Bisogna ammettere che di Tarzan ne abbiamo visti fin troppi, nel senso che sono stati realizzati, a onor del protagonista, film, cartoni etc… Ma pochi (o quasi) sanno che il personaggio di Tarzan lo dobbiamo alla fantasia dello scrittore Edgar Rice Burroughs. Certo, chi vede ora i primi film su Tarzan rimarrebbe a bocca asciutta: gli “effetti speciali” di trenta o quarant’anni fa si affidavano – giocoforza – a costumi, qualche salto sull’albero e così via. Tuttavia, nessuno negherà che a quel tempo, i film riproducevano abbastanza fedelmente il romanzo di Burroughs e, forse, quella generazione si era abituata fin troppo a quel Tarzan.
Oggi, nel 2014, vedere un film su Tarzan con la moderna tecnologia, fa un po’ sorridere. E in effetti è vero che nel cinema si è a corto di idee, ma è pur vero che ci vuole coraggio a proporre trame “personalizzate” e adattarle al pubblico odierno nutrito a pane e avatar. E’ quello che cerca di fare il regista che, a suo malgrado, si rende conto che la storia di un bambino che si perde nella giungla e viene allevato da lupi, è storia già scritta, per esempio “Il libro della giungla”; ma stavolta gli animali che allevano un bambino sono i gorilla: si innesca quindi un interessante meccanismo, dove si può ripetere tranquillamente e con disinvoltura la stessa trama cambiando solo i “genitori” animali, e quindi spazio alla fantasia. C’è da dire che il film, si è sollevato dalle ceneri grazie a questo Tarzan “riveduto” dai tedeschi che hanno adottato il principio: “Tarzan a modo mio”.
E quindi, largo a nuove idee. Certo, la presenza del meteorite, rende piuttosto “spaziale” questa versione di Tarzan e, quest’ultimo, sembra quasi obbligato ad “indossare” le vesti del super eroe per volontà del regista. Quindi si lancia in acrobazie da vertigine e voli esagerati da un albero all’altro. Insomma, senza volerlo, il regista rischiava di rendere questo Tarzan a mo’ di “Spiderman selvaggio”. Niente da dire però sugli effetti speciali: unici elementi credibili del film. Anche i paesaggi, molto curati. Gli occhi troveranno senz’altro deliziosa la visione di questo film, soprattutto in 3D. Per un’avventura in fitte giungle e per la scoperta di imponenti gorilla, allora la motivazione per guardare questo film è ancora sufficiente. Prevedibile e scontata l’infatuazione di Tarzan con una donna civilizzata, come pure dei cattivi che cercano di appropriarsi di quelle terre vergini e incontaminate. Ma ci sta pure. Ogni tanto fa bene uscire dai centri urbani e vedere un film ambientato nella stupenda natura.
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Vincenzo Ardito