Autore: Loung Ung
Pubblicato da Piemme - Settembre 2017
Pagine: 336 - Genere: Non fiction, Autobiografico
Collana: Piemme voci
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Dal 12 settembre in libreria
In occasione dell’uscita del film di Angelina Jolie prodotto da Netflix, tra pochi giorni tornerà in libreria Per primo hanno ucciso mio padre, il libro autobiografico di Loung Ung edito da Piemme. La pellicola è l’adattamento delle memorie riportate nel bestseller internazionale Il lungo nastro rosso (Piemme, 2010) da Loung Ung, classe 1970, attivista cambogiana per i diritti umani e sopravvissuta, quando era una bambina, allo spietato genocidio compiuto dai Khmer Rossi. Per primo hanno ucciso mio padre ci fa rivivere, attraverso gli occhi di una bambina indomita, la follia degli uomini e la capacità di rinascere.
La cacciata dal paradiso per Loung Ung ha una data: il 17 aprile 1975. Fino ad allora, la sua infanzia, come quella dei sei fratelli, è stata meravigliosa, grazie all’amore della mamma e del papà, un alto ufficiale del governo cambogiano. Loung amava addentrarsi con la famiglia nei coloratissimi mercati di Phnom Penh, dove vivevano, tra profumi di zuppe di noodles e noccioline tostate e chiassosi animali. Ma quel 17 aprile, quando lei ha solo cinque anni, il paradiso va in frantumi. Gli Khmer Rossi di Pol Pot prendono la città. Tutta la Cambogia piomba nell’incubo di un regime brutale. La famiglia Ung è in pericolo, data la posizione del padre, e deve abbandonare la casa, le comodità, la sua stessa identità, per fuggire in campagna e nascondersi di villaggio in villaggio. Infine devono separarsi, con la speranza di ritrovarsi tutti un giorno. I fratelli di Loung vengono imprigionati, invece lei, così piccola, è destinata a un campo di addestramento per giovani soldati. Per lunghi anni dovrà lottare ogni singolo momento per non cedere alla fame, alla fatica e alla disperazione. La violenza la circonda, e i suoi occhi di bambina sono testimoni di cose che nessuno dovrebbe vedere in una vita. Quasi due milioni di cambogiani morirono in quel genocidio.
Quando finalmente, con l’arrivo dei vietnamiti, l’incubo finisce, per Loung inizia la lunga ricostruzione di se stessa e della sua famiglia. Con una forza d’animo incredibile per una bambina e gli insegnamenti del padre, riuscirà a ricrearsi una nuova vita, un nuovo e diverso paradiso.
Loung Ung è sfuggita ai campi della morte dell’infame regime dei Khmer Rossi di Pol Pot, dove morirono quasi due milioni di cambogiani, circa un quarto della popolazione nazionale. Oggi è impegnata nella lotta per i diritti umani come testimone e attivista della “Vietnam Veterans of America Foundation”, associazione insignita del Premio Nobel per la Pace per il suo impegno contro le mine anti-uomo. Il suo libro, Per primo hanno ucciso mio padre, è tradotto in quattordici Paesi.
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