
Autore: Kathryn Hughes
Pubblicato da Nord - Maggio 2016
Pagine: 348 - Genere: Narrativa Contemporanea
Formato disponibile: Copertina Rigida
Collana: Narrativa Nord

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Tina Craig è una giovane ragazza intelligente che lavora come volontaria in un charity shop. Non sa che dalla lettera trovata in un vecchio abito lasciato sulla porta del negozio, datata 1939 e mai spedita, dipende la sua vita. Sia nel bene che nel male.

Tina si chiedeva spesso se non avrebbe fatto meglio a lasciarlo il mattino dopo. Ma, in fondo, era un’inguaribile romantica e aveva voluto dare una possibilità al suo matrimonio.
La vita della giovane Tina Craig ha molto in comune con quella di Chrissie Skinner: la prima, orfana a soli ventitré anni, si è scelta un marito che, dalla prima notte di nozze, ha iniziato a dimostrare la sua indole crudele e avvizzita dagli effetti dell’alcolismo, che lo portano a picchiarla e violentarla continuamente. La seconda, costretta a vivere la sua adolescenza in pieno scoppio della Seconda Guerra Mondiale, si è ritrovata sola e incinta, e spedita da una zia materna in Irlanda per volontà di suo padre che, una volta scoperta la gravidanza, non ha esitato tagliare completamente i rapporti con lei. Due donne vissute in due epoche differenti, ma accomunate dal dolore dovuto, in entrambi i casi, dalla crudeltà di una figura maschile padrona e insensibile.
Una lettera, rinvenuta negli anni ’70 da Tina in un vecchio abito da sistemare per il charity shop in cui lavora come volontaria, sintonizzerà le due donne su un destino comune: chi è il misterioso mittente, Billy, e perché non ha spedito quella missiva colma d’amore, ma anche di vergogna?
Kathryn Hughes, al suo esordio con La lettera, racconta una storia ipnotizzante e irresistibile, capace di incollare la mente alle vicende narrate senza dar modo di staccarsene prima di aver scoperto l’epilogo. Sono molte le emozioni suscitate dalla storia: non sarà difficile trovarsi a provare un dolore pungente seguito dalla più piacevole leggerezza d’animo, passando, in più situazioni, per una commozione genuina evocata dall’abilità nel mettere in scena una trama piuttosto semplice, ma ben articolata in piani temporali differenti. Alcuni espedienti potranno apparire come cliché piuttosto scontati, in particolare la risoluzione finale che, da un certo momento in poi, risulta alquanto prevedibile, ma nel complesso il romanzo funziona in maniera davvero eccellente.
Approfondimento
Scoprire passo dopo passo la storia di Tina, lascia col fiato sospeso: suo marito Ricky non può essere considerato un essere umano, nessun essere umano sarebbe in grado di picchiare così violentemente la moglie o di violentarla senza scrupoli sul divano di casa, completamente assuefatto dai fumi dell’alcol.
In alcuni punti della storia, nei confronti di Tina, si prova una sensazione paragonabile a quella del fastidio: perché non lo lascia una volta per tutte, anziché continuare a credere alle sue vane promesse di cambiare in meglio e lasciarsi il whiskey alle spalle? Ci prova, ma fallisce, intrappolata in una specie di maledizione affettiva che la costringe, nonostante tutto, a tornare da lui.
La Hughes, però, sfrutta la carta del destino per darle, una volta per tutte, la possibilità di lasciarla quell’ancora dolorosa e tossica che è il suo matrimonio. E la carta in questione, è il caso di dirlo, ci mette di fronte a un’altra realtà altrettanto crudele: quella di un padre che, pur di far seguire alla figlia Chrissie, la sua volontà, la fa spedire in Irlanda, nella fattoria della zia, per tenerla lontana da quel Billy che proprio non sopporta e che ha osato mettere incinta la sua bambina. Alla sua punizione non c’è fine, Chrissie finisce nel convento di St. Bridget dove partorisce e viene forzatamente separata dal suo bambino dopo tre anni trascorsi ad accudirlo.
Una storia che potrebbe sembrare d’altri tempi, ma, come riportato da una nota dell’autrice: “Benché il convento di St. Bridget sia del tutto immaginario, istituzioni come questa sono realmente esistite, e vorrei rendere omaggio a tutte le ragazze che hanno sofferto a causa di un sistema crudele e spietato. La storia di Chrissie rispecchia il dolore di più di trentamila ragazze, molte delle quali ne recano tuttora i segni.”
Finché anche una sola donna soffrirà a causa di queste istituzioni e di questi individui, che di uomini non hanno nulla, il dolore racchiuso ne La lettera non potrà che essere tristemente attuale.