Oggi siamo in compagnia di Monique Ròdok, una giovane scrittrice che con Dimensioni parallele – La dimensione dei due fuochi celebra il suo esordio nel panorama del fantasy. Tra visioni oniriche e protagonisti mistici, l’autrice accompagna il lettore in un pianeta popolato da stirpi rivali, ormai giunte all’inevitabile momento dello scontro.
Monique, dietro a una buona scrittura c’è spesso tanta lettura. Quali sono i libri che ti hanno avvicinata al fantasy? C’è uno scrittore in particolare che, in qualche modo, hai sempre preso come punto di riferimento?
Tanta lettura, ma non solo. Mi sento di dire con fermezza che uno scrittore, o aspirante tale, non trae ispirazione soltanto dai libri, non come forse erroneamente concepiamo il processo artistico che coinvolge molteplici figure in un rapporto univoco: “lo scrittore è ispirato dai libri, il pittore dai quadri, l’attore da opere su grande schermo e a teatro, ecc”. I libri certamente sono una colonna portante nella mia vita, sono affettivamente legata ai mondi visionari di Lovecraft, Murakami, Gaiman, Holdstock, ai viaggi onirici di Jack London e di Carlos Castaneda. Prediligo la corrente che oltrepassa la realtà quotidiana, storie di personaggi e mondi sovrannaturali, creature che scavano nel profondo perdendosi nell’oblio, sfidando la mente umana e sfiorando i limiti terreni. L’occulto e l’onirico sono un tema a me caro, tema che ritrovo nella musica senza la quale non riesco a scrivere, nelle opere di illustratori e registi che mi hanno portato a profonde riflessioni. E quindi non solo libri. Il compositore di cui non riesco a fare a meno: Christophe Beck. L’arte: le atmosfere creepy dell’illustratore danese John Kenn Mortensen, il pittore e grafico polacco Zdzislaw Beksinski e il surrealismo di Ryohei Hase
Il tuo romanzo d’esordio, La dimensione dei due fuochi, pulsa di creatività e il pianeta su cui viene ambientata la vicenda è accuratamente dettagliato. Basti pensare a Komea, ad Ashar, a Cora o, semplicemente, al popolo Piumense. Per quanto tempo hai lavorato a tutto questo? Quanto ti ci è voluto per trasformare quest’idea tanto elaborata in inchiostro?
Dimensioni parallele è un grido di lotta, una voce che dà forma a paure oscure attraverso un racconto romanzato. È una saga fantasy composta da sette libri di cui La dimensione dei due fuochi è il primo. Qui non ci sono elfi, vampiri o troll, ma universi inesplorati fino ad ora e abitati da esseri demoniaci e creature ancorate ad una terra che è stata usurpata. Gli esseri che descrivo emergono da incubi profondi. La storia segue l’evoluzione dei personaggi attraverso sogni, loop temporali, paradossi. Dimensioni parallele mi ha permesso di dare forma alle paure e combatterle, studiarne la psicologia e dargli voce. È un progetto alla cui base c’è una costruzione lunga e intensa: frutto di otto anni, poi diviso in sette volumi, seguito dallo studio approfondito delle vetrine editoriali di varie case, stampa di più copie grezze del primo volume di mia tasca che ho inviato una ad una alle case editrici e attesa del responso. Ho seguito un iter di proposta agli editori alla vecchia maniera, bussando alla porta di chi ho ritenuto potesse interessarsi ai miei mondi. A soli quattro mesi dall’invio, ho ricevuto una chiamata e successiva proposta da Armando Curcio editore, una realtà che ha sulle spalle novanta anni di storia (fondata nel 1927), per me è stata una gioia indescrivibile
Il tuo libro è popolato da molteplici personaggi, demoni, piumensi, esseri superiori, stregoni. A quale, tra tutti, ti senti particolarmente legata? E perché?
Domanda a cui è difficile rispondere! Sono affascinata dalle atmosfere cupe e ritmi dark, sicuramente tutto ciò è presente nelle valli abissali le cui molteplici figure demoniache mi hanno sempre richiamato a gran voce. Personaggi in particolare? Ognuno di loro ha punti di forza e debolezze, se proprio dovessi scegliere, farei il nome di Mesar, il braccio destro del padrone del caos. È una figura che ancor prima della stesura, sin da quando abbozzai i suoi lineamenti nella mia mente, mi attrasse come una calamita: è un compagno leale, forte, con un profondo senso di attaccamento alla stirpe demoniaca, ai compagni che meritano la sua fiducia, ma allo stesso tempo brutale, feroce, eppure mai un traditore nei confronti dei suoi alleati. È un guerriero spietato in battaglia, ha solide basi di combattimento, valori di lealtà e amicizia. È un solitario, ma sa ricoprire il ruolo di fidato compagno quando la situazione lo richiede, come implica il rapporto con Lamudren stesso. Ho un debole per tutto ciò che lo rende quel che è, credo abbia in sé tutte le caratteristiche che lo rendono perfetto per il ruolo che ricopre nell’antro abissale: sangue freddo e autocontrollo. Mesar è un guerriero, un alleato, un demone devoto alla causa. Tanti altri personaggi mi attraggono, forse soltanto uno, più di Mesar, ma non posso rivelarne il nome: verrà presentato nei prossimi libri.
Nella fase di stesura del tuo racconto, hai riscontrato maggiori difficoltà nell’elaborazione dell’intreccio o nel mantenere la coerenza dei tuoi personaggi con il pattern di caratteristiche che avevi scelto per ciascuno di essi?
Quando iniziai a scrivere Dimensioni parallele, la storia era vivida nella mia mente, personaggi compresi. Più che riscontrare difficoltà nel mantenere le caratteristiche assegnate o nell’elaborazione dell’intreccio, direi il contrario: mi è capitato talvolta di avere un’illuminazione durante la stesura. Scrivendo e rileggendo particolari scene emergevano lati del carattere dei personaggi in maniera profonda, incisiva, lati che dapprima avevo solo abbozzato. A quel punto la scena stessa è stata perfezionata, lasciando trasparire in maniera evidente le caratteristiche dei personaggi di cui forse, prima dell’illuminazione, avrei soltanto accennato.
La dimensione dei due fuochi è il primo volume di una saga più complessa. Stai già lavorando al seguito?
Assolutamente sì. Come anticipato precedentemente, la trama completa di Dimensioni parallele è già fissata in molteplici appunti e quaderni e divisa in libri e capitoli. Al momento sto lavorando alla stesura del secondo: Una realtà parallela.
Ancora una domanda: hai mai pensato o provato a scrivere racconti slegati dalla matrice fantasy? O senti che questo è il genere in cui riesci ad ottenere la massima espressione?
Credo che il genere fantasy mi appartenga, anche se in contemporanea confesso di stare lavorando ad una raccolta di racconti di stampo onirico. Se non totalmente fantasy, questa raccolta si allaccia alla corrente visionaria e sovrannaturale. Nonostante ciò, le idee sono molteplici e oltre la saga completa di Dimensioni parallele, ho già in mente un ulteriore progetto in parte di stampo fantasy e dalle atmosfere creepy.
La dimensione dei due fuochi: un romanzo fantasy corposo e originale, un nuovo capitolo dell’equilibrio precario tra luce e tenebra consigliato a tutti i lettori stanchi dell’ordinario. Il libro è disponibile su Amazon e Ibs.it.