
Autore: Maxence Fermine
Pubblicato da Bompiani - Settembre 2015
Pagine: 176 - Genere: Fantasy, Letteratura per ragazzi
Formato disponibile: Brossura
Collana: AsSaggi di narrativa

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Durante una lezione di snowboard arriva una tempesta di neve, in grado di far perdere l’orientamento a Malo e di farlo piombare nel Regno delle Ombre d’inverno, luogo nel quale il giovane sarà protagonista di molte interessanti avventure.

Quando si scompare per la prima volta lo si fa in sogno. La seconda volta, non si sogna più. La terza volta non si vive che nei sogni.
Scomparire. Un’esperienza che Malo sembra aver fatto già almeno altre due volte, e che ripete in questo terzo, e ultimo, romanzo della Saga del Regno delle Ombre. Il protagonista, che tiene a sottolineare il fatto di avere ormai tredici anni e di essere, quindi, giunto ad un’età nella quale la fantasia comincia ad occupare un posto minore nella quotidianità, dovrà nuovamente fronteggiare delle sfide per poter ritornare alla vita reale, quella che si svolge sulla terra, e che lui sembra amare nonostante tutto. Nonostante la Zia Orticaria, che sembra sempre arrabbiata, e i genitori troppo impegnati e distratti dal continuo turbinare degli impegni lavorativi.
Sì, perché Malo in una giornata dedicata alle lezioni di snowboard, viene raggiunto, insieme al suo istruttore, da una singolare e improvvisa tempesta di neve, che gli fa perdere in poco tempo il senso dell’orientamento e lo catapulta nuovamente nel Regno tanto amato. In questo caso si tratta del Regno delle Ombre d’Inverno, nel quale lo accoglie Lea, la Fata dei Ghiacci, tanto eterea e delicata quanto risoluta e perspicace, che dovrà guidare il suo nuovo amico verso il compimento della sua missione, consolandolo e non facendolo distrarre troppo. Malo, infatti, per ritornare in superficie dovrà cogliere il famoso Fiore di Neve, che non solo è inaccessibile, ma anche difficile da individuare, viste le sue caratteristiche, che si potrebbero definire quasi “da manuale” riferendosi all’oggetto della conquista in una trama fiabesca. Mostri, consiglieri e strani personaggi lo accompagneranno in questa ultima avventura, caratterizzata dalla consapevolezza dell’avvicinarsi dell’età più matura, ma anche dalla voglia di non mettere del tutto da parte i propri sogni e i compagni che li popolano già dal primo libro della trilogia.
La fata dei ghiacci si colora, così, anche un po’ di malinconia, ha il sapore dell’addio, o forse dell’arrivederci, anche se il lettore più attento potrà capire che anche durante la crescita la bellezza dell’infanzia può continuare a rimanere il tesoro nascosto nel proprio cuore.
Approfondimento
La fata dei ghiacci può essere spesso proposto come lettura per ragazzi, come un romanzo fantasy dedicato ai giovanissimi, quei lettori considerati ancora in grado di emozionarsi per avventure semplici e popolate da personaggi da fiaba. Ma anche gli adulti dovrebbero aprire ogni tanto un libro come questo, un testo in grado di insegnare molto anche superati i diciotto anni.
Infatti, tra le pagine di questo romanzo si possono riscoprire le emozioni semplici che accompagnavano chi legge durante gli anni della scuola elementare e le medie: la bellezza dell’avventura, l’amicizia pulita, i valori, il coraggio che sta nelle piccole cose.
Ecco perché La fata dei ghiacci si può consigliare davvero a tutti, dai più piccoli sino ai nonni, poiché è in grado di pulire il cuore del lettore, di regalargli un paio d’ore di leggerezza, di fargli venire voglia di riaprire le scatole della memoria lasciate incustodite per troppo tempo.
L’unico elemento negativo che si potrebbe sottolineare, è costituito, forse, dalla necessità di leggere anche i primi due libri della serie, allo scopo di avere un’idea più completa relativa ai personaggi citati ed allo stesso protagonista.
Stefania D’Ammicco