Autore: R.D. Rosen
Pubblicato da Piemme - Agosto 2016
Pagine: 299 - Formato disponibile: Copertina Rigida
Collana: Piemme Voci
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“Per il resto della sua vita, si sarebbe sentita grata e allo stesso tempo in colpa per quella fortuna. La sua famiglia si era salvata a spese di un’altra.” Ma cosa può fare una madre per salvare la propria figlia? Fino a che punto può spingersi?
Selma, Flora e Clara, oggi donne, all’epoca del racconto erano delle bambine come tante. Ma, all’improvviso, la loro vita cambia e diventano “la bambine invisibili”.
Selma aveva solo cinque anni, quando lei e la madre Laura scapparono dal ghetto di Lvov con dei documenti falsi per sfuggire alla furia dei tedeschi. Da quel momento iniziarono a vivere una vita che apparteneva a qualcun’altro, una vita sospesa tra la paura di essere scoperte e il senso di colpa di essere ancora vive. Selma diventa Sophia, una bambina cattolica. Ma come si riesce a sopravvivere al senso di colpa?
Per il resto della sua vita, si sarebbe sentita in colpa di essere l’unica sopravvissuta!
Come si può tradire la propria fede e la propria religione?
Flora aveva sette anni. La madre, consapevole del pericolo, la affida a un convento di suore, e poco dopo, viene deportata dai nazisti.
Sua madre, le raddrizzò il nastro fra i capelli e la strinse in un abbraccio, le disse che sarebbe tornata presto e se ne andò.
Flora inizia una vita movimentata, spostandosi da una famiglia all’altra e da un convento all’altro. Viene ribattezzata col nome di Marie Hamon e diventa una bambina cattolica, ma aspetta sempre di vedere ricomparire la sua mamma sull’uscio della porta così come le aveva promesso.
Carla, a differenza delle altre due bambine, è rimasta insieme alla madre. Aveva circa dieci anni, quando la madre la costrinse a togliere la stella gialla dal braccio.
Quando usciremo, voglio che la butti nel canale di scolo. Da questo momento non sei più ebrea.
Uscirono di casa a testa alta, ed entrarono in un nascondiglio, dove rimasero chiuse per tre mesi, in una piccola stanza buia e soffocante. Ma, trascorso questo periodo, arrivarono i tedeschi. Le due fecero però in tempo a fuggire, per poi nascondersi nuovamente in una soffitta al terzo piano di un appartamento.
Le bambine invisibili è un libro molto riflessivo. Leggendo le sue pagine il lettore può ascoltare i propri pensieri e i sentimenti che essi risvegliano. Sophia, Flora, Clara, possono essere le figlie di ciascuno di noi. Come ci saremmo comportati noi, in quelle circostanze? Che cosa avremmo fatto? Avremmo salvato le nostre figlie, rinunciando alla nostra identità, al nostro nome, alla nostra religione, oppure saremmo saliti sul quel treno e avremmo affrontato il nostro crudele destino? Io leggendo le pagine de Le bambine invisibili mi sono posta tutte queste domande, e voi che avreste fatto?
Approfondimento
Il libro, scritto da R.D. Rosen, è una biografia e si basa sulle testimonianze dei sopravvissuti. In realtà, con Le bambine invisibili, l’autore, ci fa conoscere un altro aspetto dell’Olocausto, un aspetto mai messo in risalto, un aspetto nascosto nel silenzio per trent’anni. Silenzio e paura di uscire allo scoperto nonostante siano passati anni; silenzio e sensi di colpa, silenzio e mancanza di identità. Sophia, Flora, Carla, sono “ invisibili” e tali resteranno. Ma è giusto che tutto ciò sia venuto a galla, perché loro esistono, non sono invisibili, e la loro sopravvivenza, fa sì che il piano disumano di Hitler sia sconfitto: loro non sono morte, ma ESISTONO.
Libro da leggere assolutamente, lo consiglio vivamente alle nuove generazioni, ai nostri figli. Gli errori del passato, devono aiutare a crescere e a far sì che non vengano più ripetuti. Linguaggio semplice, scrittura fruibile. Da leggere usando tatto e delicatezza, avvicinarsi alla lettura in punta di piedi.
Emanuela Cassone