Autore: Louise Jensen
Pubblicato da Sperling & Kupfer - Luglio 2017
Pagine: 324 - Genere: Thriller
Formato disponibile: Copertina Rigida
Collana: Pandora
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Grace è una maestra d’asilo, vive in un bel cottage di proprietà, condivide la sua esistenza con un uomo che ama. Grace abusa di alcool e di farmaci. Grace ha tanti segreti che nasconde con cura e molti altri ne hanno le persone che la circondano. Grace vuole migliorare le cose e pensa che conoscere tutte le verità sia il primo passo. Non ha riflettuto a sufficienza sul fatto che a volte andare avanti è una necessità e tor-nare indietro è impossibile.
Il dolore trasforma le persone, i sensi di colpa le opprimono.
Dopo il decesso della sua migliore amica Grace è distrutta. Il suo dolore è tale che deve ricorrere al supporto di un’analista. Piena di sensi di colpa per la morte di Charlie, l’amica con la A maiuscola, per il padre e anche per un’amica che poi tanto non lo era, la ragazza tende a mischiare medicine e alcool e a farsi sommergere dall’autocommiserazione. Il giorno in cui Charlie avrebbe compiuto 25 anni disseppellisce una scatola di ricordi, legge un messaggio ambiguo che le ha lasciato l’amica e decide di trovare il padre della ragazza. A seguito di un appello su Facebook apprende che l’uomo è morto da tempo, ma conosce la sua seconda figlia. Anna, simpatica, carina, disponibile si piazza nel cottage di Grace e assiste a tutta una serie di piccoli e grandi disastri che sommergono la vita della sua ospite.
Nel complesso La sorella ha una bella trama, con molti personaggi, molte storie che si uniscono creando un intreccio non sempre facile da districare, ma che merita qualche minuto in più di attenzione. Una volta dipanata la matassa quello che ne esce è un romanzo certamente meritevole di essere letto. Finale ben articolato e difficile da intuire fino all’ultimo.
La sorella è, secondo quanto dichiarato in copertina, un thriller. In effetti ci sono molti misteri, parecchi fatti ambigui che richiedono di essere spiegati e questo mette una certa agitazione nel lettore. Mancano invece scene cruente o di particolare tensione che di solito si associano alla letteratura da brivido. Devo dire che all’inizio le cose non dette e i punti in sospeso mi sono sembrate anche troppi. Nelle prime cinquanta pagine mi sono piuttosto infastidita da tutti i dubbi che sono stati insinuati nel lettore. Troppe le cose raccontate a metà, eccessivi i se e i ma. Superata questa boa, però piano piano la Jensen inizia a dare qualche piccola risposta. A quel punto la trama diventa più incalzante, il lettore inizia ad immedesimarsi nella storia, a fare ipotesi a lanciare accuse e ad attendere con ansia gli sviluppi della trama.
Approfondimento
La sorella è un libro sui sensi di colpa. I rimpianti e il dispiacere di aver fatto soffrire qualcuno vengono declinati in ogni loro possibile forma. Partiamo da quello innocuo per le calorie eccessive di un pranzo con le amiche, a quello più serio per aver trascurato la propria salute. Passiamo a sensi di colpa veri e propri. Quelli che ti condizionano la vita, che col passare del tempo non si possono più tenere sotto controllo. Arriviamo infine alle psicosi: il dolore per aver fatto qualcosa di sbagliato è talmente grande che supera il valore stesso di quello che abbiamo fatto. La nostra vita gira attorno a quell’unico sbaglio ai quali ne seguono altri all’infinito.
Ho in testa un turbinio di pensieri che rischiano di portarmi lontano come il tornado del mago di Oz. Magari potessi battere tre volte i tacchi e tornare a casa. È colpa mia? Anche questa volta?
Questa frase credo renda bene l’idea del gorgo in cui cade la protagonista: la sua capacità di giudizio è talmente annebbiata dai sensi di colpa da non essere più sicura di nessuna delle sue scelte.
La sorella è anche un libro sulle donne, raccontate in modo schietto e sincero. Eccole qui come sono nella realtà senza tanti orpelli a nasconderle. Hanno fatto cose terribili? Sì, tutte dalla prima all’ultima. Sono state punite? Sì da loro stesse e probabilmente sono state il peggior carnefice che avrebbero potuto avere.
Sonia Fascendini
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