Autore: Enrico Macioci
Pubblicato da Mondadori - Febbraio 2017
Pagine: 276 - Genere: Narrativa Contemporanea
Collana: Scrittori Italiani e Stranieri
Dal 7 febbraio in libreria
È atteso per domani l’arrivo in libreria Lettera d’amore allo yeti, il nuovo romanzo di Enrico Macioci edito da Mondadori. Un padre e un figlio, che hanno da poco perso all’improvviso l’amata moglie e mamma, cercano di ritornare la serenità perduta trasferendosi, per l’estate, nella casa al mare che avevano acquistato quando ancora erano una famiglia felice. Pian piano cercano di ritornare a vivere, parlando. Parlano molto anche dello yeti, questa figura quasi mitologica che insieme affascina e impressiona il bambino, e che in qualche modo sembra essersi impressa nella sua mente sensibile. Poi però, in quel tranquillo luogo di vacanza, cominciano a succedere cose strane. Persone spariscono. Strane sensazioni si manifestano. E tutto inizia a prendere una piega inaspettata, quasi soprannaturale. Con un libro sorprendente per originalità e qualità della scrittura, Macioci si conferma uno degli autori più interessanti della sua generazione. Lettera d’amore allo yeti è un romanzo che sfugge alle classificazioni, un testo senza tempo, sospeso tra E.T.A. Hoffmann e Stephen King, spaventoso e lirico, capace di inquietare e sedurre con le sue atmosfere. Macioci riesce, con straordinaria efficacia, a tratteggiare i passaggi più oscuri dell’animo umano e al tempo stesso a raccontare con delicatezza il rapporto tenero ed esclusivo tra un padre e un figlio.
Come si fa a sopravvivere quando la tua giovane moglie ti è morta accanto, una notte, andandosene in un istante e lasciandoti solo con un figlio di nemmeno sei anni? Riccardo non lo sa come si fa, ma in qualche modo ci sta riuscendo. Sono passati otto mesi da quando Lisa non c’è più, e padre e figlio si sono trasferiti per l’estate in una casa al mare, acquistata poco tempo prima della scomparsa di Lisa. Nicola è un bambino sveglio e sensibile, e ha una grande passione per lo yeti: è il suo argomento di discussione preferito, ne è affascinato e un po’ lo teme. Riccardo è tormentato da un sogno ricorrente, le sue notti sono agitate e gettano ombre sulla quiete del comprensorio in cui abitano. Che significano le ambigue considerazioni della signora Lepidi, un’anziana untuosa che pare al corrente di pericolose verità sull’identità di un comune vicino di casa, Teodoro Inverno, un uomo massiccio e solitario con cui Nicola si ferma per ore a chiacchierare, inspiegabilmente calamitato? Le giornate scorrono, nei ritmi quotidiani della villeggiatura. Nicola ogni pomeriggio partecipa alle attività organizzate da una giovane animatrice dell’hotel vicino. Riccardo lo sorveglia dai tavolini del Long John Silver, un bar sulla spiaggia gestito da Walter, col quale ha in comune una passione per Stevenson e per i discorsi filosofici. Intanto conosce Ismaela, una cameriera affascinante, che sembra nascondere un segreto. La speranza di una ritrovata normalità carezza la mente di Riccardo, ma la tenebra torna ad assediare la sua vita e quella di suo figlio. L’animatrice cui Nicola si era affezionato scompare all’improvviso. Ogni ricerca si rivela inutile e Riccardo scopre che in quello stesso punto sono già sparite quattro persone negli ultimi anni… Chi è l’individuo che appare in certi scatti fotografici e le cui mani hanno qualcosa di mostruoso? E perché ogni volta che passa accanto a un chiosco abbandonato a forma di limone Riccardo viene assalito da un brivido?
Enrico Macioci è nato a L’Aquila nel 1975. Si è laureato in Giurisprudenza, con una tesi in diritto tributario, e in Lettere moderne, con una tesi su Cuore di tenebra di Joseph Conrad. Ha pubblicato Terremoto (Terre di mezzo, 2010) e La dissoluzione familiare (Indiana, 2012), Breve storia del talento (Mondadori, 2015) e Lettera d’amore allo yeti (Mondadori, 2017). Collabora con “la Repubblica”.