Sembra che il nuovo – o l’ennesimo – film su Pompei, sia al centro di pochi consensi tra il pubblico. Il film Pompeii inizia con scene inutilmente violente, che ricordano un po’ il film “Il gladiatore”, per poi “perdersi” in una trama sicuramente non storica, e va pure bene. La ricostruzione dell’antica Città di Pompei è senz’altro credibile e assai accurata: quindi, primo premio per sceneggiatura. Anche l’intreccio amoroso tra lo schiavo è una nobile pompeiana pure ci sta bene, e in effetti fa da “salvagente” al film, come del resto con la magistrale spettacolarità dell’eruzione vulcanica (un po’ apocalittica) e un finale emozionante. A parte le scene di guerra (che potevano essere benissimamente evitate), il film poteva reggersi tranquillamente sulla storia d’amore – quasi fiabesca – e la pioggia di fuoco del vulcano.
Questo bastava per farne davvero un bel film. Interessante pure la storia di amicizia di due gladiatori-schiavi che dapprima avrebbero dovuto sfidarsi per i nobili romani assetati di sangue, poi il tutto viene capovolto, e i due si ritroveranno invece fianco a fianco per sopravvivere alla potenza romana, che si spacciava per donatrice di libertà agli schiavi, e tra i due nascerà una profonda amicizia. Infatti, il film sottolinea anche la prepotenza e la spietatezza che vigeva a quel tempo sotto l’impero romano e l’abuso di potere che esercitavano sui poveri plebei e persino sui patrizi. Quando i romani sembrano eccedere in questo despotismo e quando tra lo schiavo e la nobile pompeiana sta per sbocciare l’amore e in un momento clou del film, l’eruzione del vulcano fa un po’ da “guastafeste”, e sconvolge piani, ambizioni, progetti e vite degli essere umani. E persino i romani, reputatisi invincibili, sono costretti a capitolare e a morire come tutti i comuni essere umani. La suggestiva esplosione del monte vesuvio non risparmia proprio nessuno.
E se le cose si svolgono a mo’ di “Titanic”, dove alcuni nobili pagano per potersi mettere in salvo sulle scialuppe del porto, anche per loro il denaro non è servito a nulla. La pioggia di fuoco raggiunge pure il mare. I ricchi, in questo film – e nella realtà – non possono comprarsi la vita e né sfuggire alla morte . Il tutto poi si conclude con un finale abbastanza “asciutto”. Chi sperava nel lieto fine nel film Pompeii rimarrà un po’ deluso, ma comunque il regista ci “azzecca”, inserendo un finale davvero commovente. Se i napoletani vedendo questo film si ricordano del patrimonio che hanno il privilegio di avere nella loro campania, e cioè quello che rimane dell’antica Città di Pompei, farebbero bene quindi ad apprezzare tali bellezze pervenute dalla storia, più che da un film.
Vincenzo Ardito