Cari lettori colorati oggi abbiamo il piacere di intervistare, a nostro giudizio, uno degli autori piú interessanti del nostro panorama letterario. Parliamo di Luca Bianchini speaker radiofonico per Radio Due e sopratutto autore di romanzi come Instant Love, Ti seguo ogni notte, Siamo solo amici. L´ultima fatica letteraria di Bianchini é Io che amo solo te di cui trovate qui la nostra recensione lettura piacevole e scorrevole che non manca di affrontare temi importanti come l´amore, la famiglia, e il coraggio di vivere la propria omosessualitá. Una storia che é un tuffo nel sud, coi suoi modi di pensare, con il ritmo del tempo, con le etichette da rispettare.
Il libro ci ha incuriosito cosí abbiamo preparato qualche domanda per conoscere meglio e farvi conoscere meglio Bianchini e l´anima del suo libro.
Innanzitutto Luca ti ringraziamo per la tua disponibilitá a rilasciare questa intervista. Nelle ultime pagine del libro spieghi com’è nata l’idea che porta al romanzo, puoi dirci di più?
E’ stato un colpo di fulmine con una Terra, la Puglia, e la sua gente, che sono una cosa sola. E’ una delle poche regioni, la Puglia, dove gli abitanti la chiamano “la nostra Puglia”. Nessuno, in Piemonte o Lombardia o Lazio, credo abbia mai usato un espressione simile. Questo legame forte con la terra è sinonimo di passione forte e travolgente, e a me piace raccontare soprattutto la passione.
Il tema scelto va a toccare via via ogni personaggio l’amore. E ogni volta si scopre una sfumatura diversa, come mai questa scelta particolare?
Come sempre, le cose migliori le fai o le dici senza pensarci. Io ero talmente preoccupato a stare dietro alla festa di matrimonio che stavo raccontando, che badavo abbastanza poco ai sentimenti dei personaggi che mettevo a tavola. Io dovevo fare in modo che tutto filasse liscio: invece, incredibilmente, sono venute fuori tutte le sfumature dell’amore: quello filiale, quello devoto, quello gay… ma non era per niente voluto. Ha fatto tutto l’istinto.
Sempre riflettendo sull’amore, qual è la tua opinione; è un sentimento che può restare latente anche per molti anni e poi esplodere (come per Mimì e Ninella) oppure è possibile che due persone si innamorino piano piano, come i figli?
L’unica cosa che so dell’amore è che continua a farci porre delle domande cui non troviamo mai una risposta univoca. Cambia continuamente, ci sfugge, si trasforma, sparisce, ma come diventi cinico torna a farti le fusa. L’amore è un gatto selvaggio.
Hai tratto spunto in prevalenza da fatti reali oppure personaggi e scene sono pensati per essere funzionali in una narrazione e quindi inventati di sana pianta?
Mi piace mischiare. C’è un cugino di mio padre che riguarda spesso Le conseguenze dell’amore di Paolo Sorrentino. Qui è diventato “I ponti di Madison County”. Ovviamente se so che una cosa è accaduta veramente e la faccio “mia”, divento molto più convincente nella narrazione, anche se molte cose me le sono inventate di sana pianta. Ma anche nella vita diciamo un sacco di menzogne, solo che non possiamo confessarle.
Raccontaci qualcosa della tua esperienza come scrittore.
Mi piace scrivere, ma soprattutto riscrivere, che è il lavoro più lungo e faticoso, ma mi piace da pazzi. Adoro trovare l’aggettivo giusto, la battuta di dialogo… mi piace cancellare. E scrivo meglio quando ho di fronte un bel panorama come oggi, che scrivo davanti al mare di Gallipoli.
Cos’è per te la scrittura?
Una gioia della vita che mi ha reso felice.
Uno dei personaggi che ho amato di più è il fratello di Damiano, che deve tenere nascosta la propria omosessualità. Ci troviamo di fronte al secondo tema del libro, il coraggio di essere se stessi. Come mai facciamo tanta fatica a essere e invece si preoccupiamo tanto di apparire?
Perché stiamo diventando sempre più superficiali. Andiamo a un concerto non per ascoltare le canzoni ma per “dimostrare” che ci siamo andati: tutti a fare foto, postare sui social network etc… lo faccio anche io. Ma credo che tra un po’ ritroveremo il tempo per la sostanza, l’amicizia, le parole e la lettura. Sono molto fiducioso in “noi umani”.
Anche noi lo siamo. A proposito dei social network, abbiamo seguito via social network i tuoi itinerari in tutta la penisola per la presentazione del tuo libro. Che ruolo e importanza ha secondo te portare il libro tra la gente in maniera cosí capillare e non solo in libreria?
E’ molto importante, soprattutto in provincia. Entri in contatto con realtà diverse, che hanno ancora voglia di ascoltare, conoscere e fare domande. E poi ci mettono il cuore. É molto più facile riempire una libreria di un piccolo paese rispetto a una grande città.
Ogni scrittore davanti alla domanda “perché scrivi” ha sempre una risposta diversa, perché le motivazioni son molto personali. Luca Bianchini che obiettivi si pone quando scrive, sia nei confronti di se stesso che verso il suo pubblico?
Di pensare solo a divertirmi, a emozionarmi. Cerco di non farmi mai condizionare da chi poi leggerà.
Molti dei nostri lettori scrivono, quindi é d´obbligo una domanda “tecnica”: dicci, a tuo giudizio, la ricetta per scrivere un buon libro.
Iniziare a scrivere e vedere che effetto fa. Pensare a lungo ai personaggi, pensare al loro passato, alle loro formazioni, anche se li racconti solo in un breve momento della loro vita. Esplorare, essere curiosi. Limitare gli aggettivi se non servono. Osare. Non bisogna mai trattenere la mano, come in pittura. Se il tuo cuore ti dice di osare, farlo. E se il libro non piacerà, farsene una ragione. Non c’è niente di più triste dello scrittore ostinato. La scrittura non va d’accordo con l’ostinazione. E ricordatevi che un buon libro prima o poi un editore lo trova.
Quali sono i tuoi autori preferiti? Qualcuno di questi ha influenzato la tua scrittura?
Mi piacciono molto gli scrittori talentuosi, ironici e un po’ drammatici: Dave Eggers, Michel Houellebecq e Philip Roth sono i miei preferiti, oltre a Javier Marías. Non credo che si possa davvero influenzare lo stile: trovo così tristi, ad esempio, quelli che provano a imitare Baricco!
Luca, da autore posso dire che quando si pubblica un libro si vivono i momenti successivi con molto entusiasmo, c´é tanto lavoro da fare e spesso non si ha il tempo materiale per tornare a scrivere. Ma prima o poi tutto questo finisce e ci si rimette al lavoro. Hai giá pensato alla tua prossima opera? Se sí, descrivicela solo con un aggettivo.
Esaltante.
Se l´intervista e la recensione vi hanno incuriosito vi ricordiamo che trovate Io che amo solo te di Luca Bianchini in tutte le migliori librerie e naturalmente anche in quelle online su Amazon, Bookrepublic, su App Store e molte altre. Buona lettura!