Autore: Francesco Carofiglio
Pubblicato da Piemme - 2014
Pagine: 178 - Genere: Narrativa Contemporanea
Formato disponibile: Copertina Rigida
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Il nuovo romanzo di Francesco Carofiglio racconta la storia di una famiglia come tante: mamma, papà in carriera, due figli, un cane, raccontata però attraverso la voce di Violette, la figlia femmina (e sorella) desiderata e amata da tutti, ma mai nata e mai concepita.
Violette è una bambina bellissima, con occhi azzurri e lunghi capelli biondi che pettina a lungo, quasi ogni notte, davanti allo specchio. Violette non esiste, è il più grande desiderio della sua famiglia, e prende vita solo quando qualcuno della sua famiglia pensa a lei. Vive con i suoi fratelli e i suoi genitori prima a Roma, poi a Parigi e successivamente a Plouzané in Bretagna, con la madre, mentre la famiglia si è scomposta e i fratelli sono diventati adulti, e ognuno ha scelto la propria strada. Violette assiste alla crescita dei fratelli, mentre lei rimane bambina e “profuma sempre di biscotto”. Per quanto anche essi la amino e la desiderino, e quindi pensino a lei, Violette rimane sempre accanto alla mamma, con la quale ha un rapporto privilegiato.
Violette, nella sua purezza, è costretta a vedere ciò che non avrebbe mai voluto: vede le bugie, le colpe degli adulti, le incomprensioni, le difficoltà. Tutto quelle che, di norma, per i bambini è sconosciuto, e incomprensibile, Violette si ritrova a doverlo fronteggiare. Il romanzo è scritto bene, con uno stile delicato e onirico che seduce: il punto di vista scelto è sicuramente inconsueto e affascinante, e la lettura ci regala qualche momento di piacevole relax, ma purtroppo non molto di più. Le descrizioni dei luoghi visitati dalla famiglia sono ben tratteggiate, e anche la collocazione del racconto nella Storia si desume facilmente da quanto Carofiglio ci dice sui fenomeni socio-culturali a cui i ragazzi assistono.
Approfondimento
La trama di Voglio vivere una volta sola è abbastanza lineare: il vero punto di forza nel libro sta (o starebbe?) nella particolarità della voce narrante. Ho letto storie raccontate da bambine vive, malate, o addirittura morte, ma mai da bambine mai concepite.
A volte ci si chiede se davvero sia Violette a non esistere, e se invece non sia la sua famiglia ad essere una sua proiezione. Però questo aspetto mi sembra poco approfondito, appena accennato. In definitiva, ho trovato questo romanzo di Carofiglio un po’ frettoloso: l’idea è buona, ma questa lettura mi ha lasciato poco.