Autore: Gerardo Ferrara
Pubblicato da Zona - 2016
Pagine: 246 - Genere: Narrativa Contemporanea
Formato disponibile: Brossura, eBook
Collana: Zona contemporanea
ISBN: 9788864385976
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Penelope è una vedova che vive in un antico palazzo nobiliare, un giorno il terremoto distrugge il suo paese e parte della sua casa. Antonio un uomo rude che approfitta di lei, un giorno la costringe ad ospitare alcuni suoi parenti. Penelope si ritroverà a convivere con Rosaria, un giorno deciderà di formare una scuola di maglia, dando così un senso alla sua vita.
Abbiamo avuto il piacere di leggere e recensire un’altra opera dello scrittore Gerardo Ferrara, “La scuola di maglia” è un romanzo edito per Zona Contemporanea, proprio come in L’assassino di mio fratello la storia che l’autore ha deciso di raccontarci riguarda pur sempre una mancanza, il dolore della mancanza, se nel precedente era la scomparsa di un figlio, questa volta viene affrontata la perdita del proprio compagno attraverso la vita di Penelope, la protagonista. Il suo nome ricorda proprio la cara e dolce Penelope moglie di Ulisse protagonista dell’Odissea, e proprio come lei sembra destinata a non rassegnarsi alla morte del marito, il conte Eligio Morra illustre avvocato e gerarca del Duce. Sembra essere prigioniera di questa attesa onirica. Chiusa in questo palazzo signorile la donna continua a farsi mandare da Napoli il profumo che indossava suo marito, e poi lo sparge nel suo letto proprio nella parte dove dormiva il suo caro Eligio e accarezza nostalgica il suo cuscino. Penelope ha quasi trent’anni, vedova e senza figli con il suo gatto, vive nel ricordo di quel profumo, in quella casa vuota e grande che sembra inghiottirla nell’oscurità dei pensieri.
Un giorno la donna viene svegliata da un terremoto, afferra il cuscino di suo marito e se lo porta al petto, una volta passati i brutti momenti di terrore la casa smette di tremare, la donna si alza, percorre al buio il corridoio controlla che tutto sia in ordine fin quando un bagliore proveniente dalla sua grande cucina la attrae, aprendo la porta si trova davanti ai suoi occhi una gigantesca voragine, una grande bocca ha inghiottito parte della sua cucina a causa del terremoto, una parte del suo paese è franato giù in un dirupo.
La donna è divisa dalle sue emozioni, davanti a questo scenario apocalittico, non sa ancora se disperarsi per quella tragedia o se gioire per quella vendetta divina che ha travolto quel manipolo di bifolchi. Ammira quel campo di battaglia, quella devastazione come farebbe un condottiero sul campo di battaglia davanti ai caduti e ai feriti per il trionfo della sua vendetta a causa delle sue ferite e per l’assassinio di suo marito.
Quello che commuoverebbe qualunque essere umano, che muoverebbe a compassione persino il più crudele degli animi, in lei non sembra produrre altro che compiacimento. Il suo sguardo si posa sul fondo del cratere in cui sono precipitate le povere case, schiacciando e risucchiando gli sfortunati occupanti. Da lì si alza una nuvola di polvere che arriva quasi fino al cielo illuminato da un’enorme luna piena e da un manto di stelle, il che rende ancor più evidente la catastrofe appena avvenuta. Penelope si sente come rapita dal fascino di quell’orrore, quasi la morte davanti a lei avesse donato un guizzo spumeggiante di vita alla monotonia della sua esistenza e le pare addirittura di udire i gemiti della gente che si trova laggiù, benché sia praticamente impossibile che qualcuno sopravviva a un evento del genere.
In mezzo a tutto questo trambusto c’è Antonio, un uomo rude ed egoista che va a trovare Penelope per sfogare la sua passione, inizialmente si era presentato offrendo aiuto per la povera vedova, ma i due già si conoscevano Don Morra era stato benefattore di quest’uomo fin da quando lui era un ragazzino, lo fecero studiare in un collegio alle magistrali e gli fecero ottenere un posto come insegnante nelle scuole elementari del paese. Dopo la guerra durante l’armistizio aveva tradito la fiducia di Don Eligio ingraziandosi i suoi nemici e infine, lo aveva assassinato con alcune pugnalate.
La prima volta lei lo aveva fatto entrare, con un misto di curiosità e disperata solitudine, nella casa che era rimasta vuota di vita e di affetti, di carezze e di baci, pur consapevole delle voci che giravano su di lui. Lei non aveva neanche dovuto chiederglielo che lui la prese con la forza, e da quel momento lui non smise di tornare.
Un giorno Antonio decide di portare in casa di Penelope la moglie di suo cugino, Rosaria e i suoi tre figli, a causa del terremoto hanno perso la casa e quindi l’uomo costringe la nobil donna a ospitare i suoi parenti che si prenderanno cura di lei. Un giorno Rosaria si ritroverà ad imparare l’arte di fare la maglia proprio grazie a Penelope che sembra davvero esperta nel cucire, questo darà modo a queste donne di accrescere un certo legame e di sfuggire dalla dura realtà di alcune situazioni surreali.
Approfondimento
A differenza di “L’assassino di mio fratello”, romanzo dello stesso autore già recensito sul nostro sito, in questa storia sembra che Gerardo Ferrara abbia varcato ogni limite della sua fantasia letteraria, non mancano i colpi di scena, ha indagato profondamente nell’animo dei suoi personaggi rendendoli davvero efficaci.
Sembra quasi di rileggere le atmosfere dei cari autori russi come Dostoevskij, in questo caso Ferrara è riuscito a rendere moderno uno stile molto interessante, da dove sicuramente ha attinto qualcosa per questo bellissimo romanzo. La protagonista è fortemente ispirata a donne che in passato hanno lasciato un segno di sé, ma ha forti richiami alla letteratura classica come ad esempio alla storia di Anna Karenina di Lev Tolstoj.
Sono stato davvero coinvolto dalla lettura di “La scuola di maglia” mi sento di consigliare questo romanzo, una lettura scorrevole che promette di tenervi attaccati alle pagine di una storia graffiante e passionale degna di essere vissuta.
Fabrizio Raccis