
Autore: Jens Christian Grøndahl
Pubblicato da Feltrinelli - Gennaio 2017
Pagine: 112 - Genere: Narrativa Contemporanea
Formato disponibile: Brossura
Collana: I narratori

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A settant’anni, Ellinor decide che non saranno più le circostanze a decidere per lei, di cosa ne sarà della sua vita, no, non questa volta. Così, dopo la morte del suo secondo marito vuole cambiare vita e torna a vivere nel quartiere popolare di Copenaghen dove è cresciuta, vendendo la villa di famiglia, abbando-nando agi e lusso.

La vita, qualunque vita, si riduce a una manciata di fatti, quando finisce. Fu. […] Andavi a letto con il marito della tua migliore amica e gli permettesti di trascinarti con te nella morte.
Ellinor ha settant’anni e dopo la morte del suo secondo marito inizia a scrivere una lunga lettera alla sua migliore amica, Anna, venuta a mancare trent’anni prima in tragiche circostanze. Tutto il romanzo Spesso sono felice è un riassunto della vita di Ellinor, un viaggio introspettivo nella vita di Ellinor prima di sposarsi, della sua vita dopo aver conosciuto e sposato Henning, primo marito e poi amante di Anna, e infine della sua vita con Georg, ex marito di Anna e secondo marito di Ellinor.
Nella lettera vengono descritti segreti, inganni e tradimenti, senza ipocrisie e falsità, ora che Ellinor ha perso tutti gli affetti e non ha più nulla da perdere l’unica cosa che le rimane è la cruda e dolorosa verità. Ellinor racconta il suo rapporto imbarazzante con la madre e i segreti di quest’ultima che poi Ellinor ha rivissuto, e forse pagato per tutta la vita.
Ellinor racconta ad Anna quante cose sono cambiate da quando lei e Henning non ci sono più; in primis Copenaghen, la loro città, i gemelli, figli di Anna e Georg, cresciuti poi da Ellinor, che rappresentano l’emblema della borghesia, del vizio e degli eccessi, cose che Ellinor non accetta, e non teme di criticare l’educazione che uno dei figli di Georg riserva ai suoi figli, i nipoti mai conosciuti da Anna, ma cresciuti con Ellinor, rispondendo così a tono alla moglie del figliastro.
Ellinor riesce a ricostruire e a illustrare la propria vita vivendola interiormente. Lei non è cambiata, è sempre la stessa, ma la vita è trascorsa e ha sommato gli eventi del passato, non ha rimpianti o rimorsi, il destino ha fatto il suo corso e ha deciso per lei.
Ma ora che è rimasta sola vuole vivere il resto della sua vita come desidera, non le importa di vendere la villa bellissima di Anna e Georg dove ha vissuto con Georg, non le importa che i gemelli disapprovino, quello che vuole è tornare nel suo quartiere ora pieno di prostitute, pusher e quant’altro, ma Ellinor non li vede, lei vuole solo vedere la finestra della casa dove ha vissuto con la madre.
In fondo l’amore genitoriale è l’unica cosa che ha importanza per un bambino e perdoniamo i nostri genitori quando si dimenticano di noi, purché si amino.
Approfondimento
Spesso sono felice è un bellissimo ritratto femminile. Jens Christian Grøndahl ci consegna un breve romanzo che suscita forti emozioni, riuscendo a costruire una storia che intreccia più storie, più voci partendo da un’unica voce che scava e riflette sul vero significato della vita.
Un romanzo che trasmette serenità perché parla di perdono. Degli altri, ma soprattutto di se stessi e della solitudine in cui ci si trova, a qualunque età, a fronteggiare un dolore.
Un romanzo che mi è piaciuto molto e consiglierei a chiunque di leggere.
Spesso sono felice, come dice la canzone, felice dentro, anche se non sempre riesco a mostrarlo… Invecchi, e la città cambia, ma gli occhi e le strade sono gli stessi.
Pamela Minino