
Autore: Andrea Vitali
Pubblicato da Garzanti - Novembre 2016
Pagine: 548 - Genere: Gialli
Formato disponibile: Copertina Rigida
Collana: Narrativa moderni

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Anni Cinquanta, Bellano, lago di Como, calura estiva. In questo contesto Ernesto Livera, detto il Dubbio, diventa, suo malgrado, protagonista di un fitto mistero che, in un intricato intreccio tra passato e presente, coinvolgerà la cittadinanza intera.

Viva più che mai è l’ultimo romanzo di Andrea Vitali e presenta tutte le caratteristiche tipiche della sua produzione: l’ambiente bellanese, l’atmosfera della provincia e la peculiarità dei personaggi, che, con le loro stramberie e difficoltà, suscitano un’immediata simpatia al lettore. In questo frangente, protagonista della vicenda, è Ernesto Livera, soprannominato da tutti “Il Dubbio” che casualmente trova, andando in barca sul lago, il corpo morto di una giovane donna. Lo trascina su, a riva, ma il giorno dopo il corpo è stranamente scomparso. Da qui si innesta l’indagine che accompagnerà il lettore nel corso della narrazione.
L’incipit del romanzo è semplice, lineare così come il mistero in sé. Soprattutto a chi è familiare, non solo coi racconti di Andrea Vitali, ma, in generale, con la giallistica, l’indagine e il risolversi dell’intreccio non risulterà così imprevedibile, ma, del resto, quest’ultimo non è da considerarsi il punto di forza del romanzo.
Viva più che mai, infatti, più che sulla complessità della trama, ha valore per l’atmosfera che riesce a creare. È quella quasi rarefatta del piccolo paese di provincia, con le sue abitudini, modi di dire, gergo, con gli abitanti che si conoscono tutti, quella sensazione, non solo esteriore ma anche interiore, di fine estate e di precarietà della vita. Idea che ben si presenta negli innumerevoli personaggi che via via trovano posto nella narrazione. Anzitutto in quello che può essere considerato il protagonista, il Dubbio, che, come è ben sottolineato dal soprannome affibbiatogli, è un giovane che non sa cosa fare della propria esistenza, che non ha ancora trovato uno scopo e un’attività su cui concentrarsi, e forse non è neanche sua intenzione riuscirci. Tutti gli eventi narrati gli capitano, sembrano piombargli addosso e non c’è l’impegno, da parte sua, di essere motore agente della propria vita. È un protagonista che si ritrova a essere protagonista suo malgrado e che vive con una tale goffaggine e spaesatezza che non può che suscitare compartecipati sorrisi nel lettore.
E così pure per Il Riffa, la Tina, altri personaggi di rilevanza nel racconto, che sono, ognuno in modo diverso, alla ricerca del proprio posto nel mondo.
Detto ciò, Viva più che mai si presenta come una buona occasione per godere di una storia, ben congegnata, dalle pregnanti atmosfere in cui potranno immergersi tanto i lettori di vecchia data del Vitali che sono familiari alla sua narrazione, tanto i lettori che ancora non si sono approcciati ai suoi racconti e che con quest’ultimo romanzo ne hanno occasione.
Approfondimento
Dal punto di vista tecnico e stilistico, quest’ultima fatica del Vitali per la sua godibilità e fruibilità rientra appieno nel modus operandi tipico dell’autore. Il registro linguistico è medio e di ampia portata, la narrazione è particolarmente incalzante. Infatti, nonostante le più di cinquecento pagine e i più di duecento capitoli, il romanzo si legge molto velocemente e in poco tempo, da un lato, grazie alla scorrevolezza dello stile, dall’altro dal ritmo incalzante del racconto che viene accentuato dai capitoli. Quest’ultimi, infatti, sono numerosi e molto brevi e sono leganti fra di loro dalla ripetizione, da parte dell’autore, di una stessa parola o gruppo di parole alla fine di un capitolo e all’inizio del successivo. Questa tecnica, oltre che a rendere sempre più incalzante il racconto, contribuisce anche ad aumentare il tono ironico della narrazione, che, in questo caso, scaturisce proprio dall’uso in contesti diversi di stessi termini e dai mini giochi linguistici da essi derivanti. L’intera opera, infatti, è pervasa da una profonda ironia e leggerezza che smorza anche la possibile tensione di taluni momenti. Unica nota di demerito si potrebbe ritrovare nella presenza di un numero così cospicuo di personaggi.
La storia raccontata da Andrea Vitali in Viva più che mai è quasi una narrazione corale, dove trovano luogo una miriade di personaggi di estrazione sociale, lavorativa e culturale completamente diversi. Questi, se da un lato hanno il merito di essere tutti ben caratterizzati nelle loro differenze, con verosimiglianza e inseriti in uno giusto spazio narrativo, dall’altro l’unione di così tante mini narrazioni con nomi, soprannomi molto variegati potrebbe portare ad un leggero disorientamento da parte del lettore e ad una perdita di focus da quella che è la trama principale.
Gabriella Esposito