
Autore: Andrea Camilleri
Pubblicato da Mondadori - Gennaio 2013
Pagine: 171 - Genere: Racconti
Formato disponibile: Brossura
Collana: Libellule
ISBN: 9788804617754

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Camilleri scrive trentatre racconti di tre pagine ciascuno. Trentatre racconti che parlano di vizi umani, di tradimenti, di invidie e gelosie, che parlano di come un dettaglio possa far cambiare la lettura della vita. Trentatre racconti che illustrano come la sorte o lo zampino del diavolo possano far virare gli eventi in un modo inaspettato.

Ci sono vite che corrono nella loro solita direzione nei racconti contenuti in Il diavolo certamente. Vite che a un certo punto, però, si imbattono in un qualcosa, in un incontro, in un arrivo anticipato, in una bugia per conquistare una donna, in un numero di telefono ritrovato dopo trent’anni
«Vogliamo vederci?» Domandò. «Ora dobbiamo» rispose Anna.
In uno di quei colpi di scena che può cambiare il corso della vita. Nel bene o nel male.
… dove uno cerca di fare una certa cosa e all’improvviso c’è il granello di sabbia che arresta il meccanismo gigantesco…
Queste le parole usate da Camilleri per riassumere i suoi racconti.
Sono i più vari i personaggi de Il diavolo, certamente: due filosofi rivali per il Nobel, un marito che rientra in anticipo da un viaggio d’affari e rimane bloccato in ascensore, una donna che arriva in ritardo all’appuntamento con l’amante perché le si rompe il tacco di una scarpa, un uomo che si finge malato per rendersi misterioso, un ladro che svaligiando una casa “inciampa” nelle foto destinate al ricatto di una donna; questo per raccontarne alcuni. Sono personaggi che amano, ma anche che tradiscono, che rischiano tutto per la famiglia o che sono legati solo al denaro. Sono personaggi che spesso pagano i propri vizi, ma che a volte proprio per i loro vizi riescono a farla franca.
Camilleri pare volerci proporre delle parabole di vita. Pare lasciare a noi l’onere di giudicare se le cose avrebbero potuto andare in modo diverso o se è il Diavolo il vero artefice (il sassolino sulla strada) del nostro destino. Potevano forse i personaggi resistere alle tentazioni offerte? Potevano ignorare il bivio sul sentiero? Potevano evitare di cadere nel tranello e perdersi?
Come succede a Hazrel, che vuole ritirarsi in preghiera e solitudine, ma viene, appunto, tentato.
Insomma, Hazrel si trovò a essere per tutta la giornata, e per buona parte della notte, impegnato a respingere gli attacchi del Nemico. La sua era una solitudine affollata di immagini di cose e persone, Dopo un poco, Hazrel capì che la sua resistenza sarebbe stata facile proprio per la monotona successione delle tentazioni. Il Nemico stava dimostrando poca fantasia.
e più avanti
...ignaro di essersi già perduto…
I racconti di Camilleri sono scritti in modo sintetico e diretto, quasi freddo. Spesso il finale arriva all’improvviso e pare manchi una parte del percorso. Hanno l’urgenza di rimanere all’interno dei limiti, lasciando fuori spesso il respiro della storia. Potrebbero essere soggetti di storie da sviluppare in spazi più abbondanti. Ma alcuni restano comunque dei piccoli gioielli, come il racconto numero quindici, dove un giudice
Nasconde, quasi fosse un vizio degradante, l’unico solitario piacere che si concede.
Appena si è coricato, apre il cassetto del comodino e ne estrae un romanzo poliziesco…
E, ovviamente, questo vizio avrà delle conseguenze.
O l’uomo che una volta in pensione inizia a esaminare ogni singolo evento della sua vita sotto gli aspetti negativi e positivi.
Diligentemente, divide ogni foglio a metà nel senso della lunghezza tracciando una linea rossa.
I personaggi di Camilleri, praticamente tutti, anche in uno spazio molto breve riescono ad avere la loro caratterizzazione. Riescono a macchiarsi di ciò che si devono macchiare, riescono a inciampare là dove devono farlo. Ma, a mio avviso, non riescono a creare empatia con il lettore, rimangono freddi o, forse, non hanno il tempo di farsi voler bene o male del tutto.
Approfondimento
Consiglio questi racconti a chi ama Camilleri a prescindere, anche se penso che questo non sia proprio il Camilleri che si aspetterebbero di trovare. Ma, ripeto, alcuni racconti ti fanno pensare: peccato aver ridotto questa storia in così poche pagine…