Recensione di Il segreto di Riverview College di Susanne Goga

Il segreto di Riverview College è ambientato nel 1900 a Londra. Matilda insegna in un college per sole ragazze, dove oltre alle varie materie, viene insegnato loro anche a diventare delle brave donne di casa dell’alta borghesia. Lei invece vorrebbe aprire le loro menti ad altri orizzonti e obiettivi, ma deve farlo con molta attenzione.

Al rientro dalle vacanze estive un’alunna, Laura, molto promettente e curiosa, non si presenta. Il suo tutore avvisa che per motivi di salute la porterà a fare un giro in Italia e in Grecia e che probabilmente non ritornerà più a scuola. Per Matilda c’è qualcosa che non torna: due mesi prima la ragazza era in salute e, curiosa com’era, non avrebbe mai abbandonato la scuola. I suoi genitori sono morti in un incendio e, come orfana e figlia unica, ha un tutore opprimente che organizza la sua vita.

Inaspettata arriva una cartolina di Laura da Pompei nella quale dichiara che sta meglio. Nascosto però sotto il francobollo un indizio, che porterà l’insegnante a improvvisarsi detective, aiutata da un professore di storia conosciuto all’inizio delle sue indagini. Naturalmente dopo varie peripezie verrà a galla una verità inaspettata che cambierà la vita della sua alunna.

Da Il segreto di Riverview College si percepisce bene la mentalità dell’epoca del primo Novecento riguardo alle donne, però come succede nella Storia ce ne sono alcune che non vogliono adattarsi al cliché perché sognano qualcosa di diverso e vogliono raggiungerlo anche se devono andare controcorrente. Matilda è una di queste, ed essendo insegnante vuole aiutare le alunne che dimostrano di avere la sua stessa sua curiosità, la sua stessa voglia di fare cose diverse, a evolversi nonostante il modo di pensare corrente.

Approfondimento

La prima parte di Il segreto di Riverview College risulta un po’ noiosa, perché dopo aver descritto l’ambiente e i personaggi sembra entrare nella routine di tutti i giorni senza evolversi. Poi arriva la cartolina che dà il via a un’avventura che ha dell’incredibile, in senso negativo.

Una ragazza vestita bene, Matilda, che si aggira nei posti non raccomandabili di Londra, di notte a far domande e non le succede niente, nonostante gli incontri pericolosi che fa. Fa la conoscenza di un professore che studia la storia antica di Londra e questi la aiuta nella sua ricerca. Si improvvisano detective per far luce su una sciagura avvenuta quattro anni prima e che la polizia aveva archiviato come disgrazia. Introducendosi di nascosto in una casa risolvono il caso trovando il colpevole. Una diciasettenne che confessa a Matilda la sua omosessualità e si dichiara innamorata di lei. Anche questo tema è buttato lì in maniera superficiale, ma credo impossibile che all’epoca le ragazze ne parlassero così liberamente. Conoscendo il suo segreto, la aiuterà liberandola da una vita già programmata. E per finire, la padrona di casa di Matilda fa la scrittrice, quindi Infilata in questo racconto c’è anche la trama patetica del suo ultimo libro, perché quando Matilda torna a casa deve discuterlo con lei.

Insomma arriva l’eroina che tutto risolve tutto mette a posto. E vissero tutti felici e contenti. Forse una trama un po’ troppo scontata rispetto alla realtà che ci circonda come lettori.

Lucia Vitti