
Pubblicato da Einaudi - Febbraio 2017
Pagine: 292 - Genere: Narrativa Contemporanea
Formato disponibile: Brossura
Collana: Stile libero big

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Il 6 aprile 2012 per il ventesimo anniversario dell’inizio dell’assedio di Sarajevo furono commemorate le vit-time allineando lungo il corso principale di Sarajevo 11541 sedie rosse: ogni sedia vuota rappresentava un abitante ucciso a Sarajevo, di cui 643 bambini.

Una sera fredda, un uomo barbuto arriva in un villaggio sulla costa irlandese nei pressi di Folk Park e si addentra in una piccola cittadina chiamata Cloonoila. Una cittadina cattolica e tradizionalista, in cui tutti si conoscono e accettano volentieri gli stranieri. Trova riparo in una piccola locanda. Si presenta come il Dott. Vladimir Dragan guaritore e sessuologo.
Tutti e tutte lo cercano per trovare sollievo dai propri dolori; viene amato da tutte, in particolare da Fidelma McBride, una giovane insegnante sposata con un uomo più anziano che non riusciva a realizzare il grande desiderio di maternità della moglie. Pian piano, i due diventano amanti e iniziano a vivere una relazione clandestina. Fidelma resta incinta, ma la sua felicità dura poco. Scopre una dura realtà caratterizzata dalla doppia identità del suo amante: il dott. Vladimir non era un guaritore sessuologo, ma il “Boia di Sarajevo” che aveva sulla coscienza migliaia di morti ed era fuggito dal suo paese per evitare la condanna per crimini di guerra, e Fidelma ne pagherà le conseguenze.
Tante piccole sedie rosse è un romanzo basato su una storia vera, coinvolgente, sconvolgente, umana e triste. Edna O’Brien ci racconta una storia sconosciuta fino al 2012, data in cui fu chiamata ad assistere alla commemorazione. Da quel momento è scattata in lei la voglia di far conoscere al mondo tale atrocità, perché l’umanità deve conoscere e sapere affinché tali orrori non vengano più commessi.
Leggendo Tante piccole sedie rosse il mio giudizio e le mie impressioni hanno subito una metamorfosi pagina dopo pagina. Nelle prime pagine sembrava di leggere una storia piatta, una storia di “piccola gente” ancorata alle sue tradizioni. Sembrava di vivere in un’atmosfera irreale, fuori dal mondo; un paesaggio ai piedi di un antico castello; un paesaggio di campagna e di meditazione. I personaggi sono persone semplici, che vivono nella loro piccola realtà di chiusura mentale in cui tutto ciò che non è religione è scandalo. Ma pian piano, la storia si è delineata. Fidelma si è trasformata in una donna forte che ha subito dei gravi danni e conseguenze dalla sua storia clandestina ma che ha superato con dignità e forza lottando contro lo scandalo, le sofferenze fisiche, psicologiche e il divorzio. Il boia mai pentito per i suoi crimini, ha avuto la giusta condanna.
È una storia che io considero su due diversi punti di vista: il primo di riscatto umano e morale in quanto il boia è stato consegnato alla giustizia e tutti gli innocenti, sue vittime casuali, possono finalmente trovare la pace eterna; mentre il secondo come storia che racconta la sconfitta dell’umanità, una storia in cui non ci sono né vinti né vincitori, ma solo perdenti.
Approfondimento
Tutti i giorni sentiamo racconti ed episodi di atrocità, violenza, guerra. A volte ci vengono proposte immagini crudeli che danno fastidio agli occhi e al cuore. Ma forse la dura realtà ci farà aprire gli occhi. I crimini umani e di guerra, non devono essere sepolti insieme agli innocenti e non dobbiamo permettere che criminali come il boia di Sarajevo la facciano franca e inizino a vivere una nuova vita.
Ammiro Edna O’Brien che è riuscita a raccontare un periodo storico così atroce, utilizzando un linguaggio semplice che arriva dritto al cuore del lettore; un linguaggio popolare senza nessun artificio, visto l’argomento già di per sé sconcertante.
Consiglio la lettura di Tante piccole sedie rosse a tutti, in particolar modo alle nuove generazioni, ai nostri figli che rappresentano il futuro della nostra umanità affinché nessuno ripeta più tali orrori e crimini. La storia deve imparare a migliorarsi passando attraverso gli errori del passato. La conoscenza è fondamentale.
“Da soli si può far poco contro la storia” dice Roberto Bolano , ma “insieme possiamo ribaltarla” aggiungo io.
Emanuela Cassone
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