uno spazio libero e anche qualcosa di prezioso.
I bambini sono i portatori di innocenza, purezza ma, come può notare lo stesso Gerber, le persone cattive nascono già con l’oscurità dentro di loro, e sono tanto bravi a mostrarla da bambini quanto a nasconderla da adulti. Infatti, ciò che vuole farci capire Carrisi, è che “Nessuno cambia con gli anni, si diventa solo più abili a nascondere i difetti.”
Francesca Travaglini