Autore: Véronique Olmi
Pubblicato da Piemme - Agosto 2016
Pagine: 204 - Formato disponibile: Brossura
Collana: Narrativa
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Suzanne ha sempre avuto un orecchio molto particolare, attento a ogni minima variazione. Questo perché è il suo lavoro: accorda pianoforti. Ma una mattina tutto cambia, e si trova a dover accordare anche la sua vita, e non solo, ad ascoltare il proprio cuore per davvero e andargli dietro, esattamente come fa con un tasto stonato.
La prima volta. Devi per forza raccontare tutto della prima volta, anche se non lo sapevi, che lo era.
Parigi, fine estate. Il tempo è ancora romantico, leggiadro e con un pizzico di frizzantezza. Suzanne è un’accordatrice di pianoforti che ama il suo lavoro, la sua città, la sua vita. Ama anche suo marito, la sua routine con lui è un rifugio che le permette di staccare da tutto, e anche quell’attenzione per le partite di calcio che lui si obbliga a seguire per instaurare un legame con i colleghi diventa un passatempo goliardico. Per quanto, questo sport, entrambi in realtà lo odino.
Serge invece è un uomo di successo, di mezza età, con una bellissima moglie, un lavoro appagante che permette di mantenere uno stile di vita borghese e scintillante, fatto di feste e sorrisi un po’ troppo finti alle volte. Ma il gioco è anche questo. Con i suoi due figli ha un rapporto distaccato, un po’ troppo, e di cui si rammarica, soprattutto per quanto riguarda Théo. Una mattina però tutto cambia: Suzanne e Serge si incrociano quasi senza vedersi, ma tutto inizia qui. Per lui all’inizio è solo una silhouette che ogni tanto sbuca nei suoi pensieri e che nemmeno sa bene dove collegare, arrivando poi ad accantonarla fino a che non la scorge in un bar a tarda sera mentre balla sulle note suadenti della band. La moglie la chiama, li presenta. Tutto scatta, tutto prende forma. Prima semplicemente accennato poi sempre più impetuoso, fino a quando Serge non può più stare fermo e prende la decisione di rintracciarla, conquistarla e amarla. Tutto nel giro di una giornata, una manciata di ore.
La relazione che nasce prima è timida, sottile, leggera, per poi diventare realmente intima e sporcarsi subito dopo. Quello che ne segue sono le classiche scene, quelle che fanno stringere il cuore dal dispiacere, anche se qui non si sa bene per chi. E proprio mentre la relazione si chiude, Serge apre finalmente il suo cuore e il suo passato a Suzanne, la prima persona in assoluto a venirne a conoscenza, la prima a cui lui osa presentarsi per la persona che è davvero, presentare il bambino che è stato e tutto ciò che questo rappresenta. Un passato buio, triste e spaventoso, in cui Suzanne è obbligata ad entrare e gestire.
Per tutte le pagine di Un autunno a Parigi, Véronique Olmi è capace di tenere alta la tensione, con cambi di date, di visione e punti di vista. La sua abilità di scrivere per il teatro traspare elegantemente e sapientemente lungo tutto il romanzo, facendoci entrare a pieno titolo al suo interno, facendoci vivere le emozioni e le situazioni in prima persona.
Approfondimento
Un autunno a Parigi è veramente un bellissimo libro, con una sensibilità e una capacità di introspezione fuori dal comune. La scrittura è leggera, gentile, pur raccontando temi piuttosto ostici non ci lascia fuori, a guardare dalla finestra cosa avviene in casa. Ci fa entrare nel libro, e quando descrive quel mondo si crea attorno a noi, in ogni aspetto. Credo che l’unica pecca sia il finale: è eccesivo, troppi fatti racchiusi in pochissime pagine che non solo sembra soffocante, ma anche affrettato. Lascia così quella leggera stonatura in una composizione diversamente magistrale.
Jessica Garino
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