Autore: Francis Spufford
Pubblicato da Bollati Boringhieri - Novembre 2017
Pagine: 379 - Genere: Romanzo storico
Collana: Varianti
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Dal 16 novembre in libreria
Da pochi giorni è arrivato in libreria Golden Hill, il nuovo superbo romanzo di Francis Spufford edito da Bollati Boringhieri, un lavoro di fattura straordinaria che il pubblico e la critica inglese hanno accolto con entusiasmo. La scrittura brillante dell’autore di L’ultima favola russa, e la sua incontenibile immaginazione, riescono in questo suo nuovo romanzo a trasportarci dentro un’avventura d’altri tempi, completa di recite teatrali, duelli e storie d’amore. Francis Spufford è un abilissimo ricercatore e conoscitore della storia e della letteratura del Settecento, e il lettore di Golden Hill non potrà che trarre godimento dalla ricostruzione degli ambienti, dai ritratti dei vari personaggi e dalle vicende picaresche del suo protagonista.
«Come un romanzo di Henry Fielding appena riscoperto e arricchito con materiale alla Martin Scorsese… New York è ricreata in maniera superba… La scrittura scoppia di energia e di allegria, e alla fine la soddisfazione è enorme sotto ogni punto di vista. Golden Hill merita una grande stella luminosa». – The Times
New York, dicembre 1746. Quando Richard Smith sbarca a Manhattan, la città è ancora un piccolo porto coloniale (settemila abitanti contro i settecentomila di Londra), sporca, caotica, piena di olandesi, di faccendieri e trafficanti di ogni genere. La Rivoluzione americana arriverà solo dopo trent’anni, e ogni Stato del New England batte moneta propria. Smith è in possesso di un ordine di pagamento al portatore di mille sterline – una cifra enorme, all’epoca – da riscuotere presso la counting house di un sospettosissimo Gregory Lovell.
Ma chi è Smith? Su di lui, uomo di bell’aspetto, nascono mille leggende, e tutte le famiglie più in vista della città lo invitano a casa propria. Smith si lascia coinvolgere nella vita locale e nel corteggiamento della bella e cinica Tabitha, figlia di Lovell. Fin dalle prime pagine è chiaro che l’autore ammicca al romanzo inglese dell’epoca, ma con gli occhi di chi conosce la storia, letteraria e non, dei secoli a seguire. Un esempio: appena sbarcato, il protagonista ingenuo e distratto viene abilmente alleggerito del portafogli, una disavventura classica, ma poi incontrerà un personaggio che Fielding o Defoe avrebbero forse immaginato ma non raccontato in modo tanto esplicito.
«Golden Hill è un romanzo gioioso che ti lascia raggiante, e al contempo così serio che ti chiede di rileggerlo più e più volte… Questo libro è oro puro». – Sunday Telegraph
«Ci sono scene più illuminanti, cesellate con più amore, di libri interi.» – Financial Times
«Una ricerca approfondita resa con una scrittura leggera… Golden Hill è intrattenimento di prima classe.» – The Guardian
Francis Spufford è docente al Goldsmiths College di Londra. Nominato nel 1997 Giovane scrittore dell’anno dal «Sunday Times», e nel 2007 Fellow della Royal Society of Literature, è autore di I May Be Some Time (1996), vincitore del Somerset Maugham Award; di The Child That Books Built (2002), antologia letteraria sui testi di formazione per ragazzi; di Backroom Boys (2003), finalista per l’Aventis Prize; e di Unapologetic. Why, Despite Everything, Cristianity Can Still Make Surprising Emotional Sense (2012), un saggio sul senso dell’essere cristiani oggi. Presso Bollati Boringhieri sono usciti: L’ultima favola russa (2013), vincitore dell’Orwell Prize 2011, e Golden Hill (2017).
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