
Autore: Valeria Montaldi
Pubblicato da Piemme - Aprile 2016
Pagine: 431 - Genere: Thriller storico
Formato disponibile: Copertina Rigida

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Una strega del passato, una studiosa di oggi e un cadavere ritrovato. Un intrigo che dura da 520 anni, una vendetta per amore e tanta tanta superstizione che porta ad atti insensati. Solo una persona potrà far luce su tutti gli avvenimenti.

1494. A Machod, in una casetta nascosta fra i boschi sperduti della Valle D’Aosta, vive Britta da Johannes. Giovane donna di bell’aspetto e con molte conoscenze relative all’erboristeria ottenute grazie agli insegnamenti del padre, intrattiene un rapporto segreto con il figlio del castellano. La morte di quest’ultimo verrà collegato a lei e porterà a un terribile epilogo: Britta sarà dichiarata una strega e messa al rogo.
2014. Barbara Pallavicini è una studiosa di storia e sta facendo delle indagini per la sua ricerca universitaria sulle streghe quando trova, nel castello di Saint Jacques aux Bois, dove abitava il castellano con la sua famiglia ai tempi di Britta, il cadavere di una ragazza. Con l’aiuto del maresciallo dei carabinieri Giovanni Randisi, indagherà sul fatto rivelando l’identità del cadavere e la correlazione tra passato e presente.
«[…] una che è vissuta un sacco di anni fa. Quella lì era una strega di sicuro, una delle più famose della valle. Faceva fatture e lanciava il malocchio: non per niente le hanno fatto il processo e l’hanno anche condannata a bruciare viva.»
«Ma, anche se fosse vero, cosa c’entra questa storia con quella della Ravet?»
«C’entra, c’entra» spiegò la ragazza. «Dicono che se ha un’antenata strega non può non esserlo anche lei. […]»
Fin dalle prime pagine, La randagia tratta subito l’argomento della superstizione. Viene affrontato sia visto dal punto di vista storico, durante la narrazione ambientata nel 1494, che dal punto di vista odierno.
Britta, infatti, venne considerata una strega perché diversa dalle donne normali del Medioevo. Figlia di un erborista e orfana di madre, è stata cresciuta dal padre. Da lui ha imparato a leggere e scrivere e a conoscere e comprendere gli effetti sulle persone di ogni tipologia di pianta, fiore o erba presente nel territorio che la circonda. Dopo la perdita del padre, Britta inizia a praticare il mestiere paterno e, come capita a qualsiasi medico o erborista, le arrivno anche i casi che non si riesce a curare. Ma lei è una donna e quindi ogni suo fallimento viene visto come una maleficio lanciato da una strega.
Ravet, il cadavere trovato da Barbara, la protagonista della parte di La randagia ambientata ai giorni nostri, è una ragazza che discende da Britta, e, data la sua passione per l’occulto e la sua antenata, viene additata anche lei come una strega, pur non avendo fatto mai nulla.
La ragazza tremava.
«Era lei, sono… sono sicura… È venuta… anzi, no… è sempre stata qui…» balbettò.
Randisi avrebbe voluto rimproverarla, ma non ci riuscì, era frastornato quanto lei. Cos’era stata quella sagoma diafana nell’ombra? E il vento? E quel suono demoniaco che avevano sentito?
Valeria Montaldi riesce a trasmettere perfettamente al lettore la sensazione di terrore, ansia e paura provata dai personaggi del suo libro, non tanto descrivendone le sensazioni, ma direttamente con i dialoghi, come se il lettore fosse presente alla scena e stesse interagendo con loro.
Questo metodo di descrizione lo utilizza anche per molte altre sfaccettature dei caratteri, rendendoli molto più concreti e reali, e creando un legame empatico molto forte tra personaggi e lettore.
Se sono stati capaci di una tale nefandezza, si disse, ne compiranno altre. Devo ripartire subito da qui, allontanami ancora, valicare il passo.
Andrò randagia per il mondo, nessuno mi troverà.
Si voltò e, sotto gli occhi attenti di Argo, afferrò la sacca e si dispose a riempirla.
Molto peso viene anche dato al lato psicologico dei protagonisti. I loro pensieri vengono descritti con forza, con frasi che possono sembrare d’effetto, studiate appositamente, ma che invece sono semplici e spontanee, che trasmettono tutta la forza interiore e la volontà di vivere e perseguire la verità.
Approfondimento
Pur non essendo mai esistiti né Britta né il castello di Saint Jaques aux Bois con i suoi castellani e i suoi abitanti del villaggio, la storia de La randagia è comunque molto credibile, perché, purtroppo, spiega perfettamente e dettagliatamente la storia dell’inquisizione, come venivano organizzati i processi e come venivano redatte le condanne a quelle povere donne che erano additate come streghe solo perché erano diverse, e per questo si attiravano addosso l’invidia e la malignità della gente.
Un romanzo di impatto che non va perso per nessuna ragione.