La letteratura è uno strumento potentissimo per cercare di comprendere esperienze ed emozioniche non abbiamo provato in prima persona. Ci permette di viaggiare ed esplorare culture lontane dalla nostra, oppure di vivere per un giorno in un’epoca passata. Attraverso un romanzo possiamo metterci nei panni di qualcuno che ha problemi, preoccupazioni e sfide molto diverse dalle nostre, favorendo una maggiore empatia per le vulnerabilità degli altri. I libri sono quindi un modo per spezzare lo stigma, affrontando con sensibilità e onestà argomenti spesso sono ancora considerati tabù. L’importanza di misure come il bonus psicologo, o altre iniziative a favore del benessere psicologico dei cittadini, diventa lampante quando prendiamo in mano un buon libro sulla salute mentale.
Il cosiddetto “bonus psicologo” è una misura volta a favorire l’accesso a un percorso di psicoterapia attraverso un voucher del valore massimo di 600 euro. Fino al 24 ottobre, possono fare richiesta per ottenerlo coloro che hanno un Isee al di sotto dei 50mila euro. Il contributo si può utilizzare per rimborsare parte delle spese per sedute di psicoterapia, online o in presenza, con un professionista iscritto all’albo e che abbia aderito all’iniziativa. In questo articolo di Serenis Healthsi possono trovare informazioni dettagliate e aggiornate riguardo a scadenze, requisiti, modalità di accesso al bonus e molto altro. Vediamo ora alcuni consigli di lettura per esplorare più da vicino il tema della salute mentale.
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La campana di vetro (Sylvia Plath)
Nel suo unico romanzo, la poetessa Sylvia Plath offre una delle più indimenticabili e incisive descrizioni dell’esperienza che si prova durante un episodio di depressione. La storia di Esther Greenwood, che durante un apprendistato per una prestigiosa rivista di New York inizia a provare malessere psicologico fino ad arrivare a un tentativo di suicidio, ricalca quella della stessa Plath. L’autrice stessa si tolse la vita poco dopo la pubblicazione di questo romanzo. Ha però saputo raccontare con una prosa lirica e toccante un’esperienza comune a tanti, ma spesso difficile da condividere a parole.
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La signora Dalloway (Virginia Woolf)
Un altro classico nella rappresentazione della salute mentale in letteratura, La signora Dalloway è una storia che si svolge nel corso di una sola giornata. Il racconto segue due personaggi: Clarissa Dalloway, una donna dell’alta società inglese impegnata nella preparazione di una festa, e Septimus Smith, un reduce della prima guerra mondiale che mostra sintomi di stress post traumatico. L’autrice, che soffriva di disturbo bipolare e come Plath morì suicida, ci regala uno studio attento della patologia psichica e di pensieri ed emozioni che rivelano il lato più nascosto di una persona che ne è affetta.
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Il grande mare dei Sargassi (Jean Rhys)
Nel classico della letteratura inglese Jane Eyre, Charlotte Brontë descrive con orrore “la pazza in soffitta”, cioè la prima moglie del signor Rochester, un’ereditiera creola chiusa nel sottotetto perché appunto “pazza”. Jean Rhys ci racconta quel che è successo a Bertha (alla nascita Antoinette Cosway) prima di essere etichettata come squilibrata e violenta, e rinchiusa dal marito. Dando nuova voce alle donne e alle vittime del colonialismo, Rhys rende giustizia a un personaggio trattato crudelmente a causa del pregiudizio razziale e dello stigma legato alla malattia mentale.
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Eleanor Oliphant sta benissimo (Gail Honeyman)
La vita di Eleanor Oliphant è fatta di routine sempre uguali, tra lavoro in ufficio e fine settimana in compagnia di due bottiglie di vodka. Eleanor non ha amici, né sente il bisogno di averne, fino a che un evento imprevisto non la avvicina a un collega e a un uomo anziano incontrato per caso. La protagonista ci appare inizialmente come una persona ottimista, seppur molto impacciata nelle relazioni umane, finché a poco a poco non scopriamo di più sui ricordi che Eleanor nasconde agli altri e a sé stessa.