Autore: Ausilio Bertoli
- Marzo 2017
Pagine: 168 - Genere: Narrativa Contemporanea
Formato disponibile: Brossura
📗 Acquista scontato su ibs.it
📗 eBook su ibs.it
📙 Acquista online
Il disperato, angosciante, talvolta spasmodico bisogno di Stefano Vitti di nutrire la propria sfera sentimentale, è l’indiscusso protagonista di Un mondo da buttare. Questa particolare forma di craving, carcinoma della società contemporanea, s’intromette con prepotenza tra le pagine del romanzo e soffoca la spontaneità delle relazioni. Centosessantotto pagine acquerellate da Bertoli per caricaturizzare l’odierna civiltà del fondoschiena.
Stefano Vitti è poco più che un ragazzo quando decide di abbandonare la terra marchigiana e con essa il sicuro nido famigliare. I genitori lo vogliono farmacista, ma i progetti preconfezionati non gli sono mai calzati a dovere. Stefano preferisce abbracciare gli studi sociologici e, conseguita la laurea, lasciarsi trascinare dal mondo della pubblicità, fatto di slogan d’effetto capaci di attecchire le menti e di trasformare bisogni effimeri in primari.
Queste sono le premesse con cui Bertoli prepara il palcoscenico del suo Un mondo da buttare, romanzo spinoso volto a mettere in scena i mali della nostra società, vuota e dissanguata.
Una telecamera si accende e segue Vitti tra i vigneti vicentini e il traffico padovano, indugiando in particolare nella sfera relazionale e mettendo a fuoco il suo bisogno ossessivo compulsivo di affetti, amicizie e sentimenti. Assieme a Stefano, quattro sono i personaggi chiave della vicenda: Katrina, Barbara, Sarah e Dalia. Quattro donne. Quattro simboli. Quattro vesti indossate dal desiderio.
Katrina è sensualità. Katrina è provocazione. Un fisico perfetto arrivato dalla Lettonia, vittima impotente delle perversioni maschili e delle esasperazioni richieste dal mondo della moda. Stefano si innamora di lei ancora prima di parlarle e, in balia di una fissazione malata, la rincorre pagina dopo pagina.
Barbara è una donna formosa e, forse per questo, rassicurante. Precaria tanto nel lavoro quanto nei sentimenti, si sente prigioniera di un corpo che detesta e che tortura con diete e chirurgia. Vitti coltiva con spasmodica cura l’amicizia con Barbara. Solo amicizia, poiché, per quanto Stefano si ostini a vendersi come l’uomo diverso dagli altri, ad attrarlo sono i corpi da copertina, non certo le imperfezioni della carne.
Sarah è appagamento intellettuale. Studentessa di psichiatria, cerca di rammendare le ferite dell’inconscio di Stefano, trasformando così la loro relazione in una sorta di muta posologia.
Dalia è il modello da imitare, il leader da seguire. Donna forte, temeraria, affascinante, giornalista in carriera, rondine senza nido, racchiude in sé le caratteristiche di tutte le predette figure femminili. Per Stefano Dalia è madre, padre, fantasia erotica, amica, moglie, sorella, stimolo, competizione, esempio, soprattutto l’ennesimo legame bulimico.
Bertoli muove i fili della sua marionetta nell’odierna civiltà del fondoschiena, ridicolizzando l’uomo contemporaneo. Sfogliata anche l’ultima pagina tuttavia, rimane ben poco di cui ridere: la pena è invece il sentimento dominante. Un’infinta, triste pena per quello che siamo diventati.
Approfondimento
Un mondo da buttare va letto scegliendo dal mazzo la giusta chiave di lettura: solo così è possibile entrare tra le pagine del romanzo e coglierne il significato. Se si affronta il racconto prescindendo dal contesto sociologico in cui è inserito, si rischia di mal interpretare il lavoro di Bertoli e di percepirlo come un’accozzaglia disordinata di persone ed eventi. Non ci si deve aspettare uno di quei libri con un incipit ben preciso, uno svolgimento avventuroso e un finale in grado di chiudere il cerchio. Un mondo da buttare è uno spiraglio sulla vita di un uomo qualunque, dove personaggi e situazioni vogliono essere il pretesto per enfatizzare la metastasi in cui affoga la società moderna. Craving, precariato, strumentalizzazione della donna, perfezione fisica come passe-partout, figli mammoni non appena la vita si fa un po’ dura, debolezza dei sentimenti, perversioni della moda, manipolazioni pubblicitarie, assoggettamento agli impulsi sessuali. Questi sono solo alcuni dei temi toccati dalla penna di Bertoli, mascherati dietro ad un racconto leggero a tratti ironico.
Dal punto di vista formale vanno denotati alcuni punti sofferenti. Il tono impostato con cui viene raccontata la vicenda odora di scuola e di tomi universitari; non è dunque ciò che ci si aspetta di trovare in un romanzo. In alcuni casi ci si imbatte in situazioni che non sembrano utili alla narrazione e i dialoghi, in cui puntualmente i personaggi si vomitano addosso informazioni eccessive e non richieste, assumono tratti poco naturali.
Il lavoro di Bertoli ha la capacità di disegnare in modo spontaneo e per nulla ampolloso la società moderna in tutte le sue fragilità e brutture. Un libro di spessore. Un libro di carattere. Un libro in cui vale la pena sostare.
[amazon_link asins=’8869740579,8898505175,8861550908′ template=’ProductCarousel’ store=’leggacolo-21′ marketplace=’IT’ link_id=’7b289825-4aea-11e7-b8cf-8f0892fc6f8c’]