Autore: Elsa Schiaparelli
Pubblicato da Donzelli - Dicembre 2016
Pagine: 282, ill. - Genere: Autobiografico
Collana: Meledonzelli
Da dicembre in libreria
In questi giorni torna in libreria Shocking life, la suggestiva autobiografia di Elsa Schiaparelli edita da Donzelli. La storia di colei che non fu solo una semplice stilista, ma una geniale artista anticonformista che negli anni Trenta ha rivoluzionato il mondo della moda insieme alla sua rivale Coco Chanel. Elsa Schiaparelli in Shocking life racconta la sua vita, dalla giovinezza inquieta nella Roma sonnolenta di inizio secolo, all’incontro con la modernità rombante a New York, fino alla Parigi degli anni ’20 e ’30 brulicante di bohémien. Amica di artisti come Duchamp, Man Ray e Dalì, collaborò con loro ispirandosi alle loro opere per realizzare capi incredibili e stravaganti, facendo di ogni vestito una tavolozza unica ed esplorando l’uso di nuovi tessuti e materiali.
«Un abito non può essere appeso alla parete come un quadro. Un abito non ha una vita sua se non viene indossato. Allora, un’altra personalità prende il tuo posto e lo anima, lo esalta o lo distrugge. Oppure lo trasforma in un inno alla bellezza».
Ha rivoluzionato la moda, ha conquistato Hollywood, ha suscitato clamore e scandalo, eppure la prima stilista italiana a varcare i confini nazionali ha cominciato la sua straordinaria carriera per caso: di sartoria non sapeva nulla, confessa Elsa Schiaparelli in questa autobiografia, la sua «ignoranza in materia era somma», e, proprio per questo, il suo coraggio era «folle e senza limiti». Una vita come una sfida, quella di Schiap, estrosa ed eccentrica. A partire da quando, lei che proveniva da una nobile famiglia romana, sceglie di allontanarsi dall’ambiente conservatore che la circonda: eccola a Londra, a New York, e infine a Parigi, sua città d’elezione; e poi in Russia, Sud America, Africa… La libertà ha un prezzo però e le difficoltà che incontra non sono poche, finché da un’intuizione, semplice e originale allo stesso tempo, un golf nero con un grosso fiocco bianco che sembra vero e invece non lo è, Elsa capisce quale sarà la sua strada. All’inizio deve accontentarsi di una soffitta infestata dai topi, ma ben presto le sue creazioni la portano a place Vendôme, dove apre la boutique e dove sbocciano una dopo l’altra le sue invenzioni: la gonna pantalone, che osa proporre un abbigliamento maschile per la donna; il cappello scarpa, frutto della collaborazione con Salvador Dalí; il golf con il disegno delle costole, con una sorta di effetto a raggi X; il primo vestito da sera con giacca; i tessuti con le stampe dei giornali; i bottoni di tutti i materiali e le fogge (catene, lucchetti, lecca-lecca); e poi le zip, finalmente in bella vista, perfino negli abiti da sera… Un’esplosione di fantasia che trova la sua espressione più formidabile in quel colore che è diventato il simbolo di una maison, di un modo di concepire la moda e non solo: il rosa shocking. «Il colore mi balenò davanti agli occhi come un lampo – racconta Schiap –. Brillante, impossibile, sfrontato, piacevole, energico, come tutta la luce, tutti gli uccelli e tutti i pesci del mondo messi insieme, un colore proveniente dalla Cina e dal Perù, non occidentale; un colore “shocking”, puro e non diluito». Scioccare è l’imperativo, ma sempre con eleganza e mirando alla bellezza. Se Katharine Hepburn, Marlene Dietrich e Mae West non possono fare a meno di indossare i suoi abiti, se a lei si rivolgono le atlete del momento e perfino le prime aviatrici per il loro guardaroba da volo, Elsa è convinta che disegnare abiti non sia una professione ma un’arte.
Elsa Schiaparelli (1890-1973) è stata una delle più influenti figure della moda del Novecento. Nata in una famiglia dell’aristocrazia romana, ben presto lascia l’Italia per la Gran Bretagna, dove sposa William de Wendt, con il quale si trasferisce negli Stati Uniti. Abbandonata dal marito dopo la nascita della figlia, torna in Francia, dove tenta la strada della moda, riscuotendo fin dall’inizio un grande successo: collabora con artisti come Dalí, Cocteau, Aragon, disegna abiti per le star di Hollywood, imponendo la sua maison come alternativa alla linea rigorosa e austera di Coco Chanel. Nel secondo dopoguerra, decide di chiudere la casa di moda e dedicarsi alla scrittura della sua biografia, Shocking life. Dal 2012 la maison Schiaparelli ha riaperto le porte nella sua sede storica a place Vendôme. Nello stesso anno, il MoMA le ha dedicato una mostra dal titolo Schiaparelli & Prada: Impossible Conversations.