
Autore: Pino Imperatore
Pubblicato da Mondadori - Maggio 2017
Pagine: 216 - Genere: Narrativa Contemporanea
Formato disponibile: Copertina Rigida
Collana: Omnibus

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Protagonisti del romanzo sono Salim, Feisal e Amira, giovani arabi pronti a compiere la loro missione di kamikaze. A Napoli, naturalmente.

I tre soldati protagonisti di Allah, san Gennaro e i tre kamikaze, dopo un lungo periodo in un campo di addestramento per combattenti jihadisti, sotto le grinfie del comandante Abdel Salam, vengono scelti per compiere il gesto più alto e onorevole: immolarsi in nome di Allah e conquistare eterna gloria.
Feisal e Salim, siriani, avevano lasciato da ragazzi le famiglie per combattere contro l’Occidente: massacri, saccheggi, stupri, uccisioni feroci. Salim, il più fanatico del gruppo di cui era il capo, era anche il più imbranato; Feisal, bocciato due volte ai test per entrare nei corpi armati che combattevano contro l’Occidente, si era fatto raccomandare e, al terzo tentativo, era stato ammesso.
Amira è irachena. I genitori e due sorelle piccole erano morti sotto un bombardamento americano. La dodicenne orfana era stata adottata da uno zio che la maltrattava e la violentava. Si era arruolata in un esercito di soldatesse al servizio del califfo.
I tre prescelti conoscono la lingua del paese in cui devono compiere le stragi: l’Italia.
Giungono a Napoli senza armi né esplosivi: li avranno da un fornitore locale, dopo che avranno individuato i bersagli da colpire. Samet, mediatore immobiliare, affitta loro un appartamento ammobiliato: tre camere, due bagni, cucina e soggiorno. I due uomini l’apprezzano ancor di più per la seducente signora Rosa, prosperosa dirimpettaia che li intrattiene generosamente.
Si concentrano subito sull’individuazione degli obbiettivi: Salim sceglierà tra le stazioni ferroviarie, metropolitane e traghetti; Feisal si dedicherà a chiese, musei e monumenti; Amira a ristoranti, locali della movida e università. Una volta decisi i luoghi, alla data stabilita, agiranno.
Dei tre, quello che ha vita più facile è Feisal, soprattutto per le opere che si offrono al suo sguardo. Tanta bellezza lo turba fino a farlo svenire. Dimentica la sua missione e si comporta da turista. Amira si avventura tra locali notturni, bar, l’Università Orientale dove incontra Matteo ed è subito amore. Salim invece, impegnato com’è tra metropolitane, circumvesuviana, cumana, traghetti per le isole, lo stadio San Paolo, dove ostinatamente indossa un turbante bianconero, torna a casa sempre ammaccato, bastonato, ferito.
Finalmente arriva il giorno in cui ai tre viene dato l’ordine di compiere la strage di infedeli. Contemporaneamente, in tre luoghi diversi, molto affollati.
Approfondimento
Pino Imperatore, autore di Allah, san Gennaro e i tre kamikaze, auspica la pace tra i popoli del mondo. I kamikaze sono figure buffe, imbranate, poco credibili. Lo stesso addestratore li ha scelti per toglierseli davanti. Il capogruppo Salim viene scelto perché è stupido; Amira perché è troppo ribelle; Feisal perché ha la macchia di essere un raccomandato. Purtroppo i kamikaze autori delle stragi di Madrid, Bruxelles, Parigi, Londra, Nizza, Berlino (parlo delle stragi in Europa dal 2004 in poi) sono stati addestrati per uccidere e non per fare i turisti.
Uno dei personaggi che incontra Amira è un noto professore pacifista, De Bottis,: vuole il dialogo tra Occidente e l’islam ma evade la domanda che gli rivolge una studentessa: “nei paesi governati da teocrazie che si ispirano al Corano, vengono violati i diritti umani, le donne sono schiave, i reati vengono puniti con mutilazioni, crocifissioni, lapidazioni. Con questi stati così primitivi, come si dialoga?“. “Quei popoli non sono primitivi!”, risponde il professore.
Mi ha ricordato Veronica, un’operaia protagonista molti anni fa di alcuni sketch di una tv privata napoletana. Sosteneva che il padrone, il datore di lavoro, ‘o mast’ come lo chiamava lei, voleva così tanto bene agli operai che, non solo gestiva le loro paghe, ma li faceva andare in fabbrica a Natale, a Pasqua, a Capodanno a lavorare tutti assieme. E Veronica si era convinta che lo facesse per amore dei lavoratori!
Ci vorranno secoli perché qualcuno risponda in modo convincente, logico, alla domanda inevasa dal professore pacifista.
In Allah, san Gennaro e i tre kamikaze fa da sfondo una Napoli bellissima con i suoi monumenti, le opere d’arte, i marmi, gli affreschi e gli splendidi panorami.
La lettura è piacevole e strappa più di un sorriso.
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