Autore: Kimberly McCreight
Pubblicato da Nord - 2014
Pagine: 398 - Genere: Narrativa Contemporanea
Formato disponibile: Brossura
Collana: Narrativa Nord
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“Ma da alcune cose non puoi sfuggire,non importa quanto corri veloce” –cit.
E Kate lo sa bene quali siano quelle cose: i segreti di sua figlia Amelia.
Terribili verità di cui lei nonostante “non sia stata una madre modello, rimarrà custode delle confidenze del suo cuore. E così sarà per sempre.”
Non posso spiattellare lo spoiler di un libro giallo come La verità di Amelia altrimenti quel piccolo sprone a scovare all’ultimo capitolo (?) l’indizio che porta allo sciogliere il bandolo della matassa non ci sarebbe, quindi assai sinteticamente: c’è un’ Amelia che muore in circostanze misteriose alla scuola Grace Hall per motivo banale, Kate, una madre che continua a ripetersi “Non è da lei”, SMS anonimo, ombre e segreti e ancora segreti ed ombre narrati con archi temporali ellissi, voci narranti presenti (madre) e passate (figlia) che interagiscono con un mondo che stenta a raccontare la verità e tante citazioni di Virginia Woolf.
Ne vien fuori… Reconstructing Amelia (Ricostruendo Amelia) titolo originale di questo thriller attualmente diffuso in forma cartacea o e-book ma pare che la Kidman abbia acquisito già i diritti per farne un film. Sembra sia «uno dei migliori libri dell’anno – Entertainment Weekly »… sembra… a loro!
Quindi mi aspettavo – ma è sempre errato farsi aspettative alte – quando mi sono appropinquata alla lettura, di tutto e di più: di essere catturata, immersa in una suspense adrenalinica, ricca di colpi di scena, di coinvolgimento, perché alla fine come dice James Patterson, scrittore statunitense ed uno dei più importanti autori di thriller, questo genere di narrativa «… deve generare l’intensità delle emozioni, in particolare l’apprensione e l’euforia, l’eccitazione e la mancanza di respiro, tutte progettate per generare quel brivido che è la cosa più importante di tutte. Per definizione, se un thriller non emoziona, non sta facendo il suo lavoro». Ehm… ecco… mumble mumble… allora: o ho letto un “altro” romanzo, oppure non son proprio convinta che abbia fatto bene il suo work, miss Kimberly McCreight, almeno su di me.
E’ molto lapalissiana la trama di La verità di Amelia. Naturale è la cocciutaggine della madre nel cercar ciò che la soddisfi (scusate il termine che sa di ossimoro in contesti di suicidio – omicidio – casualità nella morte di una figlia), come ovvi anche certi indizi, rivelazioni, situazioni familiari soprattutto alcuni tipi di meccanismi quando ci son relazioni complicate.
Quindi a questo punto sarebbe stato interessante, visto che c’erano i presupposti nel canovaccio, approfondire nel libro l’aspetto emotivo su di un tema d’attualità come l’omosessualità, l’approccio adolescenziale a questo tipo di diversità di genere da parte di chi lo vive sulla sua pelle o lo trova negli altri, come viene affrontato in un gruppo che in questo caso sono le Maggies, ma potrebbe essere qualsiasi altra confraternita in qualsiasi altro luogo, e soprattutto, se viene vissuta come una terribile forma di violenza psicologica, il bullismo, come lo sente il clan e chi ne è succube. Di questo poco, pochissimo; superficiale e banale il modo in cui viene narrato.
Allora, quello che posso aggiungere come approfondimento: giacché la forma narrativa è molto semplice e lo stile asciutto concedo all’avvocatessa newyorkese un più per la fluidità nello stendere il suo primo romanzo, e sul resto… «ultimo caso editoriale dell’anno… innumerevoli recensioni entusiastiche… con La verità di Amelia Kimberly McCreight si è imposta come una delle esordienti più apprezzate dell’anno…» stendo io un velo altrettanto fluido ma… pietoso
Zarania