Recensione di Il colibrì di Sandro Veronesi

Il libro narra la vita di Marco Carrera, un medico oculista che fin dalle prime pagine si vede la propria vita sconvolta da una rivelazione dello psicoanalista di sua moglie. Nella sua vita sono molte le esperienze dolorose che cambieranno la sua esistenza ma Marco riesce ad andare avanti mantenendo un suo immobilismo.

Valutazione del recensore

Non appena questo deficit era apparso evidente, lei aveva coniato per il suo bambino il più rassicurante dei soprannomi, colibrì, per rimarcare che insieme alla piccolezza, in comune con quel grazioso uccellino Marco aveva anche la bellezza, per l’appunto, e la velocità fisica […] e mentale.

Il colibrì è il soprannome di Marco Carrera, così chiamato dalla madre perché da bambino era molto basso ma anche bello e intelligente. Grazie ad una cura, voluta soprattutto dal padre, o in coincidenza di questa cura (come pensava la madre) recupera molto e diventa un ragazzo di altezza media. Il racconto avanza descrivendo periodi della sua vita differenti, non sempre in ordine cronologico, dandoci anticipazioni e approfondimenti continui; i capitoli del racconto inoltre si alternano con gli scambi epistolari che Marco intrattiene con il fratello Giacomo e l’amore di tutta una vita, Luisa, fornendoci, di volta in volta, nuove informazioni.

Procedendo con ordine vediamo Marco perdere la sorella per un suicidio, innamorarsi di una donna (Luisa) con la quale non riuscirà mai a stabilire una vera relazione di coppia, scampare ad un incidente aereo grazie ad un suo amico che tutti pensano porti sfiga, sposarsi con una donna che qualche anno dopo lo abbandonerà, assistere alla morte dei suoi genitori e, per il padre, facilitare anche la sua morte per alleviargli le sofferenze, perdere la sua unica figlia che nel frattempo le ha lasciato una bambina, pur non dicendo mai chi sia il padre.
Riesce comunque, con poche sbandate, a venir fuori da tutte queste tragedie e a trovare un senso nella sua vita.

Approfondimento
Veronesi racconta la vita di Marco Carrera con delicatezza e poesia, con la leggerezza di un colibrì, anche se le difficoltà che il protagonista affronta sono destabilizzanti. Gioca con il tempo, inoltre, l’autore: collegando momenti della vita di Marco, e forse della vita di tutti, individuando similitudini e congiunzioni tra eventi distanti nel tempo.

La scrittura è scorrevole e in alcuni punti (come nel capitolo “Gli sguardi sono corpo” e ne “L’uomo nuovo”) il testo diventa ipnotico e non c’è niente che possa allontanare il lettore dal libro prima della fine del capitolo.

Gaetano Iannella