Autore: Alberto Kofi
Pubblicato da Europa edizioni - ottobre 2021
Pagine: 50 - Genere: Poesia
Formato disponibile: Brossura
ISBN: 9791220113953
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Come scrive Elisabetta Sabellico nella postfazione, attraverso questa silloge poetica “In questo viaggio navigheremo in mare aperto, calpesteremo il suolo rovente, ci avvicineremo ai tormentati, saremo martiri e prigionieri, ma non scorderemo di osservare le ortensie, le rose brillanti, il glicine ed i licheni. In tutto il poema, forti vibrano anche le parole dell’amore e dell’eros; la ricerca dell’ascolto e delle labbra di un amante presente, ma distante nel tempo. Il poeta rifiuta i toni alti e cerca di intessere un colloquio con se stesso, nel tentativo, come detto, di entrare in contatto con la vera essenza delle cose...” Un viaggio dunque, nel mondo mitopoietico di Alberto Kofi, che ci permetterà di godere a pieno di un esordio incredibile!
Cari amici di leggere a colori, abbiamo letto e recensito per voi un libro di poesia dal titolo La follia di Aiace edito Europa Edizioni, Roma, dell’autore Alberto La Prova in arte Alberto Kofi, pseudonimo battezzato in Ghana terra di adozione che lega indissolubilmente questo poeta ad affetti e numerosi viaggi nel luogo. Le sue origini sono nel nord Italia, precisamente a Milano, classe 87, prima si è trasferito a Frosinone e poi l’esigenza di evadere dopo i 20 anni lo ha portato verso nuove città come: Roma, Modena, Reggio Emilia e lontano dall’Italia, verso Londra.
Come capirete dai suoi testi si sente molto questo eco nomade, questo intenso vagare per il mondo, come anche la sensibilità verso tematiche sociali che fanno riferimento al suo vissuto, l’autore ha lavorato nel campo dell’immigrazione e poi nell’attività di assistenza, prevenzione ed informazione per i senzatetto e i sofferenti di disagio sociale proprio a Londra. Nel titolo del suo libro “La follia di Aiace” c’è un riferimento all’Iliade di Omero, per chi non lo conosce, Aiace era un personaggio della mitologia Greca protagonista del ciclo epico, più volte affrontò Ettore di Troia combattendo con grande onore contro di lui battaglie incredibili fino a quando, dopo una disputa per le armi del defunto Achille, Atena con un incantesimo lo fa impazzire e lo costringe ad una azione che gli farà perdere l’onore al punto di suicidarsi.
SENZA TITOLO
Con amare parole
Con amara costrizione
Con il sangue amaro
Lascio svuotare il mio cuore provato,
provato dai tuoi rifiuti,
frustrato dalle tue assenze,
se continuassi,
a sentire come i trapani
assillano e torturano la mia fragile testa,
ne farebbe scempio la tristezza
ne farebbe la sua mensa il picchio nero,
solo gli occhi sentiranno
leggeri come piume
i tuoi tartassamenti.
La poesia di Alberto Kofi è molto fluida, così morbida e comunicativa, è capace di evocare immagini dal suo “universo mitopoietico” tra l’antico e il moderno, dove come scrive Giuseppe Palladino autore della prefazione: “ …uomini, Dei ed eroi si muovono e risuonano dietro le quinte di una perfetta scenografia.” così testi come “Addormentarsi” ci catapultano nel pieno della poesia di questo autore che ha preferito la semplicità del verso, spoglia della rima baciata e di meccanismi aulici, mantenendo autentico questo tema del sogno-viaggio tra i silenzi solitari di epoche arcane:
Cantate muse
Mentre dormo, impenetrabile
Nel groviglio di rose
Fermi, i volti di pietra vi domanderanno,
quei volti che lacerano
quei volti cari ed amati;
ho amato il liberarsi del fiume dalla roccia
ho amato il silenzio, mio solitario;
sorvegliate muse il mio sonno,
perché dove ora mi trovo
è un posto lontano e sconosciuto.
“È un viaggio questa silloge, un viaggio che spalanca la mente, soprattutto quando solcare la strada serve a nutrire l’anima, a sedare l’inquietudine che induce a divorare i giorni a morsi...” cosi scrive Giuseppe Palladino, in questa prefazione molto profonda dedicata a questa raccolta poetica, in effetti è proprio così la poesia è una fonte preziosa di nutrimenti per l’anima, grazie a questi versi possiamo prendere la mano del poeta e viaggiare con lui, emozionarci profondamente quando riscopriamo qualcuno in grado di toccare abilmente le corde della vita con parole semplici, ma mai scontate. Abbiamo sempre bisogno della poesia, di ricordare intensamente momenti della nostra vita o di viverne di nuovi attraverso questa disciplina che ci avvicina a dio e qualche volta ci allontana dalle nostre imperfezioni.
Approfondimento
Mi è capitato più di una volta di sentire o leggere frasi del tipo “La poesia è morta…” in realtà penso che la poesia sia immortale, per fortuna nessuno è riuscito mai a sconfiggerla, ma molto spesso in tanti, secondo me, affrontano questa forma letteraria con occhio troppo critico per via di delusioni personali o invidie accademiche.
Per fortuna grazie a poeti come Alberto Kofi che con questa silloge compie un esordio straordinario baciato sulla fronte dagli dei Greci, abbiamo l’occasione di leggere e conoscere nuove forme letterarie, personalmente penso che il tema e il titolo scelto danno grande risalto a questi suoi versi, perché oggi possiamo scegliere di parlare di tantissimi argomenti ma svilupparli in poesia non è per niente facile.
Elisabetta Sabellico ha curato la postfazione di questa raccolta e ha scritto: “In questo viaggio navigheremo in mare aperto, calpesteremo il suolo rovente, ci avvicineremo ai tormentati, saremo martiri e prigionieri, ma non scorderemo di osservare le ortensie, le rose brillanti, il glicine ed i licheni.” Questa è la musica che assaporerete attraverso questa poesia, un poema dalle forti vibrazioni, la ricerca dell’ascolto attraverso il sentimento puro e onesto che rinasce dal tempo nel tempo, come una omelia eterna e ciclica…
Fabrizio Raccis