Una virgola, una virgola a forma di tempo, con le sembianze di una persona, casuale, programmata, ostinata, scelta o non voluta. Di poco, per poco, una virgola. Una virgola e poi non sai, la fine, l´inizio, un intermezzo. I puntini puntini, il dolore, la voce che ancora si muove in queste orecchie mai paghe, i fianchi stretti, le mani che si staccano e perdono la magia. Una virgola e ti fermi, ti inchini, attendi, speri, sogni, fantastichi, progetti. E segui quella voce, ti fai portare in capo al mondo anche se non ti sposti di un millimetro. Una virgola, un esame, un rifiuto, una presa in giro, un´incidente, un pensiero. Prima di ripartire. Una virgola per sentirsi piccoli, per sentirsi troppo buoni e decisamente tutt´altro che infrangibili, una virgola a destabilizzarti, a ridimensionarti.
Una virgola che al momento ti é tutto e lo sai che tutto non é mai abbastanza, una virgola una complicazione, un groviglio di orgoglio e gelosia e bene e vizio e stanchezza, una virgola é il tuo freno a mano, una virgola di riflessione 7 giorni o 7 mesi. Una virgola e fermarsi sempre lí al solito errore, perché imparare é piú difficile che provare ogni volta. Una virgola a trattenere le lacrime per farci sentire piú forti del caso, delle cose decise, delle cose inevitabili. Una virgola a proteggerti dalla tua abilitá a finire nei guai. Una virgola a farti rinunciare, sprecare, dimenticare.
Una virgola una lacrima sulla carta alla fine di un tanto nero su bianco, una virgola una lacrima sulla pelle a tracciare una storia, una virgola a svuotare un´anima. Luci intermittenti, biglietti mai fatti, cose mai dette. Virgole che non ti aspetti e sí che hanno inaugurato un nuovo sport, sembra, il salto delle virgole. Un duello contro mille cose diverse, contro il lavoro, con la salute, contro la testa, contro il pugno e e il cuore, sé stessi. Lí anche se non gli credi, anche se non sei abituato ad aspettarti il colpo basso.
Una virgola per farti recuperare le parole per strada, una virgola a darti il tempo di prendere fiato e baciarla, una virgola a farti voltare a ricordarti chi non é avanti insieme a te, una virgola a farti sentire bene quel brivido che a sentirlo con quel ritmo gli dai anche un nome, caldo bellissimo caldo, una virgola presa dallo stupore, una virgola a fermare l´emorragia interna di sguardi troppo bassi e persi e invernali, una virgola un ponte verso te o l´infinito, non importa se sará tutto vero. Una virgola per seppellire tutto quello che mai potrai scordare, una virgola per prendere distanze. Una virgola, un´apostrofo povero schiantato a terra come tra destino e colpevolezza. Una virgola un numero, che puó essere un anno, o il piede di tuo figlio, o la fermata dove hai conosciuto il tuo amore, o il civico dove hai iniziato la tua nuova vita, il numero di targa che ti ha distrutto la salute, il numero dei troppi anni che vi separeranno. Una virgola una porzione di tempo, di gusto, di parole che ti hanno fatto innamorare di qualcosa, che ti hanno dato l´impressione che c´é ancora del bene, che ti hanno imbrattato le pareti del cuore con quel colore che…
Una virgola tra te e il tuo desiderio di sempre perché non ti possegga, una virgola tra te e i tuoi sogni per tenere i piedi a terra, una virgola tra me e le mie paure perché non mi condizionino troppo, una virgola dove speriamo che non ci sia ancora bisogno di un punto.
Una virgola, un accettabile male, un´imprevisto bene, un vagone di cose da prendere, forse accettare o magari subire senza assorbire, da soffrire e smontare appena possibile. Una virgola perché é sempre meglio del punto che non sai se dopo c´é ancora qualcosa. Una virgola una svolta, una pausa che da il senso di tutto questo correre, un prendersi per davvero, un prendere lei, lui, per davvero. Una virgola serve forse per imparare a credere, che si puó in fondo, che c´é qualcuno in fondo, che si puó fare come se non sia mai abbastanza nel cuore.
Una virgola e la fine. Che é sempre un inizio. Di poco, per poco, una virgola.