
Autore: Carlo Tedeschi
Pubblicato da Edizioni Dare - Marzo 2021
Pagine: 178 - Genere: Biografico, Religione & Spiritualità
Formato disponibile: Brossura
ISBN: 9788894595109

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Chi è veramente Leo Amici? Quali speranze ha reso possibili? Un uomo ha rinunciato a qualsiasi cosa per aiutare il prossimo. Leo abbraccia e mentre lo fa lavora, diffonde amore e speranza nel suo piccolo paese fuori dal mondo. Ogni giorno semina un futuro migliore per chiunque necessiti dell'accoglienza e della forza di quegli abbracci. È un circolo virtuoso il suo, oggi più vivo che mai nonostante la sua scomparsa. Carlo Tedeschi ci racconta la vita straordinaria di un uomo votato all'amore e alla fraternità cristiana.

Abbiamo letto e recensito il libro Leo, l’uomo senza tempo Vol.2 scritto da Carlo Tedeschi, autore che tramite la sua produzione artistica diffonde grandi valori umani come l’amore, la pace e la fratellanza, educando i giovani attraverso vari progetti alla scoperta e alla bellezza. In questo secondo volume (se vi siete persi il racconto contenuto nel primo volume lo trovate qui) continua a raccontarci la storia di Leo Amici fino al suo ultimo anno di vita nell’estate del 1985, ci narra i pensieri, gli stati d’animo, le riflessioni, arrivando al punto di svelare i più intimi silenzi di un uomo votato all’amore per il prossimo attraverso le sue azioni.
Grazie alla sua scrittura semplice e diretta ci svela alcuni degli episodi più toccanti della sua breve esistenza. Come scrive Stefano Natale nella prefazione è evidente nella personalità e nelle azioni di Leo un chiaro riferimento alla bontà cristiana, alla logica di Dio. D’altronde anche nella bibbia Gesù ribadì un comando molto importante: “amerai il prossimo tuo come te stesso” citando uno dei primi comandamenti espressi nella legge di Mosè.
Leo rispecchia intensamente questo comando e si occupa di persone lasciate ai margini dalla nostra società, personaggi scomodi che la maggior parte di noi tende a scansare come appestati, ladri, tossicodipendenti, ragazzi difficili, anziani dimenticati dalle proprie famiglie, persone ritenute “irrecuperabili” che vengono messe all’angolo dalla vita stessa. Quest’uomo ha fondato una struttura vicino ad un lago, questo posto è un’ancora di salvezza per anziani e orfani di questo sistema, Un piccolo paese fuori dal mondo che sembra un’oasi paradisiaca, un luogo di riscatto per tutte quelle persone che devono ritrovare la giusta via, o semplicemente ritrovare il senso dell’esistenza.

Il piccolo Paese fuori dal mondo, sede della Fondazione Leo Amici. Le strutture sono state realizzate dall’Associazione Dare attraverso il volontariato dei suoi associati che ne curano la gestione. Gli utili ricavati dalle strutture sono devoluti al mantenimento del paese e alle opere umanitarie della Fondazione.
I ragazzi della struttura non solo hanno l’opportunità di dare una svolta alla propria vita, ma riescono attraverso i saggi consigli di Leo a superare delle difficoltà che sembrano insormontabili, come nel caso della giovanissima Simona, che aveva scelto la danza come stile di vita. Un giorno alcuni produttori di un bellissimo spettacolo teatrale si presentano al lago dicendo di aver sentito parlare positivamente di una giovane e promettente compagnia teatrale, avevano intenzione di ingaggiare alcuni di quei ballerini per il prossimo spettacolo. Simona ne fu entusiasta, finalmente un’altra opportunità di danzare, per lei che aveva visto il suo sogno infranto quando gli era stata diagnosticata una scogliosi molto pericolosa che l’aveva vista prossima ad un busto di ferro e alla rinuncia di danzare per sempre. Nonostante questo Leo aveva rassicurato i genitori e la giovane tredicenne aveva partecipato insieme alla sorella insegnante di danza, e a tanti altri ragazzi a diversi spettacoli di questa produzione volando come una farfalla. Leo non si era sbagliato.
Molti personaggi dello spettacolo riescono così a conoscere questa struttura, la fama di Leo, personaggio amorevole e disinteressato spinge persone come Annamaria attrice e soubrette a raggiungere sempre più spesso i ragazzi della struttura e ad iniziare dei corsi gratuiti di danza per la promettente compagnia.
Annamaria rimase affascinata da quell’uomo semplice che sapeva destreggiarsi così bene nelle riprese, con molta professionalità, ma soprattutto rimase colpita dal fatto – di film ne aveva girati molti – che quell’uomo non gridava, non si esagitava, non era scortese, né tantomeno arrogante e che il tutto si svolgeva in grande armonia. Com’era possibile? Questo punto interrogativo la spinse a raggiungere il lago a Monte Colombo e, per quanto le fosse possibile, a frequentarlo. I suoi impegni di attrice e di soubrette erano tanti, troppi, eppure sia lei che Giancarlo trovavano il tempo per essere al lago, non appena possibile. Lei iniziò a dare lezioni di danza gratuitamente alla giovane compagnia teatrale che via via si stava formando, lui a scrivere un musical insieme a Carlo, al quale non pareva neanche vero di avere accanto dei veri artisti, per di più famosi, per di più disposti a collaborare con lui. Era stato proprio lui a chiedere, sotto il balcone del primo piano dell’appartamento della palazzina in costruzione al lago, dove Leo abitava da un anno, quale potesse essere la storia per un soggetto teatrale e Leo aveva risposto: «Beh, sarebbe bello scrivere di un personaggio che in ogni epoca si incontra con un amico!»
A questi spettacoli Leo porta con sé alcuni ragazzi tossicodipendenti che stavano curando al lago, tra questi anche alcuni che vengono ritenuti dal CTST persone “perse” senza possibilità di recupero, eppure per Leo sono come figli, finalmente offre a questi giovani un diversivo. Le sue azioni non passano inosservate. Non solo danza, Leo comincia a girare dei film con i suoi ragazzi, attività essenziali che riportano alla normalità la vita difficile di molti di loro, nel 1985 riprendono le riprese di “La verità di un ragazzo”, Leo è un regista che si destreggia bene dietro le telecamere, professionale e cortese, non urla mai, non si infastidisce neppure durante gli errori. Non è mai arrogante, è un uomo che vive di una grande armonia.
Quella che ci viene raccontata nelle pagine di questo volume è davvero una storia toccante, fatta di speranza e riscatto, un uomo rinuncia completamente a se stesso per aiutare gli altri senza nessuna pretesa. Questo è il messaggio, in un epoca così egoista abbiamo un forte bisogno viscerale di ascoltare storie simili, di conoscere persone come Leo che hanno fatto di tutto per rendere migliore questo mondo, un atto d’amore disinteressato verso il genere umano.
Approfondimento
Carlo Tedeschi è riuscito a raccontarci intensamente Leo Amici, l’uomo che attraverso il suo abbraccio diffonde speranza e amore, che usa con autorevolezza tutte le sue risorse per una giusta causa. Il suo piccolo paese fuori dal mondo si trova vicino al lago di Monte Colombo, Rimini, e da quell’angolo di paradiso ha seminato un futuro migliore. Ancora oggi come un testamento, nonostante la sua scomparsa, tutto il suo lavoro viene tramandato e riconosciuto a livello globale.
Leggendo mi ha colpito molto anche l’episodio di Danilo, un ragazzo dipendete dalle droghe che Leo aveva portato con sé durante le riprese di uno dei suoi film, durante una scena Leo chiede ai presenti un aiuto per girare uno spezzone dove servono dei soldi, e degli oggetti preziosi per simulare un bottino di scambio. Leo consegna il tesoretto proprio tra le mani di Danilo, che vede il bagliore di tutti quei preziosi. Una volta chiuso tra le mani il tesoretto Danilo volta l’angolo dietro un palazzo e sembra svanire. Tutti i presenti sembrano quasi rassegnati, forse Danilo è corso via con tutti quegli oggetti in oro e il denaro a comprarsi della droga, dopo tutto è un tossico sembra la cosa più logica. Invece no, dopo qualche minuto Danilo riappare, Leo non è sorpreso, non è un ingenuo. Danilo si avvicina e riconsegna tutto nelle mani di Leo dicendogli: «Vale molto ciò che mi avete dato per girare la scena, ho pensato da subito che avrei potuto correre lontano e andarmelo a spendere tutto per la droga. La tentazione è stata forte, ma poi ho pensato che tu hai avuto fiducia in me e io non ho voluto farla decadere, perché sei stato il primo e l’unico che mi ha dato tanto!»
Questo libro ha davvero tanto da insegnarci, quello che ha fatto Leo Amici ha cambiato molte vite, e continua ad ispirare tantissime persone che come lui ripongono fiducia e speranza nel prossimo. Attraverso queste pagine conosceremo un percorso che ci porterà alla riscoperta della parte migliore di tutti noi, attraverso l’ultimo anno di vita di questo personaggio straordinario che ci ha illuminato tramite la sua intensa esistenza.