
Autore: Sylar Gilmore
Pubblicato da Brè Edizioni - Febbraio 2020
Pagine: 137 - Genere: Erotico
Formato disponibile: Brossura, eBook
ISBN: 9788832093902
ASIN: B084KRG9MC

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“In un'isola, dentro un piccolo paese due giovani ragazzini riscoprono la loro sessualità. Marco e Gabriele sono cresciuti fianco a fianco, sono amici, confidenti, amanti. Ben presto attraverso la conoscenza di Gianni, i due attraverseranno un percorso difficile, fatto di trasgressioni e prove al limite della decenza. Il maestro gli accoglie in casa sua, e tra un ricordo e l'altro Gabriele è costretto a ripercorrere le vecchie vicende che hanno forgiato la sua vita...”

Sylar Gilmore l’autore del romanzo “Finché non mi vedrai volare” è tornato con un altro romanzo pazzesco Eros-gay che ci trasporterà in una nuova avventura sentimentale a tratti forse, meno trasgressiva della precedente, ma comunque scritta con tutta la sua verve che lo ha distinto fin da subito nell’ambito del suo genere.
L’angelo che perse le ali racconta la storia di due giovani amici Marco, capelli biondi e vita frenetica che “corre verso la vita” e Gabriele ragazzo tranquillo e più sedentario, il primo sogna di lasciare il paese e la campagna per la grande città, l’altro profondamente attaccato alle proprie radici. Gabriele nutre nei confronti di Marco un sentimento molto profondo, c’è più dell’amicizia forse, e quando si ritrova davanti a lui scrivendo il suo diario sulla spiaggia spesso distoglie lo sguardo dalle pagine per godersi la vista di quel corpo all’apparenza perfetto.
I due affrontano l’adolescenza insieme, giocano con gli amici del gruppo, crescono, fino alle prime esperienza sessuali. Una sera Gabriele vede Marco appartarsi con una ragazza all’imbrunire, diretto in un vecchio casale, il giovane si affaccia ad una delle sue finestre e si rende conto che Marco non è più un ragazzino ma, un uomo possente che sa quello che vuole. Gabriele resta folgorato da quella visione che vede l’amico sopraffare sessualmente una ragazza, provando un sentimento di sgomento, misto a piacere, ma proprio mentre cerca di allontanarsi viene intravisto da Marco che non sembra per nulla turbato dagli sguardi di Gabriele anzi…
« Quella volta in particolare, ricordo che era venuto a farci visita un gruppetto di seminaristi, ex allievi di Don Guglielmo e lui scelse due di questi, prossimi a prendere i voti e particolarmente sicuri di sé e li prepose a difendere il dogma irrefutabile del libero arbitrio. La parte degli infedeli insolenti toccò proprio a me e Marco, forse perché sapeva della grande amicizia che ci legava. Nessuno si aspettava che due studentelli acerbi e inesperti come noi potessero realmente mettere in difficoltà dei seminaristi preparati e prossimi alla fine degli studi come loro. Le loro facce serene e un po’ sfrontate e l’aria divertita di chi ci guardava lo testimoniavano. Ci sarebbe stata impartita una sana lezione d’umiltà. Doveva andare così.[…]
Ad un certo punto della storia i due giovani amici si ritrovano a mettere alla prova alcuni seminaristi, ex allievi di Don Guglielmo, cercando con le loro argomentazioni di mettere alla prova le convinzioni dei “fedeli” con alcune tesi a limite dell’eresia e del blasfemo. I due a causa di questo verranno messi in disparte, in isolamento nel cortile sul retro della chiesa, avevano sfidato l’autorità di Don Guglielmo e quasi dissuaso i giovani seminaristi. Sarà proprio in quell’occasione che i due ragazzi entreranno in intimità per la prima volta.
Una sera Gabriele viene fermato da Gianni, un uomo anziano che tutti in paese conoscono con il soprannome di “Penelope”, l’uomo esclama : “...ho visto come guardi quella specie di Apollo, com’è che si chiama, Mario, Marco?” l’uomo invita Gabriele a fargli visita una di quelle sere. E dopo aver vinto le sue paure, e i suoi dubbi Gabriele cede a questa tentazione e raggiunta la casa, fa amicizia con lui, l’uomo fin da subito accenna alla vera natura del ragazzo spingendolo a fare di più per conquistare Marco. Una sera “Penelope” incontra Marco, e anche a lui abilmente, riesce a convincerlo per per farsi raggiungere a casa sua ed offrirli alcuni lavori e una buona paga, i due ragazzi ben presto si ritroveranno incastrati in questo triangolo amoroso nella sua villa fuori dal paese, dove l’uomo sembra spingere i due verso la perdizione totale.
« Gabriele continuava a guardarlo in silenzio. Non si sentiva neanche il suo respiro. “E tu come ti vedi, più come l’angelo annunziatore di buone novelle, o l’angelo della morte? O forse sei entrambe le cose, un po’ essere celeste e un po’ demone?” Spingendosi al di là della sua forza, Gabriele trovò il coraggio di parlare a quel volto che col sorriso sicuro lo metteva in imbarazzo, come non gli era mai capitato. […]
Approfondimento
In questo nuovo romanzo Sylar Gilmore ha dato il meglio, sono sicuro dopo aver letto il precedente, di aver intravisto in queste righe una crescita davvero notevole. Sono gradevoli anche i riferimenti ai “poeti maledetti” come Arthur Rimbaud e Paul Verlaine che attraverso la loro storia d’amore gay sregolata e passionale, scandalizzarono le vie di Parigi, tra sesso e assenzio, senza pudori. Anche in questa storia troviamo l’assenzio che il “maestro” usa per inibire i due giovani amanti, troviamo la poesia e le raffinate discussioni che il personaggio più adulto propina ai due giovani allievi.
La storia è molto credibile, e la scrittura di Gilmore sembra perfetta, quasi impeccabile, questa volta lo scrittore non si è fatto prendere troppo la mano dall’aspetto “hard”, ha usato il giusto equilibrio per raccontare la vita di due giovani che sembrano la reincarnazione di due romantici poeti di un’epoca sconfitta. Tra queste righe troverete la vera forza di un romanzo, di un’opera letteraria che non è la trascrizione di un giornaletto erotico da quattro soldi, ma raccoglie elegantemente un genere nella sua versione più elegante e raffinata. Complimenti a Sylar Gilmore e al suo angelo senza ali.