
Autore: Andrea Vitali
Pubblicato da Garzanti - 2013
Pagine: 41 - Genere: Narrativa Contemporanea
Formato disponibile: eBook

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Il Borgomastro di un paese del Canton Ticino in occasione del periodo natalizio, sia per orgoglio personale,sia per soddisfare la moglie che è di Bellano ,sul lago di Como,dove tale consuetudine è ancorata, decide di abbindolare il fedelissimo Hutrich ad allestire in maniera pomposa la processione dei Re Magi coinvolgendo quasi la totalità del paese. Unica condizione:che sia in perfetta corrispondenza con la tradizione,quindi cammelli,personaggi del presepe e soprattutto i tre Magi. Si presenta un problema:Baldassare è…nero! Nessuno vuole farsi dipingere il volto ma per fortuna entra in gioco il destino. Dal lontano deserto tunisino arriva Yassine che spinto da una folgorazione o sogno premonitore deve inseguir una stella,quindi quale ruolo migliore se non il Re Magio. Si presta a interpretar la parte ben volentieri e ancor più compiaciuto quando scopre che la cometa è portata da Heidi,una delle sei figlie del Borgomastro. Che sia lei il suo dolce destino segnato?

Si potrebbe fare un film con regista Julien Duvivier, che tanto per cambiar lasci Guareschi ma rimanga fedele a quelle tematiche ed ambientazioni. Paesino del Canton Ticino, gente semplice con grandi spirito di affiliazione e che si accontenta ma ambisce a fare il meglio sempre nel rispetto delle regole e secondo morale. Non c’è Peppone ma il Capomastro in Seguendo la stella di Andrea Vitali, pomposo,orgoglioso ed anche leggermente presuntuoso, ma pur sempre un marito e padre che in questi ruoli si fa facilmente infinocchiare dalle donne di casa per fare un qualcosa di nuovo attribuibile a lui ma sotto l’attenta vigilanza silente della Capomastra ( dietro ogni uomo c’è sempre una grande donna,si dice!) che guarda caso è di Bellano, patria del Vitali. Non c’è il Don ma a rompere le uova nel paniere- per necessità di copione un cattivo ci deve essere- c’è Hugo Heil .Tra lui e Capomastro diciamo non scorre buon sangue, quindi nel momento del bisogno qualche dispettuccio ci sta.
C’è il collaboratore Hutrich, ansioso, timoroso ma tenace con l’intento di eseguire il compito in modo perfetto, lavorando a più non posso e sacrificando persino la salute. Questa processione, costi quel che costi ma dev’esserci e senza pieghe né critiche. Di contorno, in maniera marginale ma palpabile, c’è il paese, fatto di gente che collabora per un fine comune: una festa che vale di più perché rappresenta la conclusione di un periodo natalizio con riti religiosi da tramandare e conservare. Fino a qui tutto bene, sembra già finita la fiaba, ma ci deve essere un intoppo, un colpo di scena. E sì, diciamocelo, la gente è fatta di persone e in borghi facile che non ci si opponga al volere del proprio datore di lavoro. Se si perde il posto son guai, si deve uscir dal paese e quindi se lui è… Heil e regola numero uno: non farsi dipinger il volto di nero (boicottaggio!) tutti lindi voglion restar.
E questo Baldassare, re nero come lo si fa? A questo punto il destino entra in ballo, ha già scelto sia per Yassine, (eh sì c’è anche lo straniero probabilmente bello, alto, ambrato, quasi un principe) venuto da lontano con un compito ben preciso, sia per il paese e i suoi abitanti: tutto andrà come deve andare perché gli uomini non possono modificare il volere delle stelle. Silenzio, si accendono le luci, titoli di coda, the end e tanta gratitudine a Julien per aver riportato sullo schermo un mondo antico lontano orientale fatto di oniromanti, sogni premonitori, viaggi ma anche, in contrapposizione, di gente che gode di fatti quotidiani semplici ma aggreganti ed accetta il clandestino inserendolo e rendendolo parte della comunità senza distinzione, anzi sembra addirittura che si sia sposato con la figlia del Capomastro. Ma questo non è un film quindi… il ringraziamento va ad Andrea Vitali che come sempre riesce a trasformare racconti semplici in immagini spassose che conducono ad una morale,attraverso la scrittura e non è una cosa semplice. Tuttavia una piccola critica ci sta. Racconto piuttosto scontato, semplice con colpi di scena per modo di dire. Forse si poteva fare di più per tenere alta l’attenzione, ma assaporiamoci per una volta questa semplicità come una fiaba di Natale e nulla più.