Autore: Selma Meerbaum-Eisinger
Pubblicato da Edizioni Forme Libere - Agosto 2015
Pagine: 231 - Genere: Poesia
Formato disponibile: Brossura
Collana: I quaderni del gheriglio
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“Non ho avuto il tempo di finire di scrivere. Peccato tu non abbia voluto salutarmi Auguri Selma.”
Un breve messaggio, scarno, quasi privo di punteggiatura, conclude Florilegio, la raccolta di poesie firmata Selma Meerbaum-Eisinger. Frasi frammentarie che al contempo calano il sipario sulla vita di una giovane artista a cui la Shoah ha strappato la penna e così la libertà.
1942. Il secondo conflitto mondiale e le persecuzioni razziali imperano e atterriscono. Selma sa che Czernowitz non è più una città sicura pertanto, poco prima di essere deportata in un campo di lavoro, decide di raccogliere le sue poesie in lingua tedesca per lasciare un piccolo ricordo di sé a Fichman, il ragazzo di cui è innamorata. Prende i fogli di carta scritti a mano, li rilega con un semplice cordoncino e li confeziona dietro una copertina rigida, dai motivi floreali. Selma ancora non lo può sapere, ma quelli saranno i suoi ultimi scritti, poiché il tifo la strapperà alla vita dopo soli tre mesi di prigionia.
Questo album, testimone delle gioie e dei turbamenti della poetessa, finisce inizialmente tra le mani di Else, una cara amica di Selma e, solo successivamente, arriva a Fichman. Il giovane ragazzo custodisce il piccolo tesoro per un breve periodo, ma nel 1944, a seguito della decisione di partire alla volta del Mar Nero, decide di riconsegnare l’album a Else. È Reneè, la migliore amica di Selma, l’ultima custode delle poesie e con esse compie un lungo viaggio attraverso la Polonia, l’Ungheria, la Cecoslovacchia, l’Austria e la Germania, sino all’arrivo nel 1948 in Israele. Lungamente l’album con la copertina floreale rimane nascosto e protetto, fino a che negli anni ’60 la volontà di testimoniare le tragicità della Shoah crea un forte interesse attorno alla raccolta di Selma. È in questo periodo che viene pubblicata la prima edizione privata di Florilegio, curata dalla stessa Reneè, supportata da un ex professore di matematica di Selma.
È la germanista Francesca Paolino a portare in Italia Selma Meerbaum-Eisinger, pubblicando Una vita, biografia della poetessa e curando l’edizione di Florilegio.
Una raccolta di versi. Una penna giovane, desiderosa di agguantare la vita. Le gioie dell’adolescenza e le indigenze della persecuzione. Tutto questo dietro una semplice copertina a fiori.
Approfondimento
Florilegio viene aperto da un’ampia introduzione curata da Francesca Paolino. Queste prime pagine ripercorrono la vita di Selma, raccontano i viaggi dell’album dal 1942 a oggi e, per finire, forniscono una dettagliata analisi del testo. A questo punto la Paolino lascia la scena, affidando il lettore ai dolci versi di Selma.
La raccolta è composta da 57 composizioni in tedesco – di cui 52 originali delle giovane poetessa – 3 testi in yiddish, 2 poesie di Paul Verlaine scritte in francese come da originale e 1 lirica in rumeno di Discipol Minhea. Nella prima parte di Florilegio le poesia sono suddivise nei seguenti capitoli: Fiori di Melo, Lillà scuri, Astri, Vessilli, Orchidee Esotiche; mentre nella seconda parte in : Fiori di tè, Crisantemi bianchi, Papaveri Selvatici, Papaveri da Oppio. Selma aveva inoltre scelto di intervallare con immagini di dipinti famosi i propri componimenti.
Un percorso tra fiori e colori. L’abbraccio avvolgente di dolci versi. La testimonianza di un’artista che ha smesso troppo presto di scrivere.
Questo è il peggio: donarsi
E sapersi di troppo,
dare tutto e pensare
di scorrere come fumo nel nulla.(23.XI.941 – Tragicità)