Si dice spesso che i ragazzi non leggono più. Ma è veramente così? Facciamo chiarezza con l’ausilio dei numeri.
Tra posti di lavoro che scompaiono, possibilità di socializzare pari allo zero, istruzione a distanza e zero possibilità di evasione, a pagare il prezzo più salato di questa pandemia sono soprattutto i giovani. Lo sono adesso e lo saranno anche in futuro, quando determinati effetti, economici, sanitari, sociali, si paleseranno con tutta la loro forza. La pandemia ha ovviamente cambiato il modo di vivere dei nostri giovani, a iniziare dal rapporto che hanno con la lettura.
Sono tutti abbastanza d’accordo con il dire che i ragazzi leggono sempre meno. Ma è veramente così? In realtà andando a leggere i dati si evince che, nella fascia over 50, solo il 40% degli italiani è un lettore, con una percentuale che scivola al 23% per il campione di ricerca compreso tra i 65 e i 74 anni. A riportarlo sono i numeri dell’Associazione Italiana Editori, che nel rapporto annuale ha dichiarato che nella fascia d’età tra i 10 e i 17 anni a leggere libri è l’85% della popolazione. Sono proprio i nostri tanto bistrattati giovani ad essere il motore del mercato editoriale italiano.
Appurato questo, resta la grande incognita del cosa leggono gli under 30? Ovviamente c’è ampia differenza. A farla da padrone, ultimamente, sono i casi editoriali scritti da Youtuber, gamer o personaggi noti, ma resistono anche i tradizionali classici per ragazzi.
Lo studio dell’AIE afferma che continuano ad avere un certo fascino classici come “Il Mago di Oz” o “Pippi Calzelunghe”, seguiti da “Piccole donne” o “Il libro della giungla”, resistono anzi riesplodono tutti i filoni fantasy legati a Harry Potter, Le cronache di Narnia o tutto ciò che è stato scritto da Tolkien. E in un panorama dominato da colossi come Mondadori, Einaudi e Feltrinelli, si distinguono editori minori come Orecchio Acerbo, Terre di Mezzo, Gallucci e Emia Edizioni, realtà piccole ma con prodotti veramente curati.
A cambiare sono sicuramente le modalità di lettura. Perché adesso, davanti al caminetto o sotto alle coperte, non ci si sta più con il libro di una volta, quello con le pagine di carta e la rilegatura spessa. Dominano gli smartphone, gli audiolibri e l’e-reader. Un utilizzo che è esploso proprio nell’ultimo anno. Il report sull’impatto del covid-19 sui giovani, diffuso nei giorni scorsi da Giochidislots, sottolinea come tra febbraio 2020 e febbraio 2021 un ragazzo su cinque, nella fascia d’età compresa tra i 12 e i 16 anni, trascorre 24 ore al giorno incollato al suo cellulare.
Un rischio, ovviamente. Un pericolo a cui tutti dobbiamo essere attenti. Sperando che dietro quello schermo, una volta ogni tanto, al posto di Instagram e Facebook ci sia un buon libro.