Torre Velasca, Milano. Da quei pressi muoveva la storia de “Il vedovo” di Dino Risi, splendida commedia grottesca del 1959 interpretata da Alberto Sordi e Franca Valeri, e da qui muove il primo fotogramma “Aspirante Vedovo“ di Massimo Venier. Gli anni sono passati, l’Italia non è più quella alla vigilia del boom e delle sue giulive avidità. Oggi il Bel Paese sta perdendo quell’aggettivo iniziale, barcamenandosi tra difficoltà economiche legate alla crisi, aspirazioni di ripresa incipriate – come avviene a Milano – attraverso progetti come l’Expo 2015 e una selva di cantieri che spuntano come funghi. La storia dell’attuale remake, a dire il vero, si svolge più a Torino che a Milano, ma in fondo cambia poco. Alberto Nardi (Fabio De Luigi) vorrebbe tanto essere un imprenditore di successo, parla con le persone giuste, cerca di seminare progetti lucrosi, ma alla fine sbatte sempre contro qualche fallimento.
Forse perché lui non è una cima, e perché non gode assolutamente della fiducia di chi tiene i cordoni della borsa, sua moglie Susanna Almiraghi (Luciana Littizzetto), grande industriale che “non ammette fallimenti di nessun tipo”, e dunque si rifiuta di divorziare dal marito fesso, mantenendolo e auspicandone una fine tragica. Dal momento che è credente, quella fine lei non cerca di causarla, ma certo non si disidraterebbe in lacrime se, un giorno, Alberto ci lasciasse le penne. Invece, guarda un po’, è proprio Alberto a progettare addirittura il decesso dell’insopportabile moglie dopo aver assaporato – smentito dal destino – le gioie di essere vedovo. Per tre giorni, infatti, Susanna è creduta morte in una disastro aereo in Romania, il meschino marito comincia a fare sogni in grande, poi però l’arpia torna sulla scena, lasciandolo a bocca aperta. Da titolare, di nuovo “first lady” del “presidente”.
La regia non affonda mai il colpo, né dal punto di vista dell’ilarità, né sotto il profilo della satira a una parte della società senza scrupoli, attenta ad aiutare i bambini neri piuttosto che i malati solo perché fa più presa sulla gente e sulla stampa.
“Aspirante vedovo”, è un’occasione sprecata per realizzare una commedia atipica nel panorama cinematografico italiano, ma l’occasione è più che sprecata, l’unico pregio del film è la voglia di riproporre un vecchio cult, ma il risultata è stato un vero e proprio disastro, nonostante la simpatia dei due interpreti protagonisti che sono comunque sotto le righe, perché la sceneggiatura è al limite del paradossale e del ridicolo, con gag volutamente pacchiane che però non fanno ridere neanche a cannonate, e con un ritmo molto frettoloso inoltre alla fine della visione della pellicola ci si ritrova un fastidioso senso di amarezza, data la vicenda degna di una black comedy di tutto rispetto. Nonostante le premesse ciò che è stato realizzato è un vero e proprio flop.
Regia: Massimo Venier
Cast: Fabio De Luigi, Luciana Littizzetto, Bebo Storti