
Autore: Valentina d'Urbano
Pubblicato da Longanesi - Agosto 2016
Pagine: 350 - Formato disponibile: Copertina Rigida
Collana: La Gaja scienza

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Angelica e Tommaso sono i protagonisti di questa bella e tormentata storia d’amore, passionale e profonda, capace di catturare il lettore fino alla fine. Non mancano colpi di scena, attesi e scontati. Ma benvenuti!

Quand’era una bellissima e solare bambina, un “incidente” ha segnato indelebilmente Angelica: il viso, il corpo e ancora di più la sua anima.
L’unica parte sana è la mia schiena.
Il suo corpo è un campo di battaglia e lei è diventata le sue cicatrici. Si nasconde dagli sguardi curiosi e pietosi della gente indossando abiti accollati, jeans lunghi, maniche aderenti fino ai polsi. In testa un cappellaccio nero, con la tesa larga a oscurare il viso. Ha vent’anni Angelica, studia legge con ottimi risultati e non ha amiche. Una grande solitudine accompagna le sue giornate, volutamente silenziose.
È l’inizio dell’estate e la ragazza si trasferisce nella sua villa di campagna, a Borgo Gallico, un paese della periferia di Roma. Il nonno l’ha lasciata in eredità a lei. Suo padre, facoltoso e affermato avvocato, rimasto vedovo a causa di un incidente in cui morì la moglie e la figlia sopravvisse per miracolo, si è dedicato completamente al lavoro e assiste muto e dolorante alle mascherate sofferenze di Angelica.
In campagna la ragazza, assistita dalla fedele Marianna, che la accudisce e le tiene compagnia, si lega a Giulia, giovane donna che da subito le mostra affetto e simpatia. Il marito, Roberto, l’ha abbandonata per una ragazza che sta per dargli un figlio, gioia che a lei è stata negata e della quale soffre ancora. La fragilità di Angelica risveglia l’istinto materno di Giulia che, da subito, la aiuta a convivere con le sue ferite deturpanti. Giulia è l’unica che la guarda negli occhi, che guarda lei e non i suoi squarci vistosi e repellenti.
La guarda come se fosse normale, come se il resto della faccia non contasse niente.
Tommaso, giovane alto e riccioluto, aiutante barista con la passione per la fotografia, si imbatte un giorno in Angelica. Il ragazzo è affetto da una malattia genetica che lo avvia alla cecità: ci sono giorni in cui la vista lo aiuta a orientarsi con una certa disinvoltura, e giorni in cui non vede nulla. Il giovane prende in giro la ragazza per il suo insolito abbigliamento, mostrandosi da subito incuriosito e affascinato da lei. Sempre più spesso si reca alla villa e tra i due nasce un sentimento profondo: sono due diversi, capaci di andare oltre l’immagine, oltre il corpo, capaci di penetrare nella profondità dell’anima e di portar fuori tutto il bene, tutto il bello che vi è custodito.
Anche Tommaso, quando ci riesce, guarda Angelica negli occhi e la vede bellissima. Per paura che scompaia, di tanto in tanto, la fotografa con una polaroid. Magicamente, nelle foto, il viso della giovane appare senza cicatrici.
Angelica, innamorata pazza, confessa a Tommaso un doloroso segreto di famiglia, un segreto che la induce alle tre di notte, di ogni notte successiva all’incidente, “grondante di sudore, a spalancare gli occhi con la sensazione di soffocare e di cadere insieme..”. Il ragazzo rimane colpito e, non riuscendo a tenere dentro un peso così grande, in un momento di sconforto, lo condivide con un cugino il quale lo rivela ad alcune ragazze e quindi a tutto il paese. Il segreto di Angelica è sulla bocca di tutti e lei, sentendosi ingannata e tradita, lascia Tommaso. Non solo. Accetta la corte di Guido, figlio del socio del padre e lo sposa. È infelice, e subito capisce l’errore che ha fatto: per dispetto, per orgoglio, ha rinunciato all’unico amore della sua vita.
Tommaso, intanto, si lascia andare: la sua malattia avanza velocemente e sono sempre più numerosi i giorni in cui il buio è totale. Non reagisce, convinto di aver perso tutto, si chiude in camera e, in un silenzio totale, aspetta la fine.
Approfondimento
I personaggi di Non aspettare la notte sono due ragazzi diversamente belli. In una società che esalta fino all’estremo l’immagine intatta, immutabile, perfetta, sempre giovane e vincente, i protagonisti sono portatori di lacerazioni rovinose. Lei, Angelica, ricca, e lui, Tommaso, povero. Intelligenti e sensibili, riflettono entrambi aspetti della condizione umana in cui identificarsi, riconoscersi, soffrire e gioire. Ma anche lottare e vincere.
Da subito si ha l’impressione di essere entrati in una fiaba: c’è un antefatto che presenta il personaggio femminile, c’è l’aiutante, il personaggio maschile che si innamora della protagonista, l’oggetto magico, c’è l’antagonista, il luogo incantato, c’è l’amore, ci sono gli ostacoli, l’inganno. Poi tutto diventa serio e severo: il tradimento, l’angoscia, il rimorso. E poi i dubbi, le indecisioni, i conflitti interiori.
Tutto serve però a far crescere la protagonista: Angelica diventa capace di decisioni forti, autonome, autentiche. Si libera, soprattutto dalle sue ossessioni, ed esce dal buio.
Tommaso, inizialmente forte e sicuro, sotto il peso del rimorso, si sente colpevole e si blocca diventando inattivo, impedito, arreso alla perdita di Angelica e alla malattia. Il finale rimette in ordine le aspettative del lettore che, alle Cascate del Diavolo, una pozza di acqua scura con le rocce a picco, compie, insieme ai protagonisti, un salto nel buio, un lungo salto che dura una vita e riesce definitivamente a cancellare la paura di cadere. E la fiaba continua.
Un bel libro che parla d’amore in modo romantico ma non banale. Protagonisti e non, adulti e ragazzi, li vorremmo come amici, come parenti, come figli. Agiscono in base a valori profondi, senza bisogno di esibirsi in perversioni o atrocità per sentirsi vivi.
Non aspettare la notte ha buone probabilità di diventare la sceneggiatura di un film di successo.
Da non perdere.