Eccoci qui con il secondo ed ultimo appuntamento del nostro breve itinerario dei libri da leggere assolutamente (trovate la prima parte qui).
17. Revolutionary road di Richard Yates
E’ davvero difficile credere che questo libro segni l’esordio del suo autore per quanto è armonico, profondo, maturo. Si narra la storia di una coppia borghese che critica la borghesia americana senza rendersi conto di essere perfettamente inquadrata in essa. Lei attrice fallita, lui gran lavoratore. Si amano inizialmente poi, pian piano, si spengono, fino al tragico epilogo. Intenso.
18. La mandragola di Niccolò Machiavelli
Al vetriolo (molto più di Clizia) questa commedia di Machiavelli che porta alla luce i difetti più comuni dell’uomo: egoismo, desiderio di prevalere sull’altro, astuzia (anche intesa in senso positivo). La “volpe” del Principe trova qui la sua versione romanzata nelle figure di Lucrezia e di Callimaco.
Quest’ultimo, complice la mandragola, ordisce un piano davvero intelligente per godere della compagnia di Madonna Lucrezia senza essere disturbato dal marito della donna. Si ride, ci s’indigna, si applaude alla fine.
19. I malavoglia di Giovanni Verga
Chi non lo conosce? E’ uno dei romanzi fondamentali nella storia della narrativa italiana ed è sicuramente il capolavoro del Verismo. Si narra la storia di una famiglia siciliana alle prese con disgrazie, morti, barche e tanta povertà.
A intrecciarsi con la trama, il fil rouge dell’amore desiderato e spesso negato dalla durezza di una vita grama.
E’ da leggere perché credo che nessuno sappia raccontare la Sicilia, la povertà, il sacrificio meglio di Verga.
20. Le notti bianche di Fedor Dostoevskij
Lui e lei, e una panchina. Una storia semplicissima e pulita, di quelle che potrebbero venire in mente a chiunque, eppure…è pura emozione. La scrittura di Dostoevskij, la sua sensibilità, la delicatezza con la quale ha tratteggiato il profilo di queste notti di attesa, desiderio, amore inappagato, sono inimitabili e fanno di questo libricino uno dei capolavori incontrastati nel panorama della Letteratura russa.
Fa sorridere come questo autore riesca a essere impeccabile tanto nelle storie brevi quanto nei romanzi-fiume (I fratelli Karamazov in primis). Non a caso fa parte del nostro itinerario.
21. Thérèse Raquin di Emile Zola
La mia professoressa di francese lo scelse come lettura in lingua durante il mio quinto anno di liceo. Ipnotizzò una classe intera. Sin dal primo capitolo, con quella originalissima descrizione di Parigi dall’alto che va dal grande al piccolo, dalla città alla merceria nella quale sta lavorando Thérèse, il lettore ha la sensazione di precipitare.
Dall’alto. Dall’amore all’odio, dalla passione all’omicidio. E’ un romanzo agghiacciante, scritto con precisione chirurgica. Un capolavoro assoluto.
22. Aspettando Godot di Samuel Beckett
Questo è il testo teatrale col quale, solitamente, ci si inizia al teatro dell’assurdo. Si tratta di un dialogo tra due tramps (vagabondi), Estragon e Vladimir. Sullo sfondo, vuoto scenografico. E’ una rappresentazione del silenzio più che delle parole, del vuoto più che del pieno.
E l’attesa, quest’attesa estenuante di qualcuno che non si sa chi è e che non si sa se arriverà mai, è il ritratto nudo e sincero della nostra società.
23. Gente di Dublino di James Joyce
In questa raccolta di racconti è già presente, in nuce, la poetica delle three nets che troveremo in tutta la produzione joyciana. Traducendo, le three nets sono le “tre reti” che imprigionano l’animo di un uomo: la religione, la famiglia, la patria. Evelyn, personaggio principale di uno dei racconti più interessanti della raccolta, vuole lasciare la sua casa, lasciare la città eppure, nel finale, rinuncia alla libertà pur di non abbandonare la sua rete. Dublino, la città che Joyce amava e odiava, quella dalla quale sarebbe voluto fuggire, è protagonista assoluta delle vite qui raccontate. Una curiosità: dall’ultimo racconto, The dead, John Huston ha tratto un pregevole film nel 1987.
24. Cosa racconteremo di questi cazzo di anni zero di Vasco Brondi
Questa è una scelta davvero personale ma, visto che tutta la classifica è soggettiva, non potevo non inserirlo. Non è un romanzo bensì, semplicemente, un insieme di scritti, testi di canzoni e riflessioni di Vasco Brondi, il fondatore e cantante delle Luci della centrale elettrica. Credo sia una lettura molto interessante per chiunque e non solo per chi, come me, ha il lettore mp3 invaso dalle sue canzoni.
25. Non ti muovere di Margaret Mazzantini
La Mazzantini, a mio parere, è una di quelle autrici capaci di passare dal grande capolavoro all’inutilità di un lavoro commerciale. Questo è un capolavoro indiscusso. Credo che ognuno di voi ne conosca la trama: quando sua figlia ha un incidente stradale ed entra in coma, il protagonista, straziato dal dolore, racconta a se stesso la più grande storia d’amore che abbia mai vissuto, nonché il suo unico adulterio. E’ un romanzo intenso, intimo, doloroso. All’epoca mi piacque e mi commosse moltissimo.
26. I ragazzi della via Pal di Ferenc Molnar
E’ un romanzo per ragazzi ma io sono più che felice di averlo letto (o meglio, ascoltato in audiolibro) a diciannove. E’ la storia di un gruppo di ragazzini uniti dall’amicizia, dai giochi in strada, dalle prime piccole, grandi rivalità.
La psicologica infantile-preadolescenziale è indagata a fondo, esposta, fatta romanzo. Se l’avete già letto da bambini, rileggetelo adesso: ne vale la pena.
27. Fahrenheit 451 di Ray Bradbury
Questo libro, un po’ come 1984 di Orwell, spaventa il lettore e gli intima di restare in guardia, di difendersi, di proteggere la propria cultura. In un futuro probabile, non esistono più pompieri che spengano il fuoco ma solo pompieri che lo appicchino. A cosa? Ai libri, naturalmente. Con scene che ricordano molto da vicino i celebri roghi dei libri dell’era nazista, l’autore immagina un mondo nel quale lo Stato ha il potere di impedire la cultura per ottenebrare le coscienze e spegnere non la rivolta ma il desiderio stesso di ribellione. E’ meno crudele di 1984, ma altrettanto incisivo.
28. Molto forte, incredibilmente vicino di Jonathan S. Foer
Questo meraviglioso romanzo è la storia dell’11 settembre vista dagli occhi di un bambino che, rimasto orfano di padre per via dell’attentato, inizia una sorta di caccia al tesoro per ritrovare ciò che gli rimane di lui. Una chiave nascosta in un vaso, una lettera e la caccia ha inizio. E’ un libro unico, delicato, intenso. Foer racconta l’11 settembre senza raccontarlo, con asciuttezza stilistica, senza cadere mai nel patetico. Se avete visto il film e vi sentite a posto così, sbagliate: il romanzo è un capolavoro.
29. Una ragazza fuorimoda di Louise M. Alcott
Ancora un romanzo per ragazzi. Questa volta si tratta della Alcott, la madrina di Piccole donne e Piccoli uomini. Una ragazza fuorimoda è uno dei suoi libri meno conosciuti eppure io, da bambina, lo adoravo. Racconta il rapporto di convivenza forzata tra Polly, semplice e ingenua, e la ricca Fanny passando per il disprezzo iniziale, l’accettazione, la scoperta dell’altro. E’ una radiografia genuina e lineare del pregiudizio che intacca, in un modo o nell’altro, la nascita di ogni rapporto umano. Va riscoperto.
30. La scuola dei desideri di Joanne Harris
Scritta dall’autrice di Chocolat, è la storia di un’amicizia tra due ragazzi in una Grammar School per rampolli di famiglie aristocratiche. Uno dei due ragazzi è un impostore ed è lì sotto mentite spoglie. La trama, particolarissima, si fa pretesto per indagare le dinamiche psicologiche che si innescano nella mente di un ragazzino quando la forte ambizione si fa invidia, odio, desiderio di fare del male.
31. La ragazza che non era lei di Tommaso Pincio
Originale già a partire dal titolo, è il racconto nudo e crudo del post-’68, delle sue conseguenze negative, dei retroscena del Peace & Love. E’ un romanzo da non perdere perché, tramite la voce del suo protagonista, inquadra una delle pagine più interessanti della nostra Storia da un punto di vista inusuale, quasi scomodo. Tommaso Pincio (particolare già nello pseudonimo che è un’italianizzazione di Thomas Pynchon) ha una prosa difficile, lo ammetto, ma quel po’ di sforzo che si fa nel seguirlo viene ripagato per intero.
32. L’età dell’innocenza di Edith Wharton
Ho letteralmente adorato questo romanzo. Frequentavo la quarta liceo quando l’ho letto e l’ho prestato subito a tutte le mie amiche e alle mamme delle mie amiche e alle amiche delle mie amiche (e sì, mi è persino tornato indietro). La contessa Olenska ricorda, anche se un po’ alla lontana, Anna Karenina ed è uno dei personaggi più interessanti che io abbia mai incontrato nel corso delle mie letture. E’ la storia di un amore proibito, di una società fondata sul pregiudizio, della più gretta ipocrisia borghese. E la prosa della Wharton è ipnotica.
Finisce qui anche la seconda ed ultima parte del nostro breve itinerario degli indimenticabili. Anche questa volta, vi chiedo la vostra opinione in merito. C’è qualche titolo, tra quelli qui proposti, che conoscete e che non vi ha convinti?