
Autore: Albert Espinosa
Pubblicato da Salani - 2014
Pagine: 172 - Genere: Non fiction
Formato disponibile: Brossura

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“ Cammina,respira, ridi e divertiti”.
“Pensa alla morte ed imparerai a vivere” –cit
Ecco l’essenza della vita secondo Albert Espinosa, giovane personaggio eclettico catalano che dall’età di quindici anni ha lottato per dieci anni contro il cancro e ne è uscito vincitore sia nel corpo che nella mente, ricavandone preziosi insegnamenti che con questo diario li vuole condividere con il resto del mondo. E non c’è niente di triste, malinconico o deprimente, anche se si parla di malattie e morte, anzi …

Compartecipare alla vita con il prossimo e supportazione: ecco i grandi temi di questo romanzo-biografia. A sostegno del primo argomento da “El Mundo Amarillo”,titolo originale del libro non casuale e nemmeno la copertina similare ad uno smile :
“Il sole è il giallo per eccellenza. Siamo consapevoli della sua presenza,ma non dobbiamo guardarlo troppo“
Questa citazione metaforica per comprendere che i” Gialli “ sono elementi fondamentali dell’esistenza umana,più degli amanti e degli amici. “El mundo amarillo es un mundo fantástico”… -cit. Eloy Azorín attore spagnolo-
Per il secondo:
“Quando uno muore si trasforma nella gente che ha conosciuto. La sua vita si divide tra chi gli era vicino. Bisognerebbe festeggiare la morte in quanto ingresso nell’universo dei ricordi”
“Un modo de ver la vida cuando ya no temes a la muerte”- da Rivista Fusion.
Ma per capirne qualcosa da queste frasi che sembrano più che assiomi, un enigma da decifrare bisogna andar per ordine…e allora per dirla alla catalana,VAMOS!
“Son parole che tutti ripetiamo, sentendole come nostre, e che volano. Son più di quanto è detto.”
Ecco un commento che calza a pennello a questo libro-diario,ma non l’ho fatto io. Son versi di Gabriel Celaya tratti da “La poesia è un’arma carica di futuro” e direi proprio che questo poeta basco, in quanto abbia ispirato Albert Espinosa, sia degno di una citazione in questo contesto.
Sì, effettivamente la sua poesia “Biografia” è non solo l’incipit del diario di Albert, ma l’essenza e scatena un grido di ribellione .Suddivisa in quattro parti di quattro strofe ( come il libro Braccialetti Rossi) ciascuna indica i doveri di tutta la vita: nell’infanzia c’è l’obbligo di non appoggiare i gomiti sulla tavola-prima parte-a scuola le materie e i comportamenti adeguati da tenere -seconda parte- in gioventù la professione e la fidanzata da trovare-terza parte- ed infine vi è la sintesi di tutte le imposizioni che si concludono con il non respirare, ossia la morte. Adesso si può finalmente smettere di obbedire-quarta parte-“dar el no a todos los nos.” Ecco. In questa poesia, Gabriel Celaya mostra come tutta la nostra esistenza sia paragonabile ad una giornata e ci siano solo “paletti “ da rispettare: inizia dalla nostra più tenera infanzia fino alla morte, e sempre la società ci dice ciò che è giusto e ciò che è sbagliato. Ma è giusto sottostare sempre? A questo punto si espone Espinosa e dice no a tutte le negazioni imposte, a tutti gli stereotipi e schemi mentali che lo avrebbero spinto all’autocommiserazione e lo esprime con tutte le sue forze, con tenacia convogliando tutte le sue risorse e potenzialità per strutturare l’autoefficacia che gli ha permesso di uscir vittorioso da un esperienza di vita tragica. Già oltre che vincitore, anche più forte e più saggio, perché oserei dire applica la resilienza in maniera naturale e spontanea ed è proprio quest’ultima il filo narratore e le fondamenta della sua filosofia di vita.
Ma ogni concetto deve essere sostenuto e rinforzato da figure che apportino fiducia e proiezioni positive. Insomma da persone che nel contesto della vita gli indichino che ciò che pensa sia giusto ed accettato e lo spinga a continuare. Questi sono i Gialli o Amarillos, parola coniata ex novo da Espinosa ma che in quanto similare alla luce, colore, al corpo celeste per eccellenza risulta ideo-simbolica di positività, e non importa se siano i the red band society-coloro che indossano i braccialetti rossi di identificazione negli ospedali in quanto pazienti- ovvero che abbiano lo stesso coinquilino chiamato nel caso di Espinosa, cancro, ma devono essere affini a lui e supportarlo anche con contatti fisici per il tempo che sia adeguato alla sua crescita e maturazione in modo che possa cambiare attraverso loro. Ecco così si vive. In gruppo, in una situazione di solidarietà e si può anche parlar qui di morte in un contesto sereno dove non dà angoscia ed ansia ma si identifica come un passaggio da condividere. É bravo Albert che così sia per sempre il tuo pensiero: siamo anime sociali bisognose di affetto,empatia con il prossimo e responsabili del futuro degli altri anche attraverso le nostre azioni, il nostro pensiero, la nostra presenza che lascerà eredità. Per questo dobbiamo andar alla ricerca dei nostri ventitre Amarillos, per concludere il ciclo della vita. E allora… ¡Larga vida a Albert!