Genere: Drammatico
Attori: Naomi Watts, Naveen Andrews, Douglas Hodge, Charles Edwards, Geraldine James, Juliet Stevenson, Cas Anvar
Regia: Oliver Hirschbiegel
Le prime recensioni della stampa britannica hanno già seppellito questo lucido sulla vita sentimentale e angosciosa di Lady Diana Spencer, un po ‘prevedibile. E’ essenzialmente un romanzo d’evasione giramondo, visivamente ricco, ma psicologicamente superficiale. Ritrae la Regina di Cuori come una solitaria, la fame d’amore, principessa delle fiabe, sia pure con una stretta cinica del suo potere come fosse un marchio.
Con una sceneggiatura “ispirata” al libro del 2001 “Diana: Her Last Love” del giornalista inglese Kate Snell, che è accreditato come produttore associato, gli avvenimenti descritti sono già ben noti. Negli ultimi due anni della sua vita, una Diana divorziata, inizia una relazione con il pakistano cardiochirurgo Hasnat Khan (Naveen Andrews). Sogna la fuga, il matrimonio e un nuovo inizio con lui. Ma il suo alto profilo pubblico, la vita intensamente rigida di protocolli e valori, la sua cultura inglese, impediranno questo lieto fine.
Nel film, Diana diventa sempre più ossessiva e manipolatrice verso Khan, prima di vendicarsi con una nuova storia d’amore fatale con Dodi Fayed (Cas Anvar). In un infausto presagio della sua morte a Parigi, fa un patto faustiano con i paparazzi, per lo scoop della sua nuova relazione attraverso la stampa scandalistica, nel tentativo di rendere Khan geloso. In questo modo, le motivazioni emotive e psicologiche disordinate di un personaggio storico complesso sono ridotte alla semplicistica soap opera.
Tutti i film biografici convenzionali sono trattenuti da fatti prosaici, ovviamente, o almeno da fabbricazione plausibile. Ma molti film simili sulla recente storia britannica, in particolare The Queen e The Iron Lady, hanno superato questo problema con la licenza drammatica e spirito malizioso. Al contrario, Diana è così tristemente privo di intuizione illuminante, così coagulato con il dialogo goffo ed una esposizione nuda, che frequentemente cade in comicità involontaria. A differenza di The Queen, Diana sperpera anche un’occasione d’oro per sezionare i personaggi bizzarri e fazioni all’interno della monarchia disfunzionale della Gran Bretagna. Il principe Carlo e la regina Elisabetta sono del tutto assenti dal dramma, mentre principi William e Harry compaiono solo di sfuggita in una singola scena.
Nonostante queste brutali prime recensioni, Diana non è una rappresentazione totalmente fallata, ma è a metà strada tra un piacere colpevole e un’occasione mancata.
Uscito il 03/10/2013