Autore: Marco D'Aponte, Marino Magliani
Pubblicato da Tunué - Febbraio 2021
Pagine: 160 - Genere: Classici, Graphic Novel, Letteratura per ragazzi
Formato disponibile: Copertina Rigida
Collana: Prospero's books
ISBN: 9788867904051
⏱ PRENOTA ORA
In libreria dal 4 febbraio
Un capolavoro assoluto della letteratura del ‘900, un classico per ogni generazione, la narrazione dell’Italia contadina e della società tra le due guerre mondiali e la Resistenza, un romanzo sul ritorno, la memoria e la ricerca di sé stessi. Tutto questo è La luna e i falò, il testamento letterario di Cesare Pavese nell’adattamento in graphic novel a opera di Marino Magliani e Marco D’Aponte, che dopo il successo di Sostiene Pereira (da Antonio Tabucchi) tornano a lavorare su un grande romanzo italiano.
Lo scrittore di Santo Stefano Belbo compie un viaggio, assieme al protagonista Anguilla, alla terra dove è nato, riscoprendone le origini, i simboli. È un tentativo di salvare qualcosa, aggrapparsi alle colline, di allontanarsi dal destino e dalla città che l’aspetta. Ritrovarsi nelle cose e nei caratteri. Ma forse più che in Anguilla, il “bastardo” adottato da una famiglia di contadini che da poveraccio che era è tornato ricco, Pavese si rivede in Cinto, il bambino zoppo e solo, che vive nella cascina dove un tempo viveva il protagonista. La campagna è sempre la stessa, così come la cultura contadina, basata ancora sulle credenze antiche, sul potere della luna e dei falò. Tutte le immagini potentissime di questo libro, la luna, il fuoco, il sangue, le donne imprendibili, la terra, la violenza fisica, i vigneti, i campi, il tradimento, Cinto che è l’infanzia e Nuto che è la saggezza – sconfitta, ma impavida – prendono vita in modo straordinario in questa magnifica graphic novel dai colori vividissimi, in cui tra il verde apparentemente dolce delle colline quasi sempre appare un tocco di rosso sangue che è insieme profezia e avvertimento di ciò che è già successo, e che trasforma una pianura americana sotto una luna rossiccia in un ricordo di Anguilla in un angoscioso deserto di sangue; così come il fuoco, sempre più simbolico e minaccioso mentre si procede verso il finale, verso l’ultimo falò», scrive nella prefazione Marta Barone.