
Autore: Mario Massimo
Pubblicato da Ensemble - ottobre 2022
Pagine: 194 - Genere: Romanzo storico
Formato disponibile: Brossura
Collana: Officina
ISBN: 9788868819149

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«La sua quota d’ombra...?» concluse Irma, alzando gli occhi su di lui e non andando incontro se non al fiorire, una volta ancora, di quell’agra vampata smagliante sopra i lineamenti di schietta seduttività.
Ecco: questo era. L’esperienza, mai avuta prima così travolgente, totale, di che può voler dire la bellezza di un essere umano: sete insieme e soddisfacimento, insaziabile.
Contro ogni possibilità d’inibizione, o controllo razionale. Giorno dopo giorno, di quell’inizio aprile: ora dopo ora.

L’Italia giacobina e napoleonica di fine settecento racconta di mutamenti sociali e geopolitici che hanno frammentato il nostro Paese in governi provvisori e repubbliche. La storia di La quota d’ombra (Ensemble, 2022) prende forma in mezzo a questo storico lavoro di compimento del disegno napoleonico, mai giunto a compimento per ragioni che conosciamo, e precisamente in quella che sarà la breve e agitata Repubblica Napoletana. L’evento che serve i protagonisti sulle pagine del lettore è quello delle nozze tra l’arciduchessa Maria Clementina e il suo primo cugino, il duca di Calabria Francesco, figlio di re Ferdinando I di Borbone delle Due Sicilie. Nozze che non saranno celebrate a Napoli, come potrebbe sembrare più naturale, ma nella città di Foggia.
Qui la Storia s’interseca con la storia minuscola, quella di un romanzo storico scritto con grande rigore arricchito da vicende laterali, personali, sentimentali, con tutte le stranezze e le etichette del caso e del tempo e con una buona dose di ostinata assurdità che i personaggi perseguono verso l’inevitabile. Foggia dunque apre le sue porte alla corte e ai quattro reggimenti militari che veglieranno sul regale avvenimento. Gli ufficiali, come si conviene per buona ospitalità e rispetto verso i regali, verranno ospitati dalle famiglie più influenti della città. Alla famiglia di Don Raffaele De Nitti, affermato avvocato foggiano, spetterà accogliere il tenente Guglielmo Satragni. Accolto con diffidenza dalla moglie Agata e con, invece, una certa curiosità da Irma, primogenita e da Ileana la più piccola.
Ci pensava o no, Incoronata? Un estraneo! Un ufficiale di re Ferdinando: in casa, là, da loro, a mangiare, bere, coricarsi e alzarsi, e andare di corpo, e sporcare biancheria, e lavarsi di dosso il sudore e il sudicio in quella tinozza là, dove stava a mollo adesso il loro bucato!
Il prestante ufficiale fa breccia nel cuore di Irma, persino nelle discussioni che li vedono contrapposti per ideologie e partiti presi ella s’interessa, lasciando intendere a Guglielmo qualcosa che egli non raccoglie.
Le loro strade si divideranno e i tempi si faranno più aspri: l’istituzione della Repubblica Partenopea è uno dei motivi che scatenerà un’ondata di violenza e saccheggi. Guglielmo si ritroverà in quel disordine senza più un esercito per cui combattere, in una terra di nessuno, ingiusta a destra e a sinistra e macchiata di sangue. Solo, senza quegli ideali e il rigore che l’hanno sempre sostenuto.
Solo ma non del tutto. Di questi anni è il suo rapporto, inequivocabile, con l’avvenente giovane Leonello, ragazzo di buona famiglia con cui condividerà momenti di complicità. Il testo non scandaglia questa inclinazione né spiega i motivi di questo rapporto vissuto con riserbo. Al lettore deve bastare che così è, il dato di fatto. Probabilmente per una scelta narrativa coerente, visto che questo dato di fatto deve esserlo per il lettore come lo è per lo stesso Guglielmo, il quale solo attraverso un gesto tragico riuscirà a liberarsi da ciò che era ma che non sapeva di essere.
La frequente corrispondenza con Irma, che nel frattempo è diventata la donna di casa e ha rifiutato il matrimonio combinato in attesa di un gesto del Satragni, sarà un ulteriore incentivo per l’ufficiale per superare quanto stato finora e finire tra le braccia di una donna forte che le chiede aiuto: Irma De Nitti. Guglielmo lasciatosi i disordini alle spalle torna da Irma, dopo anni di lontananza, per restare. Con lei condividerà la sua maturità, il conforto del vivere in due, la gioia della paternità e persino l’inconfessabile segreto rimasto nell’oscurità del palazzo di Nello.
Il merito di Irma, oltre a non aver rinunciato al suo sogno per tutta la vita anche quando sembrava assai lontano, è anche, in seconda battuta, la forza morale di accettare l’imperfezione del suo amato, le sue più gravi mancanze. Nel finale della storia gli ideali della giovinezza perdono peso, la bellezza statuaria cede al vissuto. Guglielmo si scopre umano nella bruttura dei suoi gesti, circondato da limiti e smarrito il tanto da cercare un’esistenza da completare.
Approfondimento
Le vicende sono inserite in un una cornice storica descritta in maniera impeccabile e avvincente, quasi è difficile credere che si tratti di opera di fantasia. Il ritmo lento è una scelta stilistica che ben si addice al genere del romanzo nonostante richieda al lettore di affrontare la lettura con una particolare attenzione ai dettagli senza che perda filo della storia. Non è un libro per tutti.
La quota d’ombra fa più che raccontare. Fa vivere al lettore le vite dei protagonisti, che affianca, creando contrasti e paragoni. In queste umane esistenze è interessante soffermarsi sui modi di pensare, anche condizionati dalla società di allora, e indagare sul lato introspettivo che ci offrono. Lo stesso titolo del libro richiama qualcosa che è legato alla profonda intimità di un modo di vivere. Questi modi di vivere, pensare, parlare, sperare, lottare sono il cuore pulsante della storia.
Fabio Pinna